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Motivazione Premio Carlo Magno 2009


 
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Comitato del Premio Internazionale Carlo Magno 2009
Motivazioni per l'attribuzione al prof. Andrea Riccardi
 

A velocità mozzafiato l’originaria Comunità dei Sei è diventata recentemente l’Unione dei 27; una unione che oggi comprende quasi tutto il continente. Ma più l’UE si allarga, più i suoi cittadini e le sue cittadine sembrano guardare ad essa con scetticismo. Le problematiche connesse all’integrazione economica, monetaria e sociale, alle strategie di allargamento e ad altri temi di attualità politica hanno fatto perdere di vista le ben più importanti questioni delle radici spirituali e culturali dell’Europa unita, dei suoi valori fondamentali e della sua coesione interna.

Se però vogliamo che i cittadini e le cittadine dell’Europa partecipino e siano coinvolti in un’ulteriore unificazione del nostro continente, nostro obiettivo primario deve essere quello di portare le persone a considerare che è un valore costruire l’Europa spiritualmente, moralmente e politicamente. La UE possiede le premesse materiali necessarie a risolvere i nostri problemi economici e sociali. Ma per conquistare il futuro è fondamentale la questione delle condizioni spirituali dell’Europa e della sua coesione interna. Si tratta innanzitutto di valori immateriali, del nostro concetto della dignità dell’uomo, della democrazia, della libertà, della responsabilità e con questo anche del ruolo della società civile.

Perché l’Europa non vive solamente di stati, governi o istituzioni, ma prima di tutto della disponibilità dei suoi cittadini di farsi comunità, di prendere posizione e assumere responsabilità. L’Europa vive attraverso gli uomini che incarnano e testimoniano i valori europei nella UE e al di là di essa nella sfera internazionale.

Per onorare un esempio straordinario di impegno civile in favore di un'Europa più umana e solidale all'interno e all'esterno delle sue frontiere, per la comprensione tra i popoli, le religioni e le culture, per un mondo più pacifico e giusto, il direttorio dell’associazione per il conferimento del premio internazionale Carlo Magno di Aachen nel 2009 onora il Prof. Andrea Riccardi, storico italiano e fondatore della Comunità di Sant’Egidio.

“Possediamo valori preziosi con una ricchezza di libertà, fede, solidarietà, cultura e umanità che sono importanti per il futuro del mondo. Non dobbiamo perderci, perché in questo modo si smarrirebbe una parte importante di umanità nel mondo di oggi. Divisi però ci dissiperemo e ci smarriremo, e perderemo quello per cui ci adoperiamo. Uniti, come europei che sono uniti nella diversità, saremo una forza gentile e salda nel mondo di oggi: una fonte di umanità. Dobbiamo far crescere la passione per l’Europa e per la forza unificatrice fra i nostri cittadini europei. Non è una passione sbiadita. Essere europei nel mondo è una vocazione. In questo nostro mondo anche pochi – e noi non siamo così pochi – possono influenzare il futuro. Se l’11 settembre del 2001 pochi uomini hanno sconvolto il mondo con il terrorismo e hanno portato la morte, così pochi o tanti che sognano un’Europa unita possono offrire a molti europei pace e ideali. Questo è l’umanesimo europeo che può costruire la pace”.

Quando Andrea Riccardi illustra/descrive la sua visione ai suoi compagni di impegno, esprime anche un incoraggiamento e un appello a tutti gli europei a contribuire con la forza delle loro tradizioni culturali e spirituali alla costruzione di un mondo più pacifico e giusto.

Andrea Riccardi è nato il 16 gennaio 1950 a Roma, ed è cresciuto per un certo tempo a Rimini. Dopo lo studio in giurisprudenza si è specializzato in storia contemporanea e della Chiesa. Dal 1981 è docente universitario. Dopo aver lavorato all’Università di Bari e alla Sapienza di Roma, oggi è ordinario di Storia contemporanea all’Università degli studi di Roma Tre. Numerose monografie su importanti temi di storia della chiesa e del cristianesimo contemporaneo e alcune centinaia di articoli documentano i suoi poliedrici interessi scientifici e la profonda conoscenza delle correnti religiose, culturali e politiche nella storia e nel presente. Si interessa specialmente dei rapporti fra i diversi mondi religiosi e della questione sulla pacifica coabitazione tra le diverse tradizioni religiose, soprattutto nel Mediterraneo del XIX e XX secolo.

Una grande considerazione a livello internazionale è rivolta a Riccardi quale “spiritus rector” della Comunità di Sant’Egidio, che ha fondato da liceale nel 1968 insieme ad alcuni amici. Questo movimento cattolico di laici negli ultimi quarant’anni è diventato una rete mondiale di rapporti che conta (secondo dati propri – non esistono liste di iscrizione né tessere) più di 50.000 membri che si impegnano in più di 70 paesi in quattro continenti, laddove i nuovi membri non sono più solo giovani.

