PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno

Vigilia del giorno del Signore

Memoria dei santi Addai e Mari, fondatori della Chiesa caldea. Preghiera per i cristiani in Iraq.
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Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 28 maggio

Memoria dei santi Addai e Mari, fondatori della Chiesa caldea. Preghiera per i cristiani in Iraq.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla lettera di Giuda 1,20-25

Voi invece, carissimi, costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo, conservatevi nell'amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna. Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco; di altri infine abbiate compassione con timore, stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo.
A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia, all'unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e per sempre. Amen.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

L'apostolo Giuda, dopo aver lungamente descritto e condannato l'operato dei falsi maestri, non vuole che i credenti si sorprendano troppo di quel che accade. Si potrebbe dire: scandalizzati sì, ma non meravigliati. E, riprendendo l'immagine della casa, esorta i credenti a continuare la costruzione dell'edificio spirituale che è la comunità. Risuona in queste parole la responsabilità di ogni credente. Siamo distanti da una concezione che potremmo definire, con le parole di oggi, clericale. La comunità è di tutti e ciascuno ne è responsabile. Non basta un'appartenenza "etnica". Ogni credente renderà conto a Dio del suo lavoro nella Chiesa. E l'apostolo ne individua alcuni che tutti debbono praticare. Anzitutto la preghiera. È un compito sacerdotale dell'intera comunità, nessuno può escludersi da questa "opera" essenziale per edificare la Chiesa. Praticando la preghiera si sconfigge in radice la concezione individualista della fede e ci si incammina verso l'altra opera, ossia il "conservarsi nell'amore di Dio". In quest'ultima espressione viene suggerita quella sinergia che si instaura tra Dio e i credenti nell'impiantare l'amore su questa terra. Non si tratta infatti di un qualsiasi amore, ma dell'amore di Dio effuso nel cuore dei credenti. C'è una peculiarità dei cristiani nel vivere l'amore che è loro propria. Ed è forse il tesoro più grande che possiamo mostrare al mondo. Nessun altro può farlo. È così che i cristiani vivono e attendono la misericordia di Dio, ossia la pienezza del regno. È un'attesa operosa che richiede una grande generosità da parte di tutti. L'apostolo esorta a prendersi cura con attenzione dei propri fratelli e delle proprie sorelle. È questo l'amore evangelico che siamo chiamati a vivere. E da esso saremo riconosciuti come discepoli di Gesù. L'apostolo conclude con una lode a Dio a cui affida i credenti. Egli non solo li "preserva da ogni caduta", ma li custodisce fino a "farli comparire alla sua gloria senza difetti e nella letizia". L'apostolo raccoglie in un unico sguardo l'intera storia della Chiesa e ne vede la conclusione, quando la Chiesa sarà senza macchia alcuna e piena della gioia dei santi. Giuda sa bene che le sue esortazioni e i suoi avvertimenti sono importanti perché scritti con l'autorità del Signore, ma è ben cosciente che solo il Signore è il Pastore forte e buono che può guidare e proteggere la Chiesa. Per questo, le sue esortazioni si trasformano in preghiera. E la preghiera diventa l'aiuto più robusto che Egli può dare ai cristiani a cui scrive. È un invito anche a noi perché impariamo a pregare gli uni per gli altri.

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