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Il 37° Anniversario della Comunità di Sant'Egidio - Omelia di di Mons. Stanislaw Rylko


 
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Omelia di Mons. Stanislaw Rylko alla Santa Messa per il XXXVII anniversario della Comunità di Sant'Egidio Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano

"Ricordiamo, Dio, la tua misericordia dentro il tuo tempio..." (Sal. 47)

Oggi la Comunità di Sant'Egidio celebra la ricorrenza annuale della sua nascita, un giorno importante e pieno di significato. È un invito soprattutto alla lode e al rendimento di grazie per tutti i doni ricevuti con tanta abbondanza dal Signore nella vita della vostra Comunità nata 37 anni fa. Oggi tutti voi, carissimi amici, fate vostre le parole del Salmo responsoriale dell'odierna liturgia: "Ricordiamo, Dio, la tua misericordia dentro il tuo tempio...".

"Ricordiamo...". Appunto, nella vita di un movimento ecclesiale la memoria svolge un ruolo molto importante. Si tratta soprattutto di fare viva memoria delle proprie origini. La storia di un movimento ecclesiale non è un archivio chiuso, da spolverare ogni tanto, non è un museo di reperti storici belli, ma solo da ammirare... La storia di un movimento è una realtà viva... è un libro aperto da rileggere continuamente... è una scuola che ha tanto da insegnare... è un tesoro che racchiude tante ricchezze da condividere... è un messaggio sempre vivo da accogliere... è una sorgente zampillante a cui attingere la freschezza e la bellezza affascinante del carisma da cui il movimento è nato...

E anche oggi, come ogni anno, accompagnati da tanti amici - vescovi, sacerdoti, personalità, fratelli di altre Chiese e comunità cristiane, come anche dalla grande schiera di persone delle quali vi state prendendo cura in vari modi - ripercorrete nella memoria il vostro cammino che ha avuto inizio qui a Roma, a Trastevere, ormai quasi 40 anni fa. Tutto è iniziato da un piccolo gruppo di ragazzi riuniti intorno a un loro coetaneo diciottenne di nome Andrea Riccardi. Erano gli anni difficili della contestazione, in cui tanti giovani si sono lasciati sedurre da false ideologie e da effimere illusioni. In questo clima burrascoso e confuso degli anni Sessanta, questo piccolo gruppo di giovani di Trastevere ha deciso di scegliere una strada diversa - cioè di scommettere sulla Persona di Gesù Cristo e sulla forza affascinante della sua Parola racchiusa nel Vangelo. E l'ha fatto sul serio, senza mezzi termini! Presto è arrivata un’altra scoperta – i poveri, nostri veri maestri di vita da cui abbiamo tanto da imparare. Il primo gruppo ha iniziato a riunirsi nella piccola chiesa di Sant'Egidio a Trastevere... Nessuno pensava di fondare un movimento! Si sono lasciati semplicemente affascinare dalla Persona di Cristo e dal suo Vangelo. Ma Dio stava già realizzando il suo disegno che andava molto oltre le loro attese... Proprio da questo piccolo "granellino di senapa" il Signore ha fatto nascere una comunità che oggi, 37 anni dopo, è presente in circa 70 paesi di tutti i continenti. Le vie del Signore sono inscrutabili! Papa Giovanni Paolo II dice: "Sempre, quando interviene, lo Spirito lascia stupefatti. Suscita eventi la cui novità sbalordisce, cambia radicalmente le persone e la storia" (30 maggio 1998). Così è stato anche nel vostro caso. E iniziata così questa grande avventura spirituale che porta il nome di Sant'Egidio e che ha cambiato la vita e ha dato un senso profondo all'esistenza di migliaia di persone, di uomini e donne, di giovani, adulti e anziani, di gente colta e semplice, di persone di culture e ambienti così diversi... Così è nato questo progetto di vita cristiana vissuta in maniera coerente e radicale, con gioia, slancio ed entusiasmo, pronto a misurarsi con traguardi alti ed esigenti di santità, e con le grandi sfide sociali e culturali del nostro tempo. La fede non è un discorso astratto, disincarnato, ma è vita nuova vissuta in Cristo dentro le realtà terrene, e voi l'avete scoperto grazie a Sant'Egidio! Come, dunque, non ringraziare oggi il Signore per tutte le opere che ha voluto compiere nella vita di ciascuno e di ciascuna di voi mediante il carisma del vostro movimento! Come non ringraziare il Signore per i frutti preziosi che il vostro movimento in questi 37 anni ha portato a tante Chiese locali nel mondo, alla Chiesa universale e anche alla società!

