PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Madre del Signore
Parola di Dio ogni giorno

Memoria della Madre del Signore

Ricordo di Athenagoras (1886-1972), patriarca di Costantinopoli, padre del dialogo ecumenico.
Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Memoria della Madre del Signore
martedì 7 luglio

Ricordo di Athenagoras (1886-1972), patriarca di Costantinopoli, padre del dialogo ecumenico.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Lo Spirito del Signore è su di te,
chi nascerà da te sarà santo.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro della Genesi 32,23-33

Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quello disse: "Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora". Giacobbe rispose: "Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!". Gli domandò: "Come ti chiami?". Rispose: "Giacobbe". Riprese: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!". Giacobbe allora gli chiese: "Svelami il tuo nome". Gli rispose: "Perché mi chiedi il nome?". E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: "Davvero - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva". Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all'anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quell'uomo aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Ecco, Signore, i tuoi servi:
avvenga a noi secondo la Tua Parola.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Giacobbe è in un momento difficile. Sta ritornando nella terra promessa, ma ha paura dell'incontro con il fratello Esaù, dal quale si era separato in modo ostile. Vuole però ricostruire con Esaù un rapporto pacifico. Nell'incertezza della solitudine una presenza misteriosa ingaggia una lotta con lui. Il testo non identifica subito questo personaggio, quasi per aiutare anche noi a scoprirlo insieme a Giacobbe. Infatti Giacobbe nel suo lungo viaggio sembra essersi dimenticato della compagnia di Dio. Ma il Signore non lo ha dimenticato, e forza il credente ingaggiando una lotta con lui perché riconosca di nuovo la sua presenza. Potremmo dire che la vita del credente è sempre agonica, piena di lotta contro l'orgoglio, l'autosufficienza, la dimenticanza. È Dio che lotta contro il nostro egoismo. Il credente deve anche lottare senza sapere con chi, ma per strappare, questa volta non con l'astuzia ma con tutto se stesso, la benedizione. Dio cambia a lui il nome in Israele, perché ha combattuto. La fede è spesso una lotta al buio, ma apre sempre all'incontro finalmente personale, faccia a faccia, con Dio. E lascia il segno, che è di cambiamento, come fu cambiato il nome e la storia di Giacobbe che divenne da allora Israele. Stare con Dio vuol dire anche lottare contro se stessi e contro il male che tiene schiavo il mondo. Ma il Signore ci riveste della forza del suo amore.