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Memoria dei poveri
Parola di Dio ogni giorno

Memoria dei poveri

Memoria di san Benedetto (+547), padre dei monaci d'Occidente e loro guida con la regola che porta il suo nome.
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Libretto DEL GIORNO
Memoria dei poveri
lunedì 11 luglio

Memoria di san Benedetto (+547), padre dei monaci d'Occidente e loro guida con la regola che porta il suo nome.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro del profeta Isaia 1,10-17

Ascoltate la parola del Signore,
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all'insegnamento del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
"Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero?
- dice il Signore.
Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di pingui vitelli.
Il sangue di tori e di agnelli e di capri
io non lo gradisco.
Quando venite a presentarvi a me,
chi richiede a voi questo:
che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili;
l'incenso per me è un abominio,
i noviluni, i sabati e le assemblee sacre:
non posso sopportare delitto e solennità.
Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste;
per me sono un peso,
sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani,
io distolgo gli occhi da voi.
Anche se moltiplicaste le preghiere,
io non ascolterei:
le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Con l'invito ad ascoltare la parola del Signore, rivolta ai capi e al popolo, si apre la seconda parte della invettiva del profeta che occupa l'intero primo capitolo del libro di Isaia. Il profeta insiste perché si ascolti la parola del Signore. È nell'ascolto fedele alla parola del Signore, infatti, che si può nutrire una speranza di salvezza anche nelle situazioni più difficili. Tutto Israele, i suoi capi e il popolo, è paragonato a Sodoma e Gomorra, le due città che si erano macchiate del peccato di inospitalità verso lo straniero e per questo erano state distrutte. È una similitudine foriera di un'analoga fine. L'invettiva del profeta è robusta e ultimativa: "Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? - dice il Signore - Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli". E con una severa ingiunzione: "Smettete di presentare offerte inutili... Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli". Sono parole di una durezza inusitata. In verità, già il profeta Osea, di fronte ad un analogo comportamento, faceva rispondere a Dio: "Voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti" (6,6). Il Signore non solo non gradisce, addirittura prova disgusto di ogni atto religioso se non è accompagnato dalla misericordia e dalla compassione. Questa pagina del profeta Isaia risuona con ancor maggiore urgenza in questo anno nel quale papa Francesco vuole aprirci il cuore e la mente ad accogliere e a comprendere la misericordia del Signore che già nel Vecchio Testamento appare in tutta la sua forza come l'architrave dell'agire di Dio nella storia. È in questa linea di profondità spirituale che Isaia ci fa comprendere che non basta stendere le mani verso Dio per la preghiera, se esse non sono piene di amore e di giustizia verso chi è debole e povero. Dio stesso invita a discutere con lui, perché cessiamo di fare il male e impariamo a compiere il bene e ad amare i poveri. Anche se i nostri peccati sono gravi, anche se ci ostiniamo ad ascoltare solo noi stessi, il Signore, che è davvero amico dell'uomo, è pronto a perdonare e a rinnovare la nostra vita se ci lasciamo invadere dalla sua misericordia.