Oggi, confrontandovi con la storia della vostra Comunità, siete chiamati, come sempre in occasione di ricorrenze speciali, ad accogliere il carisma di Sant'Egidio con rinnovato senso di gratitudine e di responsabilità. È il più grande tesoro che avete, con cui Cristo vi chiama a servire la Chiesa, gli uomini e le donne del nostro tempo. Tutta la vita di un movimento e tutta la sua forza missionaria ed educativa scaturiscono da questa fonte. Bisogna custodirla con amore, con umiltà e con fedeltà assoluta per non sprecare e non deformare il dono ricevuto. Il carisma di un movimento nasconde dentro di sé ricchezze enormi, da scoprire sempre di più e sempre di nuovo... La grandezza di questo dono ci supera e ci stupisce con la sua novità e freschezza... Ed esiste una sola regola per custodire vivo e dinamico un carisma: bisogna viverlo fino in fondo con entusiasmo e avere il coraggio di condividerlo con gli altri. Fare memoria delle origini significa quindi cercare di riscoprire il proprio carisma e impegnarsi a viverlo con entusiasmo rinnovato.

Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato introduce nella nostra meditazione l'importante tema della missione. Senza l'apertura verso la missione, la memoria delle origini rischierebbe di diventare facilmente un pericoloso ripiegamento su sé stessi, una piatta auto-referenzialità. È giusto pertanto, che la Comunità di Sant'Egidio viva l'odierna celebrazione soprattutto come un rinnovato invio missionario: Eccomi, manda me! L'Evangelista Marco riferisce: "Gesù chiamò i dodici ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone non prendessero nulla per il viaggio: ne pane, ne bisaccia, ne denaro nella borsa [...]" (Me 6,7-13). Un brano del Vangelo - questo - particolarmente caro ad ogni membro di Sant'Egidio fin dagli inizi. I discepoli furono mandati a due a due e voi, in questo, avete scoperto l'importanza della comunità nella vita del cristiano; mentre nel partire senza prendere nulla, a sua volta, avete scoperto la forza irresistibile della Parola di Dio, come dice il vostro canto- "noi non abbiamo molte ricchezze, solo la parola del Signore".

Il carisma di ogni movimento ecclesiale per sua natura è orientato verso la missione ed è una risorsa estremamente potente per evangelizzare Durante l’indimenticabile incontro con i movimenti ecclesiali in Piazza San Pietro nel 1998 il Papa ha detto a proposito: "Nel nostro mondo, spesso dominato da una cultura secolarizzata che fomenta e reclamizza modelli di vita senza Dio la fede di tanti viene messa a dura prova e non di rado soffocata e spenta Si avverte quindi, con urgenza, la necessità di un annuncio forte e di una solida ed approfondita formazione cristiana. Quale bisogno vi è oggi di personalità cristiane mature, consapevoli della propria identità battesimale, della propria vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo! Quale bisogno di comunità cristiane vive! Ed ecco, allora, i movimenti e le nuove comunità ecclesiali: essi sono la risposta, suscitata dallo Spirito Santo, a questa drammatica sfida di fine millennio. Voi siete questa risposta provvidenziale!" (30 maggio 1998) Infatti i movimenti ecclesiali riescono a liberare in tanti battezzati uno slancio missionario straordinario che apre orizzonti sempre nuovi e spinge verso vie di annuncio e di testimonianza nuove e originali. La vostra comunità ne è una conferma molto concreta. Basta guardare le vostre iniziative promosse a favore dei poveri degli emarginati, degli anziani, dei senza tetto, dei barboni degli stranieri. Basta guardare le iniziative a favore delle persone con handicap a favore dei malati di AIDS. Voglio qui ricordare il programma Dream che avete promosso con successo in Africa e per cui avete recentemente ricevuto il prestigioso premio Balzan. E poi il vostro impegno a favore del dialogo ecumenico e del dialogo inter-religioso nello "spinto di Assisi", un impegno tanto importante m un mondo globalizzato e sempre più multi-culturale come quello in cui viviamo. E ancora, le iniziative a favore della pace e della riconciliazione nelle diverse parti del mondo lacerate da guerre fratricide...

Sarebbe troppo lungo fare un elenco dettagliato di tutte le iniziative da voi promosse. Ma è necessario almeno ricordarle, oggi, nel momento in cui la vostra Comunità vive il suo annuale rendimento di grazie. Tutto è dono per cui bisogna ringraziare Dio, datore di ogni bene. Il Signore ci insegna: "Così anche voi, quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare" (Le 17,10). E tutti noi presenti in questa Basilica Lateranense ci uniamo oggi al vostro rendimento di grazie per le opere grandi che il Signore sta operando nella vita della vostra Comunità e nella vita di tanti altri movimenti ecclesiali che il Papa continua a chiamare “dono dello Spirito e segno di speranza per la Chiesa e per gli uomini”.

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