PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno

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Festa del Cristo nero di Esquipulas, in Guatemala, venerato in tutto il Centro America.
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Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 15 gennaio

Festa del Cristo nero di Esquipulas, in Guatemala, venerato in tutto il Centro America.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla lettera agli Ebrei 3,7-14

Per questo, come dice lo Spirito Santo:

Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori
come nel giorno della ribellione,
il giorno della tentazione nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova,
pur avendo visto per quarant'anni le mie opere.
Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: hanno sempre il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
Così ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel mio riposo.

Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato. Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall'inizio.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo brano della Lettera agli Ebrei inizia citando la seconda parte del salmo 95 che condanna la sordità del popolo di Israele negli anni dell'esodo nel deserto. Il salmo, in verità, inizia come un canto di invito ad entrare nel santuario: "Venite, giubiliamo nel Signore; leviamo grida di gioia alla roccia della nostra salvezza! Entriamo al suo cospetto rendendo grazie; accla-miamolo con canti di lode!… Entriamo, inginocchiamoci e prostriamoci; genuflettiamoci davanti al Signore che ci ha creato!" (Sal 95,1-6). Forse l'autore voleva sottolineare che il nuovo popolo dei discepoli è già entrato nella casa del Signore e quindi è tenuto ancor più ad ascoltare la Parola di Dio e a non indurire il proprio cuore come fecero gli ebrei a Massa e Meriba. Si potrebbe dire che, come la misericordia di Dio verso di noi è stata più grande rispetto a quella avuta per il popolo di Israele nel deserto, così la nostra disponibilità all'ascolto della Parola del Signore deve essere ben più pronta. Certo è che dall'ascolto del Vangelo dipende l'ingresso nella casa del Signore e il permanervi come familiari. L'autore della Lettera chiede non solo di non allontanarsi da Dio, quindi di continuare ad ascoltare la sua Parola, ma di esortarci "a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato". Vi è una gran sapienza pastorale in questa indicazione: solo una fraternità effettiva, quotidiana, garantisce di continuare ad essere discepoli. L'autore sacro si rivolge all'intera comunità: tutti i "fratelli" hanno la responsabilità di essere attenti gli uni verso gli altri e di preoccuparsi soprattutto di coloro che non prestano più ascolto alla voce di Dio. Non solo alcuni sono chiamati alla responsabilità verso gli altri. Tutti, ciascun cristiano, sono chiamati a tenere gli occhi aperti sul fratello perché non si perda. In tal senso, a ciascun discepolo è affidata la "paraclisi", ossia il potere di consolare i fratelli per impedire la "sclerosi" del cuore, quell'indurimento che rende l'uomo amaro, scontento ed egocentrico. Non è possibile, infatti, essere discepoli di Gesù per proprio conto o separati dai fratelli: si è discepoli unicamente se si ascolta assieme la Parola di Dio. Nell'ascolto comune della Scrittura, infatti, lo stesso Spirito Santo parla ed edifica in un solo corpo coloro che lo ascoltano. La continuità nell'ascolto rende discepoli coloro che accolgono nel cuore la Parola che viene seminata in loro. E "l'oggi" che la Lettera invoca è la vita quotidiana illuminata dal Vangelo. Così entriamo nel riposo che il Signore concede ai suoi fedeli. Esortarsi a vicenda, sostenersi mutuamente e pregare insieme gli uni per gli altri edifica la comunità come famiglia di Dio capace di accogliere e consolare.