PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 9 febbraio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro dei Proverbi 16,16-33

E' molto meglio possedere la sapienza che l'oro,
il possesso dell'intelligenza è preferibile all'argento.
La strada degli uomini retti è evitare il male,
conserva la vita chi controlla la sua via.
Prima della rovina viene l'orgoglio
e prima della caduta lo spirito altero.
E' meglio abbassarsi con gli umili
che spartire la preda con i superbi.
Chi è prudente nella parola troverà il bene
e chi confida nel Signore è beato.
Sarà chiamato intelligente chi è saggio di mente;
il linguaggio dolce aumenta la dottrina.
Fonte di vita è la prudenza per chi la possiede,
castigo degli stolti è la stoltezza.
Una mente saggia rende prudente la bocca
e sulle sue labbra aumenta la dottrina.
Favo di miele sono le parole gentili,
dolcezza per l'anima e refrigerio per il corpo.
C'è una via che pare diritta a qualcuno,
ma sbocca in sentieri di morte.
L'appetito del lavoratore lavora per lui,
perché la sua bocca lo stimola.
L'uomo perverso produce la sciagura,
sulle sue labbra c'è come un fuoco ardente.
L'uomo ambiguo provoca litigi,
chi calunnia divide gli amici.
L'uomo violento seduce il prossimo
e lo spinge per una via non buona.
Chi socchiude gli occhi medita inganni,
chi stringe le labbra ha gia commesso il male.
Corona magnifica è la canizie,
ed essa si trova sulla via della giustizia.
Il paziente val più di un eroe,
chi domina se stesso val più di chi conquista una città.
Nel grembo si getta la sorte,
ma la decisione dipende tutta dal Signore.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Tornano in questa parte del capitolo 16 alcuni aspetti della vita del saggio che abbiamo già trovato altrove. Del resto ben sappiamo di aver bisogno che la Parola di Dio ripeta cose che abbiamo già ascoltato, perché entrino nel cuore e non rimangano in superficie o perché semplicemente le dimentichiamo presi come siamo da noi stessi e travolti dalle tante parole che sentiamo ogni giorno. Di nuovo il testo ci presenta il pericolo dell’orgoglio e dell’arroganza come un modo di vivere che porta alla rovina: “Prima della rovina viene l’orgoglio e prima della caduta c’è l’arroganza”. Per questo è necessario essere umili con i poveri, perché l’orgoglio li allontana e porta al loro disprezzo. Come nel capitolo 15, l’autore è molto preoccupato del linguaggio. Doveva trovarsi in una società litigiosa e sfrontata, nella quale l’uso della parola non era nutrito da sapienza. L’ignoranza spesso abitua a un parlare arrogante e irrispettoso, che provoca solo divisioni e continui litigi. La nostra società non sembra tanto migliore di quella in cui viveva il nostro autore, che peraltro raccoglie proverbi che vengono da una lunga storia. Insiste sul “linguaggio dolce” (v. 21), che aumenta il sapere, fino a paragonarlo alla dolcezza del miele e a considerarlo come una medicina che guarisce: “Favo di miele sono le parole gentili, dolce per il palato e medicina per le ossa”. Ben sappiamo quanto una parola gentile possa far bene soprattutto a chi vive nel bisogno e possa essere davvero come una medicina che guarisce. Si pronunciano troppe parole aspre, taglienti, incapaci di consolare, ma solo di ferire, di colpire, di intimidire e zittire gli altri. La Parola di Dio ci insegna un altro alfabeto, quello della dolcezza e del rispetto, dell’amore e della consolazione. Ad essa si sposa anche il rimprovero e la correzione, come altre volte abbiamo letto in questo libro, perché chi vuole bene sa usare anche nella correzione il tono giusto che aiuta e non condanna. C’è troppa arroganza nella vita di ogni giorno. Ad essa si cede facilmente. Talvolta si ha paura di opporsi, quasi fosse una legge della nostra società. “L’uomo perverso provoca litigi, chi calunnia divide gli amici”. C’è una malevolenza diffusa che provoca litigi e divide. Il saggio è chiamato ad opporvisi con la parola, la dolcezza, la pazienza, il dominio di sé: “È meglio la pazienza che la forza di un eroe, chi domina se stesso vale più di chi conquista una città” (v. 32). Troviamo forza in un amore paziente e nel dominio di sé, che vale più della forza di un esercito.