PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria di Gesù crocifisso
Parola di Dio ogni giorno

Memoria di Gesù crocifisso

Memoria della beata Madre Teresa di Calcutta.
Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Memoria di Gesù crocifisso
venerdì 5 settembre

Memoria della beata Madre Teresa di Calcutta.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Luca 5,33-39

Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!". Gesù rispose loro: "Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno".
Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: "Il vecchio è gradevole!"".


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

È un’esperienza che conosciamo tutti quella di ricercare regole e disposizioni chiare da seguire, magari anche severe, ma che ci sollevino dalla fatica e dalla responsabilità di comprendere ciò che il Signore vuole da noi. È per questo che i farisei vanno da Gesù e lodano i discepoli del Battista, perché digiunano e recitano preghiere proprie, mentre i suoi accettano inviti a pranzo senza preoccuparsi delle pratiche previste. “I tuoi mangiano e bevono”, dicono a Gesù. I farisei vogliono screditare Gesù: non solo non rispetta le pratiche previste, ma si distanzia pure dal movimento spirituale promosso dal Battista: questi invita alla penitenza mentre Gesù invita ai banchetti. Gesù risponde con un breve esempio: “potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?”. Gesù paragona i suoi giorni a quelli della festa per lo sposo. E in effetti la presenza di Gesù nelle città e nei villaggi provoca una sorta di festa, un clima nuovo di gioia e di speranza che coinvolge soprattutto i poveri, i malati, i peccatori. Del resto non è venuto a proporre un ideale ascetico e un rigorismo nei comportamenti. È venuto tra gli uomini per salvare dalla tristezza del peccato e per far gustare la gioia della guarigione e della salvezza. E questo sin da ora. Aggiunge che verrà il momento nel quale lo sposo “sarà loro tolto” – è la prima volta che l’evangelista allude alla morte violenta di Gesù – e allora i suoi discepoli sperimenteranno momenti difficili e dolorosi e digiuneranno; non potranno certo far festa. Aggiunge quindi altre due immagini per illustrare ancor meglio quanto ha appena detto. Con la prima afferma: “Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo”. Insomma, così si strappa il nuovo e non si ripara il vecchio. E con la seconda dice: “Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti”. Anche in questo caso il danno è duplice, sia per il vino che per gli otri. Le due immagini illustrano con molta efficacia la novità del messaggio evangelico: l’amore di Gesù non può essere contenuto negli schemi ritualistici propri dei farisei e neppure nell’atteggiamento esteriore di chi segue pratiche rituali ma con il cuore lontano da Dio e dagli altri perché ristretto al proprio io. Il Vangelo dell’amore ha una forza dirompente che non può essere contenuta dai nostri egocentrismi, dalle nostre pigrizie, dai nostri schemi puramente esteriori, dalle nostre formule con cui talora contrastiamo anche lo Spirito. Il dono di Dio richiede sempre un cuore nuovo, ossia un cuore che si converte, una mente che ascolta e si lascia guidare dalla sua Parola. L’ostinazione nelle proprie idee e nelle proprie tradizioni rende ciechi e freddi: fa amare più se stessi che la novità del Vangelo, sino a dire, appunto, che “il vecchio è gradevole”, ossia che si preferisce sempre il proprio io e le proprie abitudini alla novità del Vangelo. L’apostolo Paolo – proprio per sconfiggere la tentazione a fermarsi sulle proprie tradizioni – scriverà ai Galati: “quello che importa è l’essere una nuova creatura” (6,15). È da uomini nuovi che nascerà un mondo nuovo.