La guida per i senza dimora a Genova "Dove mangiare, dormire, lavarsi"
Da La Repubblica - ed. Genova del 7 marzo 2010
IL CONVENTO dei frati minori aVoltri o quello di SantaMaria degli Angeli a Quarto per trovare un pasto caldo, l'Angolo in vico della Neve o le suore missionarie della Carità in via Poma a Prà per dormire, il Cottolengo di via Cellini per lavarsi: "Genova dove" non è una delle tante guide per turisti a Genova, ma un utilissimo libretto con tutti gli indirizzi per i senza fissa dimora, i poveri, che non hanno un letto per dormire né una cucina per farsi da mangiare. La nuova edizione, pubblicata dalla comunità di Sant'Egidio, è appena uscita e verrà distribuita, ovviamente gratis, in primo luogo ai senza tetto, ma anche a chi opera nel settore della carità e del volontariato, che in questi ultimi mesi hanno visto crescere le richieste di aiuto di chi non sa più dove andare a bussare.
«In effetti nel 2009 è cresciuto il numero delle persone servite e dei pacchi consegnati - spiega Doriano Saracino, della comunità di Sant'Egidio - e noi abbiamo anche aperto un centro nuovo a Sampierdarena, che raccoglie soprattutto stranieri». Nel 2009 in particolare le persone assistite dai Centri genti di Pace della comunità di Sant'Egidio è cresciuto da 3157 a 3978 (+26%), mentre i pacchi di alimentari e vestiario consegnati sono passati da 8550 a 10.721 (+25,4%), è cresciuto più il numero degli stranieri, che è aumentato del 27,1%,rispetto ad un incremento del 18,1% degli italiani.
Peraltro di fronte ad una povertà in aumento consistente i numeri fotografano anche una realtà fatta di solidarietà diffusa e molto presente in città: 19 mense servono 450 pasti al giorno, ai quali si aggiungono la distribuzione di panini e bevande, a pranzo in vari punti di accoglienza e a cena con le «cene itineranti», distribuite a chi dorme per strada da 12 gruppi, parrocchiali e non, che si alternato in modo coordinato nell'arco della settimana per tutto l'anno. «Anni fa questa iniziativa è nata in occasione delle serate particolarmente fredde - racconta Paola Bergamini, che si occupa appunto dei senza tetto - poi piano piano è diventata una realtà che copre quasi tutto l'anno». Il tentativo dei volontari è quello di portare cibo e bevande, ma anche una parola amica a chi dorme per strada.
I dormitori e i centri di accoglienza, tutti elencati con indirizzi e orari nella guida, sono invece 19 e possono accogliere 350 persone per notte, di cui solo una minima parte per donne, a questi si aggiungono nelle emergenze freddo poche decine di letti che vengono resi disponibili dal Comune solo quando la temperatura scende vicino allo zero. Almeno sette sono invece i luoghi dove è possibile fare una doccia o lavare i propri abiti, mentre 14 sono gli ambulatori dove si possono ricevere medicinali e visite specialistiche. Qui al malato non viene chiesto né il tesserino sanitario né il permesso di soggiorno. In città operano infine un centinaio di centri di ascolto parrocchiali e non solo dove si possono trovare aiuti di vario tipo, pacchi di alimenti, vestiti usati o aiuti di vario genere, complessivamente garantiscono 400 ore alla settimana di servizi ai poveri.