PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Preghiera per i malati
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Preghiera per i malati
lunedì 2 giugno


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Giovanni 16,29-33

Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio". Rispose loro Gesù: "Adesso credete? Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!".


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Gesù, al termine del suo colloquio con i discepoli, ha riassunto la sua missione: “Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre” (v.28). I discepoli – inizia qui il brano che abbiamo letto – di fronte a questa chiarezza dicono con entusiasmo a Gesù: “Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato”. Essi pensano di aver compreso tutto; forse di non aver più bisogno di ascoltare e magari credono che Gesù a questo punto può anche tacere. Poiché Gesù ha aperto loro il suo cuore, rivelando la bellezza della vita col Padre che viene offerta anche a loro, credono di possederla già. È la superficialità di chi pensa di ridurre la fede a una semplice questione di formule da comprendere. Gesù tuttavia non si spazientisce, come facilmente avremmo fatto noi. Egli, maestro buono e paziente, continua a parlare loro perché crescano nella conoscenza e nell’amore. Non li lascia in balia del loro orgoglio e non vuole che rimangano schiavi del presuntuoso credersi ormai già arrivati. Piuttosto li mette di fronte alla loro debolezza, alla fragilità della loro vita che di lì a poco li farà temere per se stessi e fuggire davanti alla minaccia di essere coinvolti nella passione del loro Maestro. Anche questo è un segno della sua tenerissima misericordia. Li riporta alla loro dimensione reale perché solo riconoscendo i propri limiti possono accettare l’aiuto che egli continua a offrire loro. Dice loro: “Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo”. Gesù conosce bene la loro debolezza. E li avverte che si disperderanno proprio perché non si affidano al Maestro e al suo insegnamento. È l’amara vicenda della passione, dall’arresto al Getsemani sino al Golgota. Tutti lo abbandonano, anche i più amici. Solo il Padre gli resta accanto. Dice infatti Gesù: “Ma io non sono solo, perché il Padre è con me”. Durante la passione, infatti, sarà proprio il Padre l’unico suo rifugio. Questo legame indissolubile con il Padre è la vera pace per Gesù. E vuole parteciparla anche ai discepoli. La pace vera non nasce dal pensare di essere esenti da ogni problema e da ogni limite, ma dalla coscienza che il Signore è pronto a soccorrerci in ogni situazione. E possiamo aver fiducia nel suo potere buono che ha vinto la morte. Essa non è più l’ultima parola sulla vita, ma è la tribolazione attraverso cui passare per incontrare la resurrezione alla vita nuova.