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11 Settembre 2017 16:30 | Franz-Hitze-Haus, Saal 1

Intervento di Biyanto


Biyanto


Università della Muhammadiyah, Indonesia
Introduzione
Uno dei temi coltivati da molti pensatori musulmani in epoca contemporanea, come ha affermato Charles Kurzman (1998: 3-27), è quello dei diritti dei non-musulmani. Questo tema è strettamente pertinente al discorso sul pluralismo religioso. Gli altri temi [di riflessione] riguardano la teocrazia, la democrazia, i diritti delle donne, la libertà di pensiero e il progresso. Il tema del pluralismo religioso è generalmente affrontato nel contesto di comunità nazionali (ummah) inter-religiose e, all’interno di una religione, per ciò che riguarda i rapporti tra le scuole di pensiero [che la compongono]. In questa prospettiva, effettivamente, il discorso sul pluralismo religioso si era già affacciato agli inizi dell’era dello sviluppo dell’Islam, soprattutto quando si realizzò il processo di conquista (al-futuhat), da parte della nazione islamica, di quelle non islamiche. All’epoca, i rapporti tra le comunità della Ummah furono disciplinati dalla Sharia nel senso che i diritti dei non musulmani, specialmente degli ebrei e dei cristiani, di seguire i loro insegnamenti religiosi venivano assicurati fino a quando questi si fossero dimostrati leali e avessero pagato i tributi ai governanti islamici. Questo fatto storico mostra che, fin dalle origini, si era manifestata, nell’ambito della leadership musulmana, una certa sensibilità al tema della costruzione di un armonico stile di vita oltre la pluralità culturale, tribale e religiosa. 
La questione del pluralismo religioso è stata molto discussa pure nell’ambito delle élites musulmane indonesiane. In particolare, il Consiglio degli Ulema indonesiani (Majelis Ulama Indonesia, MUI) nel suo settimo incontro nazionale tenutosi tra il 26 e il 29 luglio 2005, promulgò una fatwa (una regolamentazione vincolante su questioni religiose) sulla deviazione verso la secolarizzazione, il pluralismo e il liberalismo. Queste tre concezioni vengono definite “Sipilis” nella prospettiva della MUI e nelle critiche da essa portate. Il pluralismo che viene considerato una deviazione dalla MUI è quello che considera tutte le religioni sullo stesso piano (Syafiq Hasyim, 2015: 487-495). Ebbene, alcune personalità di organizzazioni sociali e religiose hanno risposto in modi diversi alla questione del pluralismo religioso. Tra loro, alcuni sostengono la fatwa ed altri la rigettano. Va considerato che l'Indonesia è uno stato multiculturale. L'Indonesia ha più di 17.000 isole. Ci sono più di 300 gruppi etnici e più di 700 lingue vive parlate in Indonesia. Il pluralismo della società si vede anche nella religione. Ci sono molte religioni in Indonesia.    
In quanto stato plurale, l'Indonesia è in grado di conservare tale diversità. Infatti l'Indonesia ha un'ideologia nazionale, ossia la Pancasila (i Cinque Principi Fondamentali). La sostanza dei cinque principi della Pancasila è la seguente: (1) fede in Dio uno e unico, (2) umanità, (3) unità, (4) processo deliberativo basato sul consenso, e (5) giustizia sociale.. Sulla Pancasila si fonda il motto nazionale, “Unità nella diversità” (Bhinneka Tunggal Ika). L'Indonesia ha anche molte organizzazioni religiose che si possono considerare dei pilastri della società civile, una delle quali è la Muhammadiyah. La Muhammadiyah è una delle più grandi organizzazioni islamiche moderne dell'Indonesia. La Muhammadiyah ha risposto attivamente alla questione del pluralismo religioso. Essa afferma che la pluralità è un fatto, e perfino una parte del disegno di Dio. Quindi, radicare i valori del pluralismo religioso è una necessità. Figure come Ahmad Syafii Maarif (nato nel 1935), Din Syamsuddin (n. 1958), Amin Abdullah (n. 1953), Haedar Nashir (n. 1958), Abdul Munir Mulkhan (n. 1946), e Moeslim Abdurrahman (1948-2012), possono essere menzionati come esponenti dei gruppi di pensatori della Muhammadiyah che realmente apprezzano l'idea del pluralismo religioso. Quindi, lo scopo di questo scritto è di descrivere alcune esperienze della Muhammadiyah nella promozione e nella pratica dei valori del pluralismo religioso in Indonesia.  
