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9 giugno 2008 Il Ciad è un vasto Paese dell’Africa centro orientale. Al Nord è prevalente la popolazione araba e musulmana. Al Sud, quella cristiano-animista. Da molti anni, purtroppo, il Ciad è teatro di fortissime tensioni, che sfociano spesso in combattimenti che colpiscono soprattutto le regioni meridionali del Paese, quelle prossime alla frontiera con il Sudan (la regione del Darfur). Cari amici, vorrei raccontarvi qualcosa riguardo alla situazione sociale e politica dopo gli avvenimenti del mese di febbraio 2008 a N’Djamena. La vita si sta normalizzando, ma restano le difficoltà e la paura delle famiglie che mai avevano vissuto una simile situazione nella capitale, e hanno timore che questa si ripeta. Per questo motivo molti sono tristi e rassegnati. Il clima sociale è agitato. Dopo gli avvenimenti di febbraio, lo Stato ha fatto evacuare molti quartieri della città. Molte case sono state distrutte, ma la gente non ha possibilità nè di affittare, né di comprare nuove abitazioni. Allora molti se ne vanno dalla capitale per raggiungere villaggi e campagne per meglio organizzarsi ed evitare il peggio nel caso la guerra riprendesse. La situazione politica, infatti, resta confusa e i ribelli all’Est continuano a fare irruzione nei centri abitati. Anche se la situazione è un po’ più calma, ancora oggi le famiglie che hanno parenti tra le file dei ribelli, continuano a scappare da N’Djamena, perché si sentono minacciate dai militari. Ho visto, durante il mio lavoro per le adozioni, i quartieri della città a maggioranza musulmana. C’è molta agitazione e molte case sono state distrutte. Grazie a Dio tutti i bambini delle adozioni a distanza sono in buona salute. C’è molta gente che sta ricostruendo la propria abitazione dopo i danni causati dalla guerra. Le distruzioni sono state numerose, e molti edifici sono stati saccheggiati dai ladri. La stessa amministrazione sta ricostruendo i propri uffici. Molti archivi sono andati bruciati e persi irrimediabilmente. Ma in ogni caso posso confermare che la vita e le attività in generale, stanno riprendendo, e questo ci dà la speranza che la vita politica e sociale possa migliorare in breve tempo. Per i bambini adottati a distanza, il 7 giugno, abbiamo in programma una giornata di festa: faremo dei giochi, e parleremo insieme sulla necessità di vivere in pace e di come la guerra, ogni guerra, sia cattiva. Mangeremo insieme. Vi farò sapere e vi manderò delle fotografie. Un abbraccio in amicizia, e grazie del vostro sostegno, che è stato fondamentale in questo periodo.
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Alcuni esempi
Per adottare a distanza un bambino ci si può rivolgere a: Segreteria delle |