PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 26 febbraio


Lettura della Parola di Dio

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Dal libro di Ester 4,17k.17l.17s

Anche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un'angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò duramente il suo corpo e, con i capelli sconvolti, coprì ogni sua parte che prima soleva ornare a festa. Poi supplicò il Signore e disse:
"Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all'infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta.
Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all'odio contro colui che ci combatte, per lo sterminio suo e di coloro che sono d'accordo con lui.

 

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Lode a te, o Signore, sia lode a te.

Il libro di Ester racconta la vicenda di una donna ebrea che per la sua bellezza venne scelta come regina dal re del grande impero persiano. L'autore sacro presenta la situazione del popolo ebraico nella grande diaspora con i pregiudizi che lo attorniano a causa della diversità e della particolarità della fede che pratica. Aman, funzionario del re, spiega bene il giudizio che gli assiri avevano degli ebrei: "In mezzo a tutte le razze che vi sono nel mondo si è mescolato un popolo ostile il quale, vivendo con leggi diverse da quelle di ogni altra nazione, trascura sempre i decreti del re, così da compromettere la pace delle nazioni da noi consolidata" (3,13d). Non possiamo non leggere in queste parole tracce di quell'antisemitismo che nei secoli ha provocato tanto male al popolo ebraico fino al dramma della Shoah. Che cosa può fare Ester, una donna, davanti a tanta ostilità che giunge sino alla volontà di sterminare il popolo di Israele? Che cosa può fare lei, una povera donna, davanti alla violenza e alle guerra? Ester anzitutto si rivolge nella preghiera al suo Dio e al Dio dei suoi padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Spesso nella Bibbia la preghiera riprende il filo della storia, perché in essa si può rileggere la propria esistenza alla luce dell'amore e dei prodigi operati da Dio. Nessuno dei credenti è lasciato solo, travolto dal vortice degli eventi: egli è sempre dentro un disegno di amore che lo ha preceduto e che la preghiera aiuta a riscoprire. Ester richiama allora a Dio stesso quanto egli ha operato per i suoi antenati: "Io ho sentito dai libri dei miei antenati…che tu liberi fino all'ultimo tutti coloro che compiono la tua volontà". La sua preghiera si sviluppa in tre punti. Nel primo invoca l'aiuto per lei stessa, consapevole della sua pochezza: "Aiuta me che sono sola e non ho nessuno all'infuori di te. Vieni in soccorso a me che sono orfana". Nella preghiera scopriamo il bisogno della salvezza e assieme anche la nostra debolezza, ma confidiamo nella forza che viene da Dio. Poi chiede a Dio che l'aiuti a trovare le parole per parlare al "leone", il nemico che vuole eliminare Israele. Infine: "Liberaci dalla mano dei nostri nemici, volgi il nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza". Nella debolezza di una donna emerge la forza della preghiera, che saprà vincere il male e liberare dalle mani dei nemici.