PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei Santi e dei Profeti
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 9 marzo


Lettura della Parola di Dio

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Dal libro del profeta Isaia 49,8-15

Così dice il Signore:
"Al tempo della benevolenza ti ho risposto,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo,
per far risorgere la terra,
per farti rioccupare l'eredità devastata,
per dire ai prigionieri: "Uscite",
e a quelli che sono nelle tenebre: "Venite fuori".
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
Non avranno né fame né sete
e non li colpirà né l'arsura né il sole,
perché colui che ha misericordia di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti d'acqua.
Io trasformerò i miei monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente
e altri dalla regione di Sinìm".
Giubilate, o cieli,
rallégrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo
e ha misericordia dei suoi poveri.
Sion ha detto: "Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato".
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.

 

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Il brano che abbiamo ascoltato è tratto da quella parte del libro di Isaia scritta durante l'esilio. L'autore sacro l'ha posto subito dopo il secondo canto del servo di Dio (Is 49,1-6). E descrive con qualche enfasi il ritorno di Israele in patria e la ricostruzione di Gerusalemme. È un annuncio di gioia e di speranza che coinvolge l'intera creazione. Tutta l'umanità, i cieli, la terra e i monti sono invitati ad esultare insieme perché il Signore non si è stancato del suo popolo, non si è dimenticato di lui, non lo ha abbandonato anche se si è allontanato da lui. Il suo amore è saldo, perenne e forte. Israele sa bene, per esperienza ripetuta, che il Signore non lo ha mai abbandonato. È vero il contrario: quante volte Israele ha voltato le spalle al Signore per legarsi ad altri dèi! Ed è il Signore stesso che si avvicina nuovamente e gli ricorda: "Al tempo della misericordia ti ho ascoltato" (v. 8). Possiamo dire che il "tempo della misericordia" è l'intera storia di Israele. Nonostante l'infedeltà del popolo, il Signore non riesce a "dimenticarlo". Dopo un periodo di purificazione e di esilio il Signore è disposto a far "risorgere il paese", a radunare di nuovo i figli dispersi di Israele e a prospettare per loro un futuro di pace e di prosperità. E si avvicina al suo popolo non come un giudice maestoso e implacabile, ma come "colui che ha pietà"; come una madre tenera che si prende cura dei suoi figli e si commuove per loro. È un amore così alto e straordinario da essere difficile persino da comprendere: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai" (v. 15). Sono affermazioni davvero impensabili con la sola ragione. Ma esse sono alla radice della nostra fede. Come non commuoversi di fronte a un Dio così pronto a mischiarsi con la nostra storia anche di peccato? E se non bastasse ha voluto ancora andare oltre con l'incarnazione del suo stesso Figlio. E l'apostolo Paolo giunge a scrivere: "Ora a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Rm 5,7-8). E lo contempleremo tra non molto, mentre va a morire per noi sulla croce.