In Africa con la terapia antiretrovirale il virus perde forza e non si trasmette più. Uno studio di 6 anni su 26.000 pazienti in M alawi conferma lo studio dell’Istituto Nazionale USA per le Malattie Infettive su 1763 coppie.
La terapia universale diventa l’arma per fermare il contagio e vincere la battaglia mondiale contro l’AIDS.
Dalla 7° Conferenza Internazionale di DREAM, alla presenza di 20 ministri della salute dell’Africa sbsahariana – dal punto più difficile del mondo nella lotta all’AIDS, 22,5 milioni di persone infette, un passo avanti decisivo per fermare la pandemia
DREAM. Cancellare l’AIDS dall’Africa sub-sahariana e’ possibile
SINTESI della Relazione alla VII Conferenza Internazionale “Accesso Universale al Trattamento: il passo decisivo per sconfiggere l’AIDS”, presentata per il gruppo di Ricercatori DREAM dalla dott.ssa Noorjehan Abdul Nagid e dal prof. Leonardo Palombi
La situazione attuale in Africa
Alla fine del 2009 UNAIDS stimava i casi d’infezione da HIV/AIDS in Africa Sub-Sahariana pari a 22,5 milioni, ovvero il 5% della popolazione adulta del continente. Questo dato di prevalenza conosce variazioni molto ampie, si va dallo 0,7% della Mauritania al 25% dello Swaziland e del Lesotho. Nel solo 2009 nel continente africano sono morte 1,3 milioni di persone.
Dei 22,5 milioni di infetti, il 54% (cioè oltre 12 milioni) sono donne e il 10% (cioè 2,3 milioni) bambini, per lo più infettati durante la gravidanza e l’allattamento. Le gravidanze di donne infette sono 1,4 milioni ogni anno e circa il 40% di questi nati, 560.000 neonati, si infetteranno a loro volta in utero, al parto o con il latte materno. Solo la metà di questi bambini arriverà al secondo anno di vita: è terribile, è inaccettabile. Senza l’epidemia avremmo avuto 15 milioni in meno di orfani, bambini spesso condannati ad una vita molto breve .
Oggi bisogna chiedersi responsabilmente se non si poteva evitare una crescita smisurata di bambini malati e orfani con un approccio terapeutico differente.
Quanto costano e quanto sono costati, in questi dieci anni, i 15 milioni di orfani e di bambini malati non solo in termini economici ma anche sociali e umani?
Sicuramente molto di più dei costi della tri-terapia.Quanto è costato il ritardo di serie politiche di contrasto dell’HIV?
E’ una lezione da ricordare per il futuro.
Sviluppo dell’epidemia
I dati UNAIDS sui nuovi casi per anno nel continente africano mostrano segnalano una quota di 1,8 milioni, 500.000 unità in più dei morti per anno (1,3 milioni). La popolazione infetta è cresciuta così di circa mezzo milione di persone.
La massiccia introduzione della cura in Africa è la causa del calo della mortalità, e crea una stabilizzazione dei nuovi casi per anno , in modo uniforme per tutti i paesi. Si tratta del risultato dell’ introduzione della terapia antiretrovirale.
Prendendo quattro paesi che differiscono per il tasso di copertura della terapia antiretrovirale: Malawi e Kenya , 2 paesi con una buona copertura (rispettivamente 46 e 48%), Sud Africa (37% ma solo in anni recentissimi) e Nigeria (21%). Mentre Kenya e Malawi hanno ridotto in modo significativo la loro mortalità e, in una certa misura, anche l’ incidenza, per la Nigeria non si osserva questo aspetto positivo.
Questo successo della terapia è confermato dal fatto che nelle due aeree nel mondo con solo il 3% dei nuovi casi , gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, i tassi di copertura con farmaci antivirali superano il 95%. E’ oggi noto a tutti che la terapia ha un impatto preventivo verificato, proprio per la sua capacità di ridurre la carica virale nel plasma ed in tutti i fluidi corporei, diminuendone la contagiosità.
Fin dal 2002 DREAM, basandosi su queste evidenze scientifiche, ha posto le basi per una reale prevenzione della trasmissione verticale attraverso la tri-terapia su larga scala durante la gravidanza e l’allattamento al seno fino al sesto mese di vita. Questa strategia ha prodotto risultati spettacolari fino a portare i tassi di trasmissione dell’infezione a livelli occidentali, meno dell’1% di bambini infetti alla nascita e meno del 3% di bambini infetti ad un anno. Senza cure l’infezione avrebbe colpito il 40% circa dei neonati.
Terapia/efficacia immediata. Vaccino lontano.
Per molti anni, la comunità scientifica internazionale e anche DREAM, ha riposto le sue attese nell’individuazione di un possibile vaccino realmente efficace per eliminare la malattia. Molti sforzi ed energie sono stati investiti nella ricerca e nello sviluppo. Oggi è abbastanza chiaro che, nonostante i numerosi e lodevoli studi in corso, la creazione di possibili vaccini è ancora lontana.
Modello Granich e Proposta Dream
D’altra parte la terapia per tutti associata al test è una strategia condivisa ormai da molti. Nel 2009 Granich, De Kock e altri ricercatori dell’OMS la proponevano come la migliore chance e la più credibile soluzione per l’eradicazione dell’HIV/AIDS.
DREAM ha messo a punto un modello di eradicazione dell’HIV che non è ricavato da parametri basati su studi teorici, come i modelli precedenti, ma si fonda su una coorte reale di 26,000 pazienti seguiti negli anni 2002-2010 in assistenza gratuita Ebbene, osservando i dati sulla totalità delle donne gravide sieropositive – non è uno studio campionario, ma l’intero universo di quella località – in 5 anni si osserva un dimezzamento della sieropositività per HIV.
UNA VIA D’USCITA REALE DALL’AIDS E’ POSSIBILE
La terapia a tutte le donne in gravidanza sieropositive, per la prevenzione della trasmissione del virus dalla madre al figlio .
L’offerta della circoncisione maschile a tutti i nuovi nati e ai bambini esposti al rischio precoce: Dal 2007, l'OMS e UNAIDS raccomandano la circoncisione maschile per la prevenzione dell'infezione da HIV che riduce il rischio negli uomini di circa il 60% e quindi evita nell’Africa Sub-Sahariana 5,7 milioni di nuovi casi di infezione da HIV e 3 milioni di morti in 20 anni.
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