PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno

Memoria della Chiesa

Ricordo di sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (oggi in Algeria) e dottore della Chiesa.
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Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 28 agosto

Ricordo di sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (oggi in Algeria) e dottore della Chiesa.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Matteo 24,42-51

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda", e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti.


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

La lettura del Vangelo di Matteo, che ci ha accompagnato in questo tempo, termina sabato prossimo. I brani evangelici dei tre giorni prossimi riguardano il discorso di Gesù sugli ultimi giorni. Noi – ci avverte Gesù – non sappiamo né il giorno né l’ora di questi avvenimenti. Quel che ci è chiesto perciò è di stare svegli. È come una missione che il Signore affida a tutti i credenti. Gesù, per spiegarlo, usa la parabola della vigilanza, e dice che ogni discepolo riceve una missione da compiere. Essa non ci è data per servire noi stessi o la nostra realizzazione, bensì per la crescita della comunità dei credenti. È bene ricordare che il Signore non ci salva individualmente ma radunandoci in una famiglia, in un popolo. È anche in questo senso che va intesa la parabola che ci è stata annunciata. Gesù infatti parla del compito di sorvegliare i domestici per provvedere al loro mantenimento. La vigilanza evangelica perciò non è semplicemente un’attesa vuota, e neppure un’operosità rivolta solo a curare se stessi. La vigilanza di cui parla Gesù è la fedeltà attenta e operosa alla vocazione che il Signore ci ha affidato di custodire l’intera casa, evitando sia l’atteggiamento di chi fa da padrone, sia di chi si adagia nella pigrizia e nella irresponsabilità. Ciascun credente, non importa quale compito svolga nella casa, è responsabile di tutti gli altri membri di essa. E questa è la vera felicità del discepolo, la sua vera realizzazione, come dice appunto Gesù: “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così!”. Purtroppo facilmente prevale in noi l’egocentrismo che porta ad affannarci per noi stessi e le nostre cose, distraendoci dalla vocazione che il Signore ci ha affidato. Questo insegnamento evangelico ci mette in guardia da quell’individualismo religioso che si è infiltrato nella mente di tanti credenti e che sminuisce la sostanza del Vangelo e rende meno forte la comunità. Un cristianesimo individualista favorisce le liti e le incomprensioni, le sopraffazioni e le invidie, condannandoci così alla tristezza e all’insoddisfazione di cui parla il Vangelo. Beati siamo noi se accogliamo nel cuore la vigilanza dell’amore perché tutti siamo accolti, custoditi e difesi.