PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal secondo libro dei Re 5,20-27

Ghecazi, servo dell'uomo di Dio Eliseo, disse fra sé: "Ecco, il mio signore è stato tanto generoso con questo Nàaman arameo da non prendere quanto egli aveva portato; per la vita del Signore, gli correrò dietro e prenderò qualche cosa da lui". Ghecazi inseguì Nàaman. Questi, vedendolo correre verso di sé, scese dal carro per andargli incontro e gli domandò: "Tutto bene?". Quegli rispose: "Tutto bene. Il mio signore mi ha mandato a dirti: Ecco, proprio ora, sono giunti da me due giovani dalle montagne di Efraim, da parte dei figli dei profeti. Dammi per essi un talento d'argento e due vestiti". Nàaman disse: "E' meglio che tu prenda due talenti" e insistette con lui. Legò due talenti d'argento in due sacchi insieme con due vestiti e li diede a due dei suoi giovani, che li portarono davanti a Ghecazi. Giunto all'Ofel, questi prese dalle loro mani il tutto e lo depose in casa, quindi rimandò gli uomini, che se ne andarono. Poi egli andò a presentarsi al suo padrone. Eliseo gli domandò: "Ghecazi, da dove vieni?". Rispose: "Il tuo servo non è andato in nessun luogo". Quegli disse: "Non era forse presente il mio spirito quando quell'uomo si voltò dal suo carro per venirti incontro? Era forse il tempo di accettare denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso, schiavi e schiave? Ma la lebbra di Nàaman si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre". Egli si allontanò da Eliseo, bianco come la neve per la lebbra.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questa pagina del secondo libro dei Re conclude l’episodio della guarigione di Naamàn, il generale guarito dalla lebbra dopo essersi immerso per sette volte nel Giordano secondo le indicazioni del profeta Eliseo. La guarigione era avvenuta perché Naamàn si era affidato alle parole del profeta. I ricchi doni che aveva portato prima per convincere il re di Israele e poi per ricompensare Eliseo non erano serviti a nulla. E il profeta li aveva decisamente rifiutati. Appariva così la grande misericordia di Dio per Naamàn. Ancora una volta si manifestava l’amore gratuito di Dio per noi. E il profeta da parte sua doveva essere il segno visibile di questa gratuità divina. Giezi, il servo del profeta, viene presentato in questo episodio, come l’antitesi del suo padrone. Eliseo aveva risposto a Naamàn che gli offriva i suoi doni: "Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò" (5,16). Giezi, invece, decide in cuor suo in maniera contraria: "Per la vita del Signore, gli correrò dietro e prenderò qualche cosa a lui" (5,20). Si tratta di due atteggiamenti opposti: Eliseo ha a cuore solo il Signore e la guarigione di Naamàn; Giezi è preoccupato di accaparrare per sé. L’autore sacro, ben consapevole della distanza tra i due, mostra con efficacia il contrasto tra i due atteggiamenti. Eliseo che resta nella sua casa, consapevole della bellezza di stare con i suoi alla presenza del Signore, mentre Giezi è costretto ad allontanarsi dalla casa e dal profeta per poter accaparrare denaro e ricchezza per se stesso. Giezi prese i due talenti d’argento e gli abiti e li nascose nella sua casa. Solo dopo si recò da Eliseo, nascondendo quanto aveva fatto. Ma il Signore che vede nel segreto lo rimproverò attraverso la parola del profeta. È vero che si era limitato a prendere solo due talenti e due vestiti, ma viene rimproverato con un lungo elenco di furti: "Era forse il tempo di accettare denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso (altra traduzione: greggi e armenti), schiavi e schiave?". Questo strano elenco sta a dire che basta accaparrare per sé poche cose per mettersi su una via che non conosce limiti. Se non c’è la gratuità tutto il resto è possibile perché si è figli non di Dio ma della mentalità egocentrica e materialistica di questo mondo. Gesù lo dirà con chiarezza: "Non è possibile servire due padroni, o si amerà l’uno e si odierà l’altro. Non è possibile servire Dio e la ricchezza". E Giezi si prese la lebbra, ossia divenne schiavo della sua cupidigia.