PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Preghiera per la pace
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Preghiera per la pace
lunedì 21 luglio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Matteo 12,38-42

Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: "Maestro, da te vogliamo vedere un segno". Ed egli rispose loro: "Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Quante volte anche noi, come quegli scribi e farisei, chiediamo un segno che ci tranquillizzi e ci rassicuri! Sembra una richiesta ragionevole, in fondo legittima. Anche Filippo chiese: facci vedere il Padre e ci basta! In fondo sembra così normale che per credere dobbiamo avere prove sufficienti, segni chiari che ci facciano scegliere. Ma se così fosse non sarebbe fiducia, ma realismo. La richiesta è piena di ambiguità e rivela diffidenza. Non crediamo sia sufficiente la testimonianza di Gesù con quello che ha fatto e quello che ha detto, cerchiamo prove sicure che ci liberino dalla fatica della scelta e della decisione. In realtà, come per gli uomini del Vangelo, anche per noi il Signore compie tanti miracoli, nei quali possiamo vedere la sua presenza, non per essere convinti ma per renderci conto del suo e nostro potere di amore. Gesù stesso non può dare altro segno che quello di Giona, ossia il mistero della sua morte e resurrezione. Infatti, come Giona fu trattenuto tre giorni nel ventre del pesce e poi fu fatto uscire e mandato a predicare a Ninive, così anche il Figlio dell’uomo starà tre giorni nella terra e poi verrà risuscitato dal Padre per essere il salvatore di tutti. Per questo motivo nelle lapidi delle catacombe sovente era raffigurato proprio Giona. Gesù è il segno dato da Dio agli uomini, segno infinitamente più grande di quello che fu Giona per Ninive. Pensiamo si tratti di una scelta troppo difficile. In realtà è la nostra diffidenza e la nostra paura che rendono impossibile quello che invece gli abitanti di Ninive o la regina di Saba scelsero perché spinti dalla consapevolezza del proprio peccato, dalla fiducia e dall’amore. Eppure noi facciamo fatica a credere a Gesù, a convertirci a lui, ad affidarci alla sua parola. La regina di Saba fece un lungo viaggio per andare ad ascoltare la sapienza di Salomone. E noi facciamo fatica anche solo ad aprire il Vangelo e a leggerlo. Oggi c’è bisogno non di segni straordinari, mirabolanti, esoterici, ma di una forte e chiara predicazione del Vangelo assieme ad una larga manifestazione di misericordia soprattutto verso i più deboli. Questi sono i segni che Gesù stesso metteva in atto e che ha affidato da compiere ai discepoli di ogni tempo. Questa pagina evangelica interroga ciascun discepolo e ciascuna comunità cristiana: chiede loro se sono davvero un “segno” di amore e di misericordia. È il compito che Gesù continua ad affidare alla sua Chiesa: essere luce e sale del mondo. Il credente riconosce, come gli abitanti di Ninive, come i pubblicani e i peccatori, come chi cerca e trova, chi bussa e gli viene aperto, il segno di Giona l’unico che ci mostra la vita che non finisce.