PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Preghiera per la pace
Parola di Dio ogni giorno

Preghiera per la pace

Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per la pace.
Memoria del beato Giuseppe Puglisi, prete della Chiesa di Palermo, ucciso dalla mafia nel 1993.
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Libretto DEL GIORNO
Preghiera per la pace
lunedì 21 ottobre

Nella basilica di Santa Maria in Trastevere si prega per la pace.
Memoria del beato Giuseppe Puglisi, prete della Chiesa di Palermo, ucciso dalla mafia nel 1993.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla lettera di Paolo ai Romani 4,20-25

Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

L'apostolo scrive ai romani che la vicenda di Abramo riguarda direttamente anche noi cristiani «che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore» (v. 24). In un commento ebraico della Scrittura si legge: «Tutto ciò che è stato scritto su Abramo viene ripetuto nella storia dei suoi figli». Paolo scrive ai romani che il Signore che si è manifestato ad Abramo e lo ha reso giusto per la sua fede. L'apostolo chiarisce che con la sua morte sulla croce Gesù ha preso su di sé tutti i peccati del mondo e con la sua risurrezione ci ha giustificati: egli «è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato resuscitato per la nostra giustificazione» (v. 25). Con questa specificazione l'apostolo interpreta la fede di Abramo legandola al mistero stesso di Gesù che muore e risorge. Il Dio di Abramo si manifesta nella sua pienezza in Cristo Gesù. La storia di Abramo è perciò emblematica per tutti i credenti e in particolare per i cristiani perché mostra la radicalità della fede: è per la fede che anche noi ci leghiamo a Dio, appunto come il primo dei patriarchi che credette «sperando contro ogni speranza». Quella fede, divenuta anche la nostra, chiede di affidarci totalmente al Figlio di Dio e al suo mistero di salvezza. L'abbandono del cristiano è come quello di Abramo. La fede perciò non è primariamente un'opera che noi dobbiamo compiere, è soprattutto e anzitutto donazione di sé a Dio che ci chiama, è abbandono alla volontà di Dio e al suo disegno di amore di cui ci rende partecipi. Con la venuta di Gesù e con la sua morte e risurrezione si è svelato con pienezza il mistero della fede e della salvezza. Abramo, prototipo del cristiano, è il «padre di tutti i credenti».