 
Comprendere il pluralismo religioso
Oltre a “pluralismo religioso”, ci sono anche diversi termini usati in letteratura per mostrare il fenomeno della diversità nella religiosità. Figure come Richard Huges Seager (1993), Thomas Dean (1995),  Kosuke Koyama (2016) e Gerald Parson (1993), fanno uso del termine “diversità religiosa”. Questi diversi usi mostrano che il pluralismo è stato uno dei temi discussi da tantissimi pensatori interreligiosi. Perciò, non si esagera quando Harold Coward afferma che il pluralismo è una sfida che ogni religione affronta attualmente. Ebbene, riferendosi alla tradizione religiosa, ogni religione presenta dottrine ed esperienze diverse nell’affrontare il problema del pluralismo (Harold Coward, 1985: vii-viii). Quindi, il pluralismo significa che una religione non può più chiudersi e considerare che i propri insegnamenti e il proprio sistema rituale sono i più validi. 
In quest’ottica, la questione del pluralismo non viene affrontata solo in termini di realtà di una società diversificata e complessa, formata da razze e religioni diverse, ma anche nell’ottica della costruzione di un genuino coinvolgimento delle diversità nell’ambito della società. Ebbene, si può dire che il pluralismo è una necessità per la salvezza degli esseri umani, che si può realizzare nella convivenza comune mediante meccanismi di supervisione e di bilanciamento tra tutti i gruppi che compongono la società. Ciò significa che questa prospettiva pone il pluralismo come una tipologia religiosa che costituisce uno stadio ulteriore dell’inclusivismo. L'inclusivismo richiede la comprensione che le altre religioni possiedono similitudini, cosicché c'è un desiderio di avere un punto d'incontro tra le religioni. A differenza dell'inclusivismo, il pluralismo riconosce esattamente le differenze (Zuhairi Misrawi, 2007: 205-206). 
È in questo contesto che il pluralismo può essere considerato una prosecuzione dell'inclusivismo, dal momento che constata che ogni religione possiede una realtà unica. Allora, qui il pluralismo è presente per costruire una certa tolleranza tra le differenze e le diversità religiose. Del problema della diversità non fa esperienza solo l'Islam, ma anche le altre religioni. Perciò, Harold Coward afferma che il pluralismo si può veramente trovare in ogni religione. Secondo Harold, le grandi religioni, l'ebraismo, il cristianesimo, l'Islam, l'Induismo e il Buddismo, presentano chiaramente insegnamenti normativi ed esperienze storiche in rapporto al problema della pluralità della società. Ma, secondo John Hick, l'Islam sembra avere una visione più chiara sul pluralismo. Secondo John Hick (1922-2012), ciò dipende dal fatto che l'Islam ha una dottrina sulla Bibbia (ahl al-kitab) che include sia il Giudaismo che il Cristianesimo (John Hick, 1989: 197-199). Tra i pensatori islamici, si dibatte anche sulla Bibbia cosicché questa questione sembra essere controversa.
Così, come rispondono al pluralismo religioso i dirigenti della Muhammadiyah? Uno di essi, Kuntowijoyo (2001: 287) ha detto che il pluralismo si può presentare in due concezioni, una negativa e una positiva. Il termine “pluralismo negativo” si usa per mostrare un atteggiamento religioso molto estremo. Questo atteggiamento estremo, per esempio, si mostra attraverso l'affermazione per cui una religione si potrebbe indossare come un abito che pertanto può essere rimpiazzato in qualsiasi momento con un altro. Nel pensiero dei sostenitori e dei costruttori di questo pluralismo negativo, si riconosce l’esistenza di molte religioni. In linea di principio, questa affermazione è in linea con la realtà esistente. Ma affermare che la conversione ad un’altra religione accade naturalmente con la stessa facilità di un cambiamento d’abito può certamente portare a qualche controversia. Definiamo il pluralismo come negativo quando comporta il convincimento che non sia necessario conservare con fermezza la propria fede. La religione è come un vestito, la cosa più importante è la fede conservata nel proprio cuore.
Allo stesso tempo, il pluralismo positivo è un atteggiamento religioso che rispetta le opinioni, i modi di vivere e le fedi. Spiegando questo pluralismo positivo, Kuntowijoyo (1943-2005) ha portato ad esempio le proprie esperienze di studente all'estero. Per esempio, quando c'era un invito ad un birra-party, andava alla festa portandosi una coca cola. Se veniva a sapere che il suo amico che viveva nel suo stesso appartamento con lui era solito bere birra, volentieri lo accompagnava al ristorante a prendere una birra. Ebbene, quando gli fu chiesto se si poteva usare il suo frigo per conservare la birra, rispose di sì dal momento che non gli veniva chiesto di berla. Ne risulta che l'America, che è molto pluralista quanto a modelli di esistenza, secondo Kuntowijoyo offre comunque opportunità di sviluppare questo pluralismo positivo.
