PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 10 dicembre


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Salmo 80 (79), 2-3.15-19

2 Tu, pastore d'Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Seduto sui cherubini, risplendi

3 davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

15 Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,

16 proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte.

17 È stata data alle fiamme, è stata recisa:
essi periranno alla minaccia del tuo volto.

18 Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.

19 Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Salmo 80 – la messa odierna ce ne fa cantare solo alcuni versetti – esprime la preghiera di un popolo scoraggiato che fa fatica a rialzarsi dalla sua triste condizione. Soltanto Dio può rimetterlo in cammino. Come un ritornello, il salmista a nome di tutti ripete: «Rialzaci, Signore, nostro Dio, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi», ed è questa un'invocazione che ritorna tre volte (vv. 4.8.20). La situazione storica che il salmista vive è quella di un disastro militare nazionale. Il popolo di Dio è in una condizione che facilmente conduce alla rassegnazione. Il salmista invoca Dio come il «pastore d'Israele» e chiede la luce del suo volto. È una preghiera che sale anche dal nostro mondo di oggi segnato da conflitti dai quali sembra impossibile liberarsi. La tentazione è rassegnarsi oppure credere che solo la forza delle armi possa portare benefici. In verità quel che manca è la luce o, se si vuole, la visione di un mondo ove tutti possano vivere nella dignità e nella pace. C'è bisogno per tutti di una luce nuova: per i popoli ricchi perché abbiano una nuova visione, per i popoli poveri perché si accenda una luce di speranza. Il salmista paragona Israele a una vigna, un tempo rigogliosa, curata e protetta dal Signore, ammirata da quanti la vedevano. Vengono in mente le parole di Isaia che si serve dell'allegoria della vigna per descrivere la storia di Israele. E, ancora una volta, si nota da una parte la cura di Dio per il suo popolo e dall'altra una ostinata sterilità, mentre non mancano predatori e mercenari pronti solo a trarre profitti personali. Il salmista sa che la ragione della rovina è l'allontanamento da Dio. Per questo prega perché il Signore torni a guardare come un buon pastore la sua vigna: «Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e visita questa vigna» (v. 15). E subito aggiunge il proposito del cambiamento della vita: «Da te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il tuo nome» (v. 19). Il Signore, di fronte alla preghiera del suo popolo, risponde prontamente e al di là di ogni aspettativa. Con Gesù, il Signore non solo visita la sua vigna ma diviene egli stesso la vera vite e noi i suoi tralci.