PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Preghiera per la pace
Parola di Dio ogni giorno

Preghiera per la pace

Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per la pace. Memoria della deportazione degli ebrei di Roma nel 1943 durante la seconda guerra mondiale.
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Libretto DEL GIORNO
Preghiera per la pace
lunedì 16 ottobre

Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per la pace. Memoria della deportazione degli ebrei di Roma nel 1943 durante la seconda guerra mondiale.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro degli Atti 16,11-26

Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni. Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite. Ad ascoltare c'era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: "Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa". E ci costrinse ad accettare.
Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una schiava che aveva uno spirito di divinazione: costei, facendo l'indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni. Ella si mise a seguire Paolo e noi, gridando: "Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza". Così fece per molti giorni, finché Paolo, mal sopportando la cosa, si rivolse allo spirito e disse: "In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei". E all'istante lo spirito uscì.
Ma i padroni di lei, vedendo che era svanita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città. Presentandoli ai magistrati dissero: "Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare". La folla allora insorse contro di loro e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

L'apostolo Paolo entra per la prima volta in Europa. Era circa l'anno 50. Vi entra chiamatovi dallo «Spirito di Gesù». Potremmo dire che l'Europa attendeva il Vangelo, come ha mostrato il grido del macedone. In verità, vi erano già a Roma seguaci di Gesù, probabilmente di origine ebraica, come ricordano gli stessi Atti degli Apostoli nel giorno di Pentecoste. Ma nella narrazione di Luca, Filippi è la prima tappa del lungo itinerario della Parola di Dio verso Roma portatavi da Paolo. Il testo, a questo punto, prosegue con il «noi» suggerendo l'aggregarsi di Luca alla missione dell'apostolo e di Sila. Ad accogliere Paolo a Filippi è un gruppo di donne, guidate da Lidia, una commerciante di tessuti, timorata di Dio. Costei, dopo aver ascoltato Paolo, si converte e chiede di essere battezzata. La predicazione del Vangelo era efficace e portava cambiamenti profondi tra la gente. Va notato che la predicazione evangelica operava a partire dai cuori della gente. Avvenne anche con una schiava che con le sue pratiche procurava non poco denaro ai suoi padroni. Ma fu liberata da Paolo. E cambiò vita. Come appariva evidente, il Vangelo provocava cambiamenti profondi, ma non attraverso influenze dirette sul piano politico, economico o sociale. Il Vangelo operava attraverso la conversione dei cuori della gente che iniziava a comportarsi in maniera diversa. La predicazione perciò non restava chiusa nelle case, aveva immediatamente risvolti anche sociali. Ebbene, questi cambiamenti provocarono la reazione di coloro che avevano fatto dello sfruttamento il modo per vivere. Costoro sobillarono l'intera città contro Paolo e Sila che vennero arrestati. La predicazione del Vangelo trova sempre chi vuole incatenarla. Ma i discepoli di Gesù sanno ormai che il Vangelo è più forte delle catene. Avviene che mentre Paolo e Sila erano in preghiera un terremoto improvviso spalancò le porte del carcere e sciolse le catene dai loro piedi e dai loro polsi. Sono i segni della liberazione da ogni schiavitù che sempre avviene ogni volta che ci si affida al Signore.