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In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, la memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa. La documentazione della veglia "Morire di Speranza".


 
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Roma - Morire di Speranza
Preghiera ecumenica in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa
Roma, Basilica di Santa Maria in Trastevere, 17 giugno 2010

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato 2010, il 17 giugno, ACLI, Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes, per il quarto anno consecutivo, si sono raccolti per una preghiera ecumenica in memoria delle vittime dei viaggi verso l’Europa, presieduta da Mons. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. (testo dell'omelia)

Vi hanno preso parte comunità e associazioni di immigrati, rifugiati e organizzazioni di volontariato.

Ancora oggi moltissimi uomini, donne, bambini, lasciano la propria terra nella speranza di fuggire guerra, persecuzioni, malattie, carestie, cercando di raggiungere un luogo dove costruire il proprio futuro. Molti di questi muoiono durante il viaggio, solo una piccola parte raggiunge l’Europa.
Su 1.000.000 di richieste di asilo politico nel 2009 il Sudafrica ne ha ricevute 220.000, mentre la Francia 42.000 e l’Italia solo 17.000. I morti accertati fino al 2009 sono circa 15.000
(i dati).

Il nostro continente continua ad alzare muri per difendersi. Sono ancora tragicamente troppo pochi coloro che riescono ad arrivare alla meta. E’ solo di pochi giorni fa la notizia di profughi somali morti annegati di fronte alle coste mozambicane mentre si dirigevano verso il Sudafrica.
Il netto calo delle morti davanti alle coste italiane e delle domande di asilo politico dimostra quindi come in realtà i respingimenti, anzichè contrastare l’immigrazione irregolare, hanno gravemente inciso sulla fruibilità del diritto di asilo in Italia, e di conseguenza in Europa, e hanno modificato le rotte dei profughi verso il sud. Molte morti non vengono più neanche registrate perché avvengono nel deserto o in aree difficili.
Dimenticare, rimuovere, rassegnarsi alla normalità delle tragedie dell’immigrazione vuol dire lasciare morire ancora una volta le vittime in viaggio verso l’Europa: “le vittime della speranza”.

Nella preghiera sono stati ricordati i nomi e le storie di alcuni di coloro che sono morti, alla presenza dei loro familiari ed amici.

Galleria di immagini >>>

Approfondimenti

L'omelia di mons. Vegliò

Cari amici,
La celebrazione di questa sera ha un tono particolarmente grave. Nella solenne cornice della Basilica di Santa Maria in Trastevere, la Comunità di Sant'Egidio, assieme ad altre associazioni, ha voluto questa Veglia di Preghiera nella ricorrenza annuale della Giornata Mondiale dei Rifugiati, promossa dalle Nazioni Unite. E noi abbiamo risposto numerosi all'appello, ritrovandoci qui per ricordare per nome volti e storie di uomini e donne, bambini e anziani che hanno perso la vita mentre compivano il viaggio della speranza, in fuga dai loro Paesi martoriati da situazioni difficili e, a volte, inumane — come in Asia e in Africa —, verso altri Paesi, sognati come zone di libertà, di sicurezza e di vita dignitosa — come in Europa e in America. Ecco, questa sera siamo qui in tanti....

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Appello di alcuni ragazzi eritrei respinti dalle motovedette italiane al largo di Lampedusa e tenuti prigionieri in Libia

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I Dati
Elaborazioni Comunità di Sant'Egidio su dati Comunità di Sant'Egidio, Fortress Europe

 


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