Per coprire i 280 Km di distanza da Bissau, la capitale, alla missione di São Bento di Catiò, occorrono circa 6 ore, a causa della strada che è costellata di buche di ogni dimensione e profondità. Nel pomeriggio, l’ingresso in città mette molta allegria: la macchina procede lentamente e il nostro arrivo attira l’attenzione della gente, soprattutto dei bambini che ci conoscono, ci salutano e ci corrono dietro per un breve tratto. Catiò è rimasto immutato: il mercatino, il meccanico, la scuola statale, la piazza dove campeggia l’antica chiesa portoghese, il piccolo ospedale ...
La mattina, visita alla scuola frequentata dai bambini grazie alle adozioni a distanza: Arrivano di corsa, ognuno con la sua cartella. e si capisce che sono elettrizzati da una visita attesa e preparata con cura. Si dispongono per classe di appartenenza, dall’asilo alla 6°, combattuti se rimanere in fila o uscirne per vedere meglio la loro ospite: sono circa 200. Osservando le diverse classi salta subito all’occhio che sono molti i bambini insolitamente alti rispetto alla classe di appartenenza: spesso i bambini venivano iscritti a scuola in ritardo, dipendeva dalla condizione e dalle necessità della famiglia.
Ma finalmente comincia la festa! E’ un benvenuto ma anche un ringraziamento a tutti i sostenitori delle adozioni a distanza di Catiò! Iniziano i più piccoli con danze tradizionali e canti a cui partecipano anche i professori. Una di queste canzoni dice: “Buongiorno amica mia, come stai? La nostra amicizia non finirà mai!”. Anche i più grandi, della 5 e 6 classe, hanno preparato una danza e un canto ai quali i più piccoli assistono incantati.
C’è gioia nel ritrovarsi, nel ricordare il nome e nel toccare con mano che veramente l’amicizia e il sostegno delle adozioni a distanza attraverso la Comunità di Sant’Egidio non finiscono. Dopo la festa, a gruppi, i bambini salgono sul furgone della scuola: ci fermeremo a casa di ognuno di loro per salutare la famiglia e fare una bella fotografia. Partiamo cantando in coro e attraversiamo Catiò che sorride divertita da questa insolita gita dei bambini della scuola di São Bento. Durante il tragitto colpiscono i tantissimi bambini che a quell’ora non sono a scuola, ma in strada: a giocare i più piccoli o impegnati in piccole faccende i più grandi. In ogni casa incontriamo una famiglia che è molto larga: oltre ai genitori e ai fratelli, spesso ci sono zii, cugini, nonni e molti, molti fratelli e sorelle. Le mamme cercano un bel vestito da indossare e studiano un angolo del cortile o della casa che possa offrire un giusto sfondo alla fotografia da mandare alle famiglie italiane che li hanno aiutati. Nell’attesa si fanno le presentazioni, si chiacchiera e si scherza.
Molti ringraziano per l’aiuto che l’adozione assicura, soprattutto per la possibilità che i loro figli hanno di frequentare una buona scuola, una scuola che funziona per l’intero anno scolastico. Infatti, quest’anno le scuole di Bissau sono cominciate solo l’8 gennaio, a causa dello sciopero indetto dai professori che non ricevono regolarmente lo stipendio; anche lo scorso anno scolastico avevano funzionato 2 trimestri su 3 con grave danno per l’istruzione dei bambini e dei ragazzi.
Con parole toccanti ce lo ripete, il giorno successivo, il signor Armando che viene con le sue due bambine a salutarci. Non era in casa quando siamo passate per la fotografia, ma ci teneva a ringraziarci personalmente: “Io spero che questa opera della Comunità di Sant’Egidio continui – dice – perchè è veramente l’opera di Dio”. Ci ringrazia perchè in questi anni, con il sostegno dell’adozione a distanza, ha visto estendere i corsi della scuola di São Bento dalla 4° alla 6° classe e sogna che un giorno si possa arrivare fino al liceo. Il sogno di Armando è anche il nostro sogno e un impegno per il futuro.
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