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Terremoto in Emilia: il nostro aiuto


 
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Terremoto in Emilia 

 

Aiutiamo chi vive il dramma del terremoto

in Emilia e le altre regioni del Nord Italia

oppure
c/c postale e bancario 807040
Comunità di S.Egidio-ACAP Onlus
IBAN: IT67D0760103200000000807040

COME AIUTARE

Le Comunità di Sant'Egidio che vivono più vicine all'epicentro del sisma, Parma e Padova, si sono attivate a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto.

E' subito emersa la forza della gente e la sua capacità organizzativa: attualmente sono ben dotati i magazzini di San Felice, Medolla, Cavezzo, mentre si valutano con grande cura le condizioni statiche di alcuni capannoni che potrebbero essere ulteriorimente indirizzati a questo uso. Ciò non significa che i quantitativi di beni immagazzinati siano sufficienti per tutto il periodo (di evidente incerta durata) dell'emergenza, ma che è necessario un contributo anche di bassa intensità ma di respiro più lungo. L'invio di capi di vestiario non è in questo momento centrale.  Già ora, ma ancor più in prospettiva dell'imminente estate, è utile avere acqua, specie in rapporto ai campi spontanei che non godono degli allacciamenti che invece hanno quelli della Protezione civile. Sono utili anche i prodotti per l'infanzia e tutto quanto può rendere meno disagevole la vita da accampati: brandine, tende ecc. Ci sono stati chiesti persino ventilatori.

Appare molto utile rivolgere attenzione ai bambini ed agli anziani. In alcuni campi, come Cavozza, i bambini sono una parte considerevole della popolazione e in larga parte sono stranieri. Diviene necessaria una presenza capace di attività ed animazione, tenuto anche conto della decretazione della chiusura dell'anno scolastico per i comuni colpiti dal sisma.

In altre tendopoli, come quella installata nella scuola media di San felice sul Panaro, gli anziani sono accampati in carrozzina con le badanti: presenza silenziose, ma evidenti. Per loro persino i gesti della vita quotidiana divengono ulteriormente complicati: muoversi sul terreno con carrozzine da casa, non avere la possibilità di mangiare il cibo più compatibile con le proprie condizioni di salute ecc..

Aiutare gli anziani è dunque un problema molto urgente: in molti sono stati trasferiti dalle loro case di riposo e trasferiti in altre strutture di provincie limitrofe. Si tratta di allontanamenti di oltre 100 kilometri e quindi di un ulteriore impoverimento della vita di relazione, cosa che spesso avviene in condizioni "normali". Anche solo la ripresa delle terapie o la vicinanza della propria badante (concomitanza di istituzionalizzazione e presenza di servizio che abbiamo riscontrato nei meno autosufficienti) non sono un atto automatico e scontato.

per informazioni: [email protected]