PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei Santi e dei Profeti
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 20 marzo


Lettura della Parola di Dio

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi 15,35-58

Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?". Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.

Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.

Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. E' necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.

Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:

La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

 

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

L’apostolo per rispondere alla domanda sulle modalità di resurrezione della carne ricorre all’esempio del seme (il corpo terrestre) che una volta morto diventerà una pianta (il corpo risorto). È un’immagine efficace per affermare che nel giorno della resurrezione saremo gli stessi eppure anche diversi. Avremo quindi la nostra “carne” ma saremo rivestiti di incorruttibilità. Si potrebbe dire che la resurrezione è il termine di un processo che dura l’intera vita. Nessuno di noi può immaginare cosa sia un corpo risorto. Però qualche idea possiamo ricavarla dai racconti evangelici che narrano i giorni di Gesù dopo la Pasqua. I Vangeli presentano lo stesso Gesù che aveva subito la morte in croce – ha ancora i segni dei chiodi – eppure è diverso: i due di Emmaus non lo riconoscono, come Maria e gli altri discepoli. Il riconoscimento di Gesù risorto è segnato solo dalla fede. È a dire che solo se siamo uomini “spirituali” possiamo riconoscere un corpo spirituale. L’apostolo suggerisce che la resurrezione richiede un cammino interiore, una trasformazione del cuore e della mente, ed anche del corpo, ossia dei nostri atteggiamenti. Si tratta infatti di ricevere in noi i “semi di immortalità”. E avviene ascoltando il Vangelo, partecipando alla santa liturgia, vivendo la fraternità e praticando l’amore. Così cresce in noi quel seme di immortalità donatoci nel giorno del battesimo, un seme che deve essere custodito, protetto e coltivato ogni giorno. In tal senso, l’intera nostra vita è una lotta tra il male che ci tira in basso e la grazia del Signore che vuole elevarci verso il cielo. E se la morte trova la sua causa nel peccato e nell’orgoglio, che sono nel nostro cuore, la resurrezione ha inizio quando leghiamo la nostra vita a Cristo. Il pungiglione della morte, afferma Paolo, subisce la sua sconfitta quando ci leghiamo a Gesù. Si tratta, ovviamente, di un legame vivo, fatto di obbedienza al Vangelo, di impegno nell’amore e di lotta al proprio egocentrismo. Ma l’apostolo aggiunge: “Sappiate che il vostro duro lavoro nel Signore non va a vuoto”.