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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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16 Novembre 2008 16:30 | University of Cyprus – Sport Centre

Intervento di Siti Musdah Mulia, Indonesia



Siti Musdah Mulia


Rappresentante della “Conferenza Indonesiana delle Religioni per la Pace”

Onorevoli partecipanti,

Sono molto onorata di presiedere questa sessione della cerimonia di apertura, dedicata al ruolo delle tre grandi religioni, Ebraismo, Cristianesimo e Islam, nella costruzione della pace.

Vengo dall’Indonesia, un paese segnato dalla diversità religiosa. E’ il paese con il più alto numero di musulmani al mondo, ma in cui sono presenti anche molte altre comunità religiose. Perciò noi consideriamo nostro compito principale garantire la convivenza e la coesistenza pacifica. I nostri padri fondatori hanno costruito la nostra nazione sul principio dell’Unità nella Diversità.
Come presidente della conferenza indonesiana per le Religioni e la Pace, ho cominciato a collaborare con la Comunità di Sant’Egidio in molti campi, per promuovere la pace nella nostra società e combattere la violenza e la pena di morte. Nonostante le differenze, il fondamento della nostra vita è lo stesso, come unica è la nostra umanità. Noi lavoriamo insieme condividendo la stessa preoccupazione, quella di liberare la società dalla violenza, un problema cruciale in molte delle  nostre società.

Solo qualche settimana fa a Giacarta ho partecipato a una conferenza importante, per celebrare i 40 anni della Comunità – e colgo l’occasione per fare gli auguri a tutti voi, amici della Comunità, per questo importante anniversario - in cui si sono sedute allo stesso tavolo persone di diverse appartenenze religiose, etniche e culturali per tracciare un cammino concreto verso la pace per la nostra società.
Perciò sono molto grata alla Comunità di Sant’Egidio perché ogni anno ci  raccoglie da diverse parti del mondo per parlare, dialogare e testimoniare che possiamo collaborare, e per pregare insieme.

Nel nostro mondo pieno di divisioni, ostilità  e soprattutto di ingiustizia e povertà, troppo spesso le religioni sono utilizzate per alimentare l’odio e i conflitti.
Invece gli uomini di religione possono dare un grande contributo per promuovere la collaborazione e per costruire una civiltà del vivere insieme nelle nostre società. Ricordo l’impressionante incontro di Napoli dello scorso anno. Là ho sentito che è veramente possibile costruire un mondo senza  violenza. Sì, lo possiamo fare. Quest’anno siamo a Cipro. Siamo qui per dire che la pace è il nome di Dio e che gli uomini e le donne di religione possono e vogliono sostenere chi lavora per costruire un mondo pacifico.
Possiamo essere uniti pur mantenendo le nostre differenze, facendo di esse una fonte di ricchezza invece che un motivo di conflitto. Ma dobbiamo allearci per realizzare questa unità.

Vivere insieme nella diversità è la strada verso il futuro. Il mondo di domani sarà un mondo di coabitazione o non sarà.
La civiltà della pace, argomento di questo incontro, è compito nostro e sarà il risultato dell’alleanza fra di noi, uomini e donne di religione. Ecco perché siamo qui.
Grazie.

 



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