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Memoria della Chiesa
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Memoria dei santi Addai e Mari, fondatori della Chiesa caldea. Preghiera per i cristiani in Iraq.
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Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 28 maggio

Memoria dei santi Addai e Mari, fondatori della Chiesa caldea. Preghiera per i cristiani in Iraq.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro del Siracide 42,15-25

Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quello che ho visto.
Per le parole del Signore sussistono le sue opere,
e il suo giudizio si compie secondo il suo volere.
Il sole che risplende vede tutto,
della gloria del Signore sono piene le sue opere.
Neppure ai santi del Signore è dato
di narrare tutte le sue meraviglie,
che il Signore, l'Onnipotente, ha stabilito
perché l'universo stesse saldo nella sua gloria.
Egli scruta l'abisso e il cuore,
e penetra tutti i loro segreti.
L'Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
annunciando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
Ha disposto con ordine le meraviglie della sua sapienza,
egli solo è da sempre e per sempre:
nulla gli è aggiunto e nulla gli è tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre
per tutte le necessità, e tutte gli obbediscono.
Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all'altra,
egli non ha fatto nulla d'incompleto.
L'una conferma i pregi dell'altra:
chi si sazierà di contemplare la sua gloria?


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il salmista canta: "I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento" (Sal 19,2). Il credente riconosce che nella natura risplende la gloria di Dio, e che le opere del creato narrano la bontà del Creatore. La natura non è infatti uno strumento nelle mani dell'uomo, ma espressione dell'amore di Dio. Il Creatore ha un amore così grande da non poter restare chiuso in sé stesso; per sua natura è espansivo, ossia si proietta fuori di sé, dà inizio a nuove realtà, porta all'esistenza ciò che non esisteva, suscita vita là dove non c'era nessuna fertilità. Il creato rimanda al Creatore, come l'opera rimanda all'artista. Non c'è bellezza alcuna senza la volontà di Colui che crea. La creazione – come afferma il libro della Genesi (1,2) è iniziata con la Parola: la luce appare quando Dio la chiama ad esistere, le tenebre appaiono come tali poiché la luce mostra il buio con il suo intrinseco limite. Quel che accade con la luce si ripete col resto del creato. Tutte le cose esistono perché Dio le ha chiamate e assieme formassero il luogo ove gli uomini abitassero. Per questo la natura diviene per l'uomo una scuola di contemplazione della gloria di Dio e del suo amore. In questo senso l'uomo, creato a immagine di Dio, diviene il grande interprete della creazione, che è chiamato a custodire perché sia sempre luogo di pace e giardino di amore per tutti. Nell'orizzonte della creazione – che è la natura – si sviluppa la storia che l'autore sacro delinea quando afferma: "L'Altissimo conosce tutta la scienza e osserva i segni dei tempi annunciando le cose passate e future e svelando le tracce di quelle nascoste. Nessun pensiero gli sfugge, neppure una parole gli è nascosta". È Dio che guida la storia. L'uomo è chiamato a partecipare, assieme a Dio che ne è il Signore, alla custodia e alla trasformazione del creato. Non ne è il creatore, ma l'amministrazione. Grande è perciò la responsabilità dell'uomo, nel contemplare la bellezza della creazione fatta da Dio e nell'impegno a rendere il creato sempre più vicino al disegno che Dio ha iscritto nel profondo della creazione stessa.