PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 12 giugno


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Matteo 5,20-26

Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai;chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Gesù ha appena parlato del compimento della legge, non della sua abolizione. E compiere la legge vuol dire cogliere nel testo il pensiero e il cuore stesso di Dio, la sua volontà più profonda. Gesù – siamo nel cuore del discorso della montagna – invita i discepoli a cogliere in profondità cosa vuol dire la giustizia. E dice ai discepoli: “Se la vostra giustizia non sorpasserà quella degli scribi e farisei, non entrerete nel Regno dei cieli”. Insomma, esser giusti alla pari dei farisei, vale lo stesso che esserlo per nulla. Ciò che loro insegnano e fanno, nonostante il grande impegno, non basta. I discepoli debbono superarlo perché è quel che Dio esige. Non basta una sorta di egualitarismo esteriore, peraltro impossibile, è necessario l’amore senza limiti che Dio ha per i suoi figli. La giustizia di Dio è per salvare non per condannare, è per amare senza limiti non per dividere seppure in parti uguali. Questo modo di considerare la giustizia è la condizione per entrare nel Regno dei cieli. E se ai discepoli questo appare troppo arduo e magari impossibile, Gesù esemplifica la via da percorrere nelle parole che seguono. Sono affermazioni che nessuno aveva mai osato fare come le fece Gesù e nessuno le ode, ancora oggi, da altri se non dal Vangelo. Il primo tema è tratto dal quinto comandamento: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai ...io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello sarà sottoposto al giudizio”. Gesù non propone una nuova casistica (con l’aggiunta delle altre due scansioni: chi dice stupido e pazzo al proprio fratello), o una nuova prassi giuridica, bensì un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli uomini: è l’amore che conta. Qui vi è il compimento della legge. Occorre, quindi, passare da un precetto in negativo alla positività dell’amicizia. L’amore ha un valore così alto da richiedere, se manca, l’interruzione dell’atto supremo del culto. Dice Gesù: “Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”. La “misericordia” vale più del “sacrificio”; il culto, come relazione con Dio, non può prescindere da un rapporto d’amore con gli uomini. E questo è valido anche nelle innumerevoli volte che sorgono liti tra gli uomini. Gesù usa l’esempio del debito da coprire o del credito da avere. Ed esorta a mettersi d’accordo senza dover ricorrere al giudice. È ovvio che si richiede quel primato della fraternità e dell’amore per gli altri che fa indietreggiare l’istinto egocentrico teso a soddisfare in ogni modo il proprio “io”, i propri interessi, e fa avanzare l’amore per gli altri e soprattutto il primato della riconciliazione sull’indifferenza e sul conflitto.