PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 28 gennaio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal secondo libro di Samuele 7,18-19.24-29

Allora il re Davide andò a presentarsi davanti al Signore e disse: "Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui? E questo è parso ancora poca cosa ai tuoi occhi, Signore Dio: tu hai parlato anche della casa del tuo servo per un lontano avvenire: e questa è la legge per l'uomo, Signore Dio! Hai stabilito il tuo popolo Israele come popolo tuo per sempre, e tu, Signore, sei diventato Dio per loro. Ora, Signore Dio, la parola che hai pronunciato sul tuo servo e sulla sua casa confermala per sempre e fa' come hai detto. Il tuo nome sia magnificato per sempre così: "Il Signore degli eserciti è il Dio d'Israele!". La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te! Poiché tu, Signore degli eserciti, Dio d'Israele, hai rivelato questo al tuo servo e gli hai detto: "Io ti edificherò una casa!". Perciò il tuo servo ha trovato l'ardire di rivolgerti questa preghiera. Ora, Signore Dio, tu sei Dio, le tue parole sono verità. Hai fatto al tuo servo queste belle promesse. Dégnati dunque di benedire ora la casa del tuo servo, perché sia sempre dinanzi a te! Poiché tu, Signore Dio, hai parlato e per la tua benedizione la casa del tuo servo è benedetta per sempre!".


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Davide è colpito dall'amore di Dio e dalla preoccupazione che ha per lui e per Israele. E dal cuore del re sale una preghiera umile e intensa: "Chi sono io, Signore Dio, e che cos'è la mia casa, perché tu mi abbia fatto arrivare fino a questo punto?" Davide sa bene ormai che ogni cosa gli viene da Dio. Senza poter vantare meriti particolari, Dio lo aveva scelto e posto a capo di un regno che per ora gli viene confermato "per un lontano avvenire". Davide "va a presentarsi" al Signore. Prima che un movimento fisico è un atteggiamento interiore. All'inizio, non sa trovare neppure le parole per ringraziare degnamente il Signore, ma è consapevole che il Signore è fedele e che non lo abbandonerà mai: "Tu sei davvero grande Signore Dio! Nessuno è come te". La fedeltà di Dio al suo popolo fonda l'esistenza e la vocazione di Israele: "E chi è come il tuo popolo, come Israele, unica nazione sulla terra che Dio è venuto a riscattare come popolo per sé e a dargli un nome?". Davide è preso dallo stupore nel considerare la grandezza e la generosità di Dio. Anche Mosè cantò l'amore di Dio per Israele dopo il passaggio del Mar Rosso (Es 15,11); così pure cantano i salmi (specialmente Sal 92-99) e i profeti (Ger 10,6). Le sue parole riecheggiano quelle del Deuteronomio: "Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità dei cieli all'altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per noi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi? Tu sei diventato spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n'è altri fuori di lui" (Dt 4,32-35). Davide supplica il Signore perché confermi per sempre la promessa fatta ad Israele. È una richiesta audace (v. 26b), al punto che lo stesso Davide si meraviglia mentre la chiede. Confessa però che la sua audacia nel chiedere è motivata dalla stessa promessa divina (v. 27). Davide non si stanca di ripeterla (vv. 28-29). Sa bene che Dio è l'unico Signore che tutto può e che è fedele per sempre. Davide, divenuto familiare di Dio, può chiedere la benedizione del cielo per sé e per tutto il popolo.