PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno

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Memoria di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico.
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Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 12 dicembre

Memoria di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Matteo 11,11-15

In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

In questo tempo di Avvento varie volte la Chiesa ci presenta Giovanni Battista come colui che prepara la via al Signore. Di nessuno Gesù ha parlato così a lungo come del Battista. Nei versetti che precedono questo brano, Gesù lo presenta come il profeta che sa attendere il Signore, e ne fa l’esempio per i credenti (2-10). In effetti, il Battista, con una vita austera, ha preparato anzitutto se stesso all’incontro con Dio: non si è trincerato dietro un facile orgoglio e una scontata autosufficienza, come è facile che accada per noi. Si potrebbe dire che ha violentato se stesso per far crescere nel suo cuore l’uomo religioso che sa attendere l’inviato di Dio. È divenuto un uomo spirituale, con una forte interiorità. Tutto ciò ha richiesto una lotta contro se stesso, fatta di disciplina, di impegno, di perseveranza nella preghiera, di distacco dalle ricchezze, di obbedienza al Signore, di legame del proprio cuore a Dio. Questa “violenza” contro se stessi è un processo che edifica l’uomo interiore. Giovanni, forgiatosi attraverso questa disciplina interiore, è stato capace di riconoscere Gesù non appena lo vede al Giordano mentre si avvicina a lui. E poi, con la sua predicazione, ha cercato di aprire una via nel cuore degli uomini della sua generazione perché riconoscessero e accogliessero il Messia ormai presente. Per questo Gesù può dire di lui che è “il più grande tra i nati di donna”, ossia un fratello unico inviatoci perché prepariamo il nostro cuore ad accogliere Gesù come il Salvatore. Dicendo inoltre che il più piccolo nel Regno è più grande di Giovanni, Gesù vuole esortare i discepoli a scoprire la grandezza della vocazione che hanno ricevuto e che tante volte anche noi calpestiamo con pigrizia e grettezza. Il Signore ha riposto nei suoi discepoli una fiducia straordinaria tanto da fargli dire: “Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi” (Gv 14,12). Non possiamo non chiederci e con pensosità: che facciamo di questa fiducia che il Signore ripone in ciascuno di noi? È una domanda che in questo tempo di preparazione alla nascita di Gesù deve coinvolgerci in maniera più ravvicinata.