ROMA. Pena di morte, moratoria, abolizione. Se ne continua a parlare, puntigliosamente, passo dopo passo, Paese dopo Paese, conquista dopo conquista. Sempre lo stesso, noioso, refrain? Difficile sostenerlo, se solo si pensa che dal 1973 sono 138, negli Usa, i condannati alla pena capitale riconosciuti innocenti in extremis e usciti dopo anni, o decenni, di prigione. Quanti, invece, sono gli innocenti "giustiziati", nessuno lo sa. Anche per questo «l'abolizione della pena di morte dà dignità allo Stato», ha sottolineato il ministro per la cooperazione e l'integrazione Andrea Riccardi al convegno "Per un mondo senza la pena di morte, No Justice without Life", che ha raccolto ieri a Roma una ventina di ministri della giustizia dai quattro angoli del mondo, nella prima delle due giornate contro la pena capitale organizzate dalla Comunità di Sant'Egidio. «L'Italia è in prima linea per l'abolizione della pena di morte», ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino. Il 2011 è stato un anno positivo sul fronte abolizionista: l'Illinois è diventato il 16/mo Stato Usa a cancellarla, e 11 Paesi nel mondo, pur emettendo sentenze capitali, non le eseguono.
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