Oltre alla preghiera comune e alla comunicazione del Vangelo i volontari della comunità si dedicano all’amicizia con i poveri, all’ecumenismo e al servizio alla pace. “Solo a Roma i volontari aiutano circa 10.000 persone, immigrati, barboni, drogati o i sempre più numerosi anziani e le famiglie, che con un misero stipendio non riescono più ad arrivare alla fine del mese nella cara città di Roma. La Comunità di Sant’Egidio li assiste fornendo loro un pasto caldo cinque volte la settimana nei suoi centri. Dà loro lezioni di italiano, consulenze legali e aiuto medico“ (Süddeutsche Zeitung, 21/12/2007).

A livello internazionale la Comunità si occupa soprattutto dei malati di AIDS in Africa. Nel programma DREAM (Drug Resource Enhancement against Aids and Malnutrition), promosso da Sant’Egidio per la cura dell’AIDS e la lotta alla malnutrizione, sono curate decine di migliaia di persone in Africa. Tanti altri progetti di aiuti umanitari e di emergenza caratterizzano l’impegno di questi laici cattolici innanzitutto in Africa, ma anche in America Latina e nel Sudest asiatico.

Dagli inizi degli anni Novanta Riccardi e i suoi compagni hanno attirato l’attenzione mondiale. Attraverso aiuti umanitari e semplici progetti di sviluppo sono entrati in contatto con il caos della guerra in Mozambico, e ne sono divenuti mediatori nelle trattative che dopo più di quindici anni di guerra civile hanno portato alla pace. Dopo più di due anni di colloqui - condotti principalmente nella sede della Comunità nell’ex-monastero di Sant’Egidio nel quartiere romano di Trastevere – il 4 ottobre 1992 si è resa possibile la firma del trattato di pace fra il governo di Maputo e la guerriglia della Renamo, dopo che Riccardi ed altri membri della Comunità erano riusciti a creare una fiducia reciproca fra le parti belligeranti. L’allora segretario generale dell’ONU Boutros-Ghali ha coniato con espressione di gratitudine la definizione di “formula italiana”, una singolare miscela di attività governative e non-governative nell’impegno per la pace.

Rafforzati in tal modo nel loro impegno, Riccardi e la Comunità di Sant’Egidio si adoperano ai margini delle strade battute dalla diplomazia ufficiale nella mediazione di una moltitudine di conflitti nel mondo, in Algeria e in Burundi, in Guatemala e nel Congo, in Uganda come anche nel Kosovo e in tante altre regioni in conflitto. “Il fatto che membri del governo israeliano e rappresentanti palestinesi si incontrino sotto l’egida di Sant’Egidio è quasi una routine, come anche i colloqui diretti fra rappresentanti di gruppi che nel Libano si combattono. Ma non meno impegnativi delle discussioni nelle tavole rotonde sono anche i colloqui dietro le quinte, i cui frutti si vedranno forse solo fra alcuni anni” (FAZ, 20/11/2008).

Anche l’impegno dell’“ONU di Trastevere”, come la Comunità qualche volta viene chiamata, per l’abolizione della pena di morte trova un grande riconoscimento internazionale, come anche la “preghiera per la pace” che Sant’Egidio organizza da più di due decenni. Traendo ispirazione dalla preghiera interreligiosa che Giovanni Paolo II convocò nel 1986 ad Assisi, i laici cattolici ogni anno invitano alti e altissimi rappresentanti delle religioni mondiali, tanti responsabili politici, ma anche il vasto pubblico per vivere giorni di preghiera concorde per la pace per ribadire, con le parole di Riccardi, “in lingue e culture diverse che solamente attraverso il dialogo e l’aperto confronto con gli altri è possibile costruire una autentica cultura del convivere, che è vitale per ogni società contemporanea”.

Per il suo impegno per la pace e per i meriti duraturi nel dialogo interreligioso e interculturale Sant’Egidio e Andrea Riccardi sono già stati insigniti di numerosi premi, fra cui il premio mondiale per la pace dei metodisti (1997) e la medaglia d’argento Mahatma Gandhi dell’UNESCO (1999). Quattro anni dopo la prestigiosa rivista “Time” ha inserito Riccardi tra gli “eroi europei”.

Il direttorio della società per il conferimento del premio internazionale Carlo Magno di Aachen onora con il Prof. Dr. Andrea Riccardi un grande europeo che si pone nel suo significato migliore al servizio della carità e dell’aiuto al prossimo, che con un impegno appassionato al di là di ogni barriera confessionale e nazionale si adopera per la comprensione, e che con la Comunità di Sant’Egidio presta un contributo rilevante per un mondo più pacifico e giusto. Nel suo impegno, lungo quarant’anni Andrea Riccardi ha dato una prova straordinaria ed esemplare per i valori europei della pace, della solidarietà, della dignità umana e dell’impegno della società civile su questi fondamenti per costruire un mondo migliore.

“Aachen nel cuore dell’Europa, ricca di storia e da sempre crocevia di incontri, diventa la capitale della pace e simbolo di una realtà antica e nuova: dialogo e non scontro”. Questa convinzione di fondo, formulata da Andrea  Riccardi nel 2003 in occasione della preghiera per la pace ad Aachen, sarà anche la motivazione del conferimento del premio Carlo Magno nel 2009.

(Traduzione dal testo tedesco a cura della Comunità di Sant’Egidio)




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