PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei poveri
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria dei poveri
lunedì 14 novembre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro dell'Apocalisse 1,1-5; 2,1-5

Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte: il tempo infatti è vicino.
Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, All'angelo della Chiesa che è a Èfeso scrivi:
"Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro. Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, convèrtiti e compi le opere di prima. Se invece non ti convertirai, verrò da te e toglierò il tuo candelabro dal suo posto.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

In queste due ultime settimane dell'anno liturgico, la prima lettura della Messa quotidiana ci presenta alcune pagine dell'Apocalisse (un termine che letteralmente significa "rivelazione", "svelamento"). Potremmo dire che l'intera Sacra Scrittura è una rivelazione, uno svelamento del mistero di amore di Dio per noi. Questo ultimo libro del Nuovo Testamento svela il mistero dell'amore di Gesù ch'è venuto a salvare il mondo dal peccato e dalla morte mediante la sua morte e risurrezione. Il libro - come nota l'autore, che la tradizione vuole sia Giovanni - è anche una "profezia" (v.3) nel senso che rivela il senso della vita, quel filo rosso dell'amore di Dio che traversa e lega il groviglio della vicenda umana fino al suo compimento nel cielo. Giovanni, al termine del testo, usa parole simili a quelle dell'inizio: "Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere rapidamente. Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro" (22,6-7). Gesù comunica a Giovanni quel che ha ricevuto dal Padre attraverso un angelo. In effetti, c'è sempre bisogno di un angelo per udire e comprendere il mistero di Dio. Già il profeta Amos diceva: "Il Signore non fa cosa alcuna senza averla prima rivelata ai suoi servi, i profeti" (3,7). La rivelazione infatti non è mai un processo chiuso in ciascuno di noi, non è una sorta di autorivelazione. Tutti siamo invitati a uscire da noi stessi e a metterci in ascolto di un Altro. Il Signore invia sempre un angelo che ci parla e spiega il Vangelo. E chi a sua volta lo comunica, come Giovanni, diviene un "servo" di quella parola: non è mandato a comunicare se stesso, ma la Parola di Dio, la volontà di Dio, il pensiero di Dio e gli eventi imminenti, "che devono presto accadere" (v. 1). Per questo Giovanni può pronunciare la prima delle sette beatitudini che traversano questo libro: "beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia". È un invito personale ("beato chi legge") e assieme comune ("coloro che ascoltano") ad ascoltare Colui che parla. La Parola di Dio va ascoltata personalmente perché si creino quei legami che permettono ad estranei di diventare una comunità di credenti.