PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno

Vigilia del giorno del Signore

Memoria di san Cirillo, vescovo di Gerusalemme (+387). Preghiera per Gerusalemme e per la pace in Terra Santa.
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Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 18 marzo

Memoria di san Cirillo, vescovo di Gerusalemme (+387). Preghiera per Gerusalemme e per la pace in Terra Santa.


Lettura della Parola di Dio

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Dal vangelo di Luca 15,1-3.11-32

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: "Costui accoglie i peccatori e mangia con loro". Ed egli disse loro questa parabola:
Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: "Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati". Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"".


 

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Mentre continuiamo il nostro cammino quaresimale al seguito di Gesù ci viene offerta questa pagina evangelica sul perdono. Come spesso notano i Vangeli, molta folla segue Gesù, ed è composta per lo più di malati, di peccatori, di gente abbandonata. Tutto ciò non passa inosservato. Anzi, questo rapporto privilegiato con i peccatori è uno dei motivi di accusa dei farisei contro Gesù. Ma non è un legame casuale; anzi, fa parte della stessa missione di Gesù e, si potrebbe dire, dell'immagine stessa di Dio. Ecco perché Gesù risponde all'accusa di frequentare i peccatori parlando non di sé ma di Dio, di come agisce Dio, di com'è fatto Dio. Nella parabola del figlio prodigo vuole mostrare appunto qual è il comportamento di Dio. La parabola, infatti, dovrebbe intitolarsi più al Padre misericordioso che al figlio prodigo. Essa in effetti è tutta centrata sull'insolito comportamento del padre, più che sulle decisioni del figlio. Il padre, infatti, nonostante tutto quel che il figlio minore gli aveva fatto, aspetta che torni a casa per abbracciarlo e fare festa. Ma non è solo il figlio minore ad essere lontano dal padre. Anche il maggiore era ben distante dai sentimenti di misericordia senza limiti che il padre aveva. La narrazione della parabola mostra l'attesa del padre che aspetta che il minore torni, e appena lo vede gli corre incontro. È singolare che un vecchio si metta a scendere di corsa verso quel giovane che lo aveva rifiutato e tradito. Ma così è fatto il nostro Dio. Egli ci viene incontro di corsa pur di riaverci. È questo il senso del perdono cristiano: esso parte da Dio, ancor prima che da noi spunti il pentimento. A noi è chiesto solo di accoglierlo, di riconoscerlo. Potremmo dire che la scena del padre che abbraccia il figlio è l'icona più chiara del sacramento della Confessione: l'abbraccio misericordioso di Dio. Quel padre sembra non saper stare senza i figli. Esce perciò anche verso il figlio maggiore che non voleva entrare: vuole che anche lui abbracci il fratello. Dio è fatto così: precede sempre nell'amore e corre verso di noi, peccatori, per abbracciarci e per insegnarci ad abbracciarci a vicenda. E il tempo della Quaresima è un tempo opportuno per vivere la ricchezza e la gioia del perdono, sia con la Confessione che con la riconciliazione tra fratelli.