PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria di Gesù crocifisso
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria di Gesù crocifisso
venerdì 26 agosto


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla prima lettera di Paolo ai Corinzi 1,17-25

Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:

Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.

Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dov'è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Paolo ha individuato nella presunzione dell'io, nell'orgoglio che ciascuno ha della propria sapienza, le radici della divisione della comunità. Quindi, per esaltare la centralità della predicazione del Vangelo della croce, ha persino ringraziato Dio di non aver battezzato nessuno. Il richiamo alla centralità della predicazione è forse un invito ai cristiani di questo inizio di millennio a riscoprire il primato della comunicazione del Vangelo, e quindi ad interrogarsi su come ciascuno personalmente, ed anche come comunità, vive l'urgenza della missione della evangelizzazione. È ovvio che questo è possibile se si riscopre anzitutto il primato della Parola di Dio sia nella vita personale che nell'impegno pastorale. La salvezza - e Paolo lo sottolinea varie volte - non viene dalla propria sapienza come pensavano i greci, né dalle proprie tradizioni come credevano gli ebrei, ma dall'accogliere la stoltezza dell'amore senza limiti della croce di Gesù. Il mistero della croce, inteso come manifestazione suprema dell'amore per gli altri, resta il cuore del Vangelo e della sua comunicazione. Paolo ricorda ai membri della comunità che tra loro non ci sono molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili, ma li esorta a considerare l'incredibile dignità della loro "chiamata". Il Signore li ha scelti, proprio a motivo della loro debolezza, perché compiano cose grandi in Suo nome e non nel loro nome. Per questo i discepoli di Gesù debbono vantarsi solo del Vangelo non della propria sapienza o della propria forza umana. Quel che salva è la stoltezza della croce, ossia il Vangelo dell'amore che non conosce limiti. È questa la sapienza che salva il mondo.