PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno

Vigilia del giorno del Signore

Memoria di Floribert Bwana Chui, giovane congolese della Comunità di Sant'Egidio, ucciso nel 2007 da ignoti a Goma per essersi opposto a un tentativo di corruzione.
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Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 8 luglio

Memoria di Floribert Bwana Chui, giovane congolese della Comunità di Sant'Egidio, ucciso nel 2007 da ignoti a Goma per essersi opposto a un tentativo di corruzione.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Salmo 135 (134), 1-6

1 Alleluia.
Lodate il nome del Signore,
lodatelo, servi del Signore,

2 voi che state nella casa del Signore,
negli atri della casa del nostro Dio.

3 Lodate il Signore, perché il Signore è buono;
cantate inni al suo nome, perché è amabile.

4 Il Signore si è scelto Giacobbe,
Israele come sua proprietà.

5 Sì, riconosco che il Signore è grande,
il Signore nostro più di tutti gli dèi.

6 Tutto ciò che vuole
il Signore lo compie in cielo e sulla terra,
nei mari e in tutti gli abissi.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Salmo 135, assieme al seguente, formano il "Grande Hallel, ossia la "grande lode" per il "credo" del popolo di Israele. È un "credo" fatto non di verità astratte, ma della narrazione della storia di Dio con il suo popolo, Israele. All'inizio c'è una scelta, quella del Signore di fare di Israele il suo popolo. Da questa scelta di Dio deriva quella conseguente di Israele: Dio è l'unico Signore e sta al di sopra di tutti gli dèi. Egli, che ha creato il mondo, ha anche liberato Israele dalla schiavitù dell'Egitto conducendolo nella terra promessa ove continua a proteggerlo e a sostenerlo. Il salmista, nel tessere la lode per questo "credo", parte dalla scelta di Dio: «Il Signore si è scelto Giacobbe, Israele come sua proprietà» (v. 4). L'itinerario della fede di Israele parte dall'esperienza dell'amore di Dio che poi riconosce anche come Creatore del cielo e della terra. In effetti, la fede di Israele – e sarà così anche per la fede cristiana – non parte da verità astratte, ma dall'esperienza della liberazione dalla schiavitù egiziana. Il Dio della tradizione ebraico-cristiana è il liberatore dalla schiavitù, da quella del peccato e della morte. È anche la nostra esperienza di fede. Noi iniziamo a credere nel Signore quando siamo coinvolti in un incontro, in un'esperienza con i fratelli, con i poveri, nell'ascolto della Parola di Dio. Questa esperienza ci apre gli occhi del cuore e riconosciamo Dio come l'unico Signore della nostra vita. Egli ci guarda sin dalla creazione del mondo. E continua a sostenerci con il suo amore. Il Signore ha fatto tutto per amore. E la sua forza è nell'amore. Egli continua a sostenere e a guidare: «Tutto ciò che vuole il Signore lo compie in cielo e sulla terra» (v. 6), governa le nubi, la pioggia e i venti (v. 7). L'esperienza di essere liberati per costituire il suo popolo ci introduce alla comprensione della universalità della salvezza. Il Signore si è scelto il popolo di Israele non perché il popolo si rinchiuda in se stesso, ma perché si prenda cura di tutti i popoli della terra. Il salmista, nei versetti seguenti, descrive la liberazione di Israele dall'Egitto come l'opera per eccellenza tra tutte le opere di Dio. I «segni e prodigi» che ha compiuto e che continua a compiere non sono posti per mostrare la sua potenza, ma per manifestare quanto è grande e forte il suo amore per noi e per tutti i popoli.