PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria di Gesù crocifisso
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria di Gesù crocifisso
venerdì 6 marzo


Lettura della Parola di Dio

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Dal libro della Genesi 37,3-4.12-13.17-28

Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.
I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: "Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro". Gli rispose: "Eccomi!". Quell'uomo disse: "Hanno tolto le tende di qui; li ho sentiti dire: "Andiamo a Dotan!"". Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire. Si dissero l'un l'altro: "Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: "Una bestia feroce l'ha divorato!". Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!". Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: "Non togliamogli la vita". Poi disse loro: "Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano": egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua.
Poi sedettero per prendere cibo. Quand'ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di resina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto. Allora Giuda disse ai fratelli: "Che guadagno c'è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne". I suoi fratelli gli diedero ascolto. Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.

 

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Questa pagina del libro della Genesi racconta la vicenda di Giuseppe, figlio di Giacobbe e della moglie prediletta Rachele, allorché i fratelli, presi dall'invidia del suo ruolo nella famiglia e dei suoi sogni, cercano di toglierlo di mezzo. È una storia emblematica che ci porta a intravedere in lui – uomo giusto condannato per invidia – la figura di Gesù che tra qualche settimana vedremo venduto e condannato ingiustamente per l'invidia dei sacerdoti, degli scribi e dei farisei con la complicità dei romani e degli abitanti di Gerusalemme. Ruben, il fratello maggiore di Giuseppe, convince i fratelli a non ucciderlo ma a venderlo a dei mercanti che stavano passando in quel momento. Costoro, dopo averlo comprato, lo conducono nel paese d'Egitto ove però Giuseppe, mostrando notevoli capacità gestionali, raggiunge i vertici più alti della società egiziana sino a diventare uno tra i più stretti collaboratori del faraone. Sappiamo che Giuseppe non si vendicherà con i fratelli. Anzi, nel momento drammatico della carestia diverrà il salvatore loro e del padre, non senza però aver prima ritessuto quel rapporto di fraternità che i fratelli avevano lacerato. È una vicenda, questa di Giuseppe, che ci aiuta a comprendere quella di Gesù che ci salva dal peccato e dalla morte. E inizia a salvarci sottraendoci alla solitudine, creando una nuova fraternità, una nuova rete di relazioni e rapporti basati non sul sangue ma sullo spirito dell'amore che lui stesso ci dona. E ci rende così partecipi della sua visione, del suo grande sogno, quello di fare di tutti i popoli della terra una grande famiglia che ha Dio come Padre e Lui come primogenito di noi tutti.

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