Ugualmente, Nurcholish Madjid (1939-2005) sottolinea che la diversità o la pluralità nei modelli di esistenza è desiderio di Dio ed un fatto scientifico (sunnatullah). Secondo Nurcholish, il pluralismo è un sistema di valori che richiede agli esseri umani di rispettare tutte le forme di pluralità accettando la pluralità come una realtà e quindi garantendo rispetto verso l’orientamento di ciascuno (Nurcholish Madjid, 1992: lxxv). In questo contesto, Nurcholish suggerisce che l'ummah dell'Islam applica un principio chiamato principio di relativismo interno. Le caratteristiche di questo relativismo interno, secondo Nurcholish, costituiscono una via d'uscita per far evitare all'ummah un richiamo all'assolutismo per sé e per il proprio gruppo. Questo principio viene affermato da Nurcholish (2000: 41) parlando della costruzione della Fratellanza Musulmana (Ukhuwah Islamiyah) in Indonesia. 
È attraverso lo spirito di fraternità che si dovrebbe trasformare ogni differenza in un fondamento positivo dello stile di vita, facendo come a gara nella bontà (al-khairat). Questa situazione può essere realizzata se si sviluppa un atteggiamento di rispetto e apprezzamento di qualsiasi differenza tra i membri della società. Secondo Nurcholish l'Indonesia, avendo il più alto numero di musulmani del mondo, può proporsi come laboratorio per sviluppare la tolleranza e il pluralismo religiosi. Inoltre, la comunità islamica in Indonesia sta lavorando assiduamente per portare l'Islam ad un dialogo positivo e costruttivo in linea con le diverse domande dei luoghi e del tempo. Nurcholish usa anche dei versi del Santo Corano come base per costruire i valori del pluralismo (Sura al-Hujurat/49: 11-13). 
La legge della differenza, secondo Nurcholish, è una determinazione di Dio per gli esseri umani. Ebbene, la legge vale anche per coloro che credono in Dio indipendentemente dal loro background biografico, sociale e culturale. Quindi, una fraternità basata sul credo (ukhuwah imaniyah) all'interno di un contesto di differenziazione viene proprio suggerita da Allah (Sia Lode e Gloria a Lui) (Sura al-Hujurat/49: 10). Dal momento che la differenza è una determinazione di Dio, ogni persona dovrebbe veramente sforzarsi (ijtihad) per cercare, comprendere ed ottenere la verità.  Nurcholish, citando Ibn Taymiyah (1263-1328) afferma che quelli che fanno ijtihad non si possono biasimare, dato che se i loro sforzi razionali (ijtihads) sono giusti, otterranno molteplici ricompense da Dio. Invece, se i loro sforzi razionali (ijtihad) sono sbagliati, otterranno comunque la ricompensa, anche se sarà solo una. Perciò, si dovrebbe sempre mantenere la libertà di pensiero, di parola e di opinione senza alcuna diffidenza tra i gruppi della società.
Uno scienziato, che viene anche chiamato il Padre delle Religioni Comparate in Indonesia, Abdul Mukti Ali (1923-2004), propone a sua volta una tipologia del pluralismo religioso. Secondo Mukti Ali, la pluralità è una realtà che si vede chiaramente. In Indonesia, si possono anche reperire molte religioni. Ebbene, ci sono sei religioni ufficiali in Indonesia, cioè l'Islam, il Cristianesimo, il Cattolicesimo, l'Induismo, il Buddismo e il Confucianesimo. Secondo l'Ufficio Centrale di Statistica (Biro Pusat Statistika, BPS), l'adesione alle religioni in Indonesia è la seguente: Islam (207.176.162, 87%), Cristianesimo (16.528.513, 6,96%), Cattolicesimo (6.907.873, 2,91%), Induismo (4.012.116, 1,69%), Buddismo (1.703.254, 0,72%), Confucianesimo (117.091, 0,05%), altre religioni (1.196.317, 0,51%). I dati del BPS del 2010 hanno valutato la popolazione dell'Indonesia in 237.641.326 persone. Ogni religione deve insegnare diversi modi di vivere. È la fede del credente a comprendere l'insegnamento di Dio. Dato che la popolazione indonesiana vive in una società plurale, è necessaria una via verso l'armonia nella vita religiosa. 
Inoltre, Mukti Ali (1992: 226-229) mostra alcune scelte che si possono proporre per far crescere i valori del pluralismo religioso. Innanzitutto, c'è un'opinione secondo cui tutte le religioni sono la stessa. Si chiama “sincretismo”. Questo modello sincretistico cresce bene non solo in Indonesia ma anche in alcune altre nazioni in via di sviluppo. In Indonesia, il sincretismo è il principale insegnamento dei gruppi mistici. Nella relazione di Badan Kongres Kebatinan (Ufficio del Congresso Mistico) del 1959, si indica che tutte le concezioni di Dio sono aspetti del Dio unico supremo, eterno e infinito. Tutte le religioni sono aspetti di una grande via verso l'unica verità. Questa formula mostra uno dei pilastri degli insegnamenti del gruppo sincretistico.  
Il secondo modello si chiama ri-concezione, che significa completare e rivisitare la propria religione in relazione alle altre. Questo modello richiede la composizione di una religione universale che risponda ai bisogni di tutti gli uomini e di tutte le nazioni mediante la ri-concezione. Si segue questo percorso affermando che ogni persona dovrebbe credere nella propria religione, ma, entro ogni religione, si dovrebbero introdurre elementi di altre religioni nella propria.
Il terzo modello è la sintesi, che significa creare una nuova religione i cui elementi siano presi da religioni diverse. Lo si fa per permettere ad ogni credente di sentire che qualcuno degli insegnamenti della sua religione è stato rappresentato nella religione sintetica. In questo modo, ogni credente spera di poter avere una vita armoniosa e pacifica.
Il quarto modello è la sostituzione, che significa che è la propria religione quella giusta, mentre le altre sono sbagliate. Quindi, vi saranno tentativi di far sì che gli altri credenti aderiscano alla propria religione. Non si è disposti ad accettare che vi siano altre persone che credono in altre religioni o fedi. Di conseguenza, le altre religioni dovrebbero essere anche sostituite con la propria per creare una vita armoniosa. 
Il quinto modello si chiama accordo nel disaccordo. Questo modello insegna che è la religione che si professa ad essere la migliore.  Ma si lasciano gli altri credere che le loro religioni siano le migliori. Questa tipologia insegna anche che ogni religione ha differenze e similitudini [rispetto alle altre]. Così, un atteggiamento da sviluppare in queste questioni è quello di rispettarsi reciprocamente tra credenti. 
Tra tutte le alternative, Mukti Ali afferma che il modello dell'accordo nel disaccordo è il più importante per ogni credente. Si dice che una persona religiosa dovrebbe credere che è la religione da lei praticata ad essere la migliore e la più giusta. E agli altri è consentito o riconosciuto di credere nella verità della religione da loro professata.
Un'altra tipologia di pluralismo è proposta anche da Diana L. Eck (n. 1945), Professoressa di Religioni Comparate e Studi Indiani presso l'Università di Harvard. Secondo Diana (1993: 1), un pluralismo religioso possiede quattro importanti caratteristiche; la prima, il pluralismo non è solo diversità, ma l’energico coinvolgimento nella diversità. Una diversità religiosa è qualcosa di dato, mentre il pluralismo religioso è una meta che dovrebbe essere sempre cercata attivamente. In secondo luogo, il pluralismo non è solo tolleranza, ma la ricerca attiva della comprensione della linea di demarcazione della differenza. In terzo luogo, il pluralismo non è relativismo, ma il confronto tra coinvolgimenti attivi. In quarto luogo, il pluralismo è basato sul dialogo. Dialogo significa il coinvolgimento di due o più persone che parlano e ascoltano. Tutti sono coinvolti in un processo di apertura delle loro menti alla comunanza della comprensione e alla realtà della differenza. Ne deriva che ciò che è importante in questo dialogo è l'esistenza dell’impegno e della volontà di condividere, criticare ed essere criticati. 
 
Promuovere e praticare il pluralismo religioso, 
L'esperienza della Muhammadiyah 
Uno dei lavori importanti della Muhammadiyah collegati all'idea del pluralismo religioso è un libro pubblicato dalla Majelis Tarjih dan Pengembangan Pemikiran Islam [Assemblea per l’Interpretazione e lo Sviluppo del Pensiero Islamico] dal titolo Tafsir Tematik al-Qur’an tentang Hubungan Sosial Antar Umat Beragama (Interpretazione tematica del Santo Corano sulle relazioni sociali nell’universo religioso) (d’ora in avanti, Tafsir Tematik). Questo è importante dal momento che si discute del tema delle relazioni sociali reali entro l’universo religioso. Ciò è dovuto al fatto che ci sono molti casi di intolleranza nel mondo religioso. L'Indonesia nell'epoca post-riformista è anche segnata da vari casi di radicalismo con sfumature religiose. Ebbene, ci sono attentati suicidi in diverse regioni. La Muhammadiyah, essendo una delle più grandi organizzazioni sociali e religiose di questa nