PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria di Gesù crocifisso
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria di Gesù crocifisso
venerdì 13 dicembre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Matteo 11,16-19

Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono:

Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.

E' venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

La Parola di Dio continua a prenderci per mano perché prepariamo il nostro cuore ad accogliere il Signore Gesù che nasce. Anche per questa nostra generazione – siamo in un versante della storia particolarmente delicato – è giunto il momento di lasciarsi toccare il cuore dalla predicazione del Vangelo. È facile cedere alla tentazione di frapporre le scuse più diverse per evitare di accogliere l’esortazione pressante del Vangelo a ritornare al Signore con tutto il cuore. Quante volte, purtroppo, si deve dire anche per noi: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. Ciascuno di noi – e i momenti di crisi lo facilitano – è istintivamente portato a pensare solo a se stesso, a fermarsi a considerare solo quel che ci tocca e ci riguarda: è l’unica melodia che conosciamo a memoria e che seguiamo con pervicace perseveranza. Mettiamo da parte, senza porci problemi e accampando le scuse più strane, tutto ciò che disturba il nostro egocentrismo. Nella sostanza ci fidiamo solo di noi stessi e di null’altro. Ma la fede, che certamente ha bisogno della ragione, passa tuttavia per il cuore, ossia nell’affidarsi a Dio. Spesso i ragionamenti che facciamo sono a nostro uso e consumo, ossia proposti per difendere la nostra indipendenza, il nostro orgoglio, la nostra autosufficienza. Ma anche per noi, come fu per Giovanni Battista e per la gente del suo tempo, giunge il momento della scelta, ossia della decisione se seguire Gesù o continuare ad andare dietro a noi stessi. Ed è una scelta che non possiamo più rinviare e che l’imminenza del Natale ci aiuta a cogliere e a compiere. La vera “sapienza” che dobbiamo avere in questo tempo è cogliere il grande mistero del Natale: un Dio che ci ama a tal punto da farsi bambino per starci accanto. Il Natale è la straordinaria “opera” di amore di Dio. Per questo è bello intenerirsi davanti a quel Bambino che sta per venire perché ciascuno di noi ne sia intenerito e lo accolga nel proprio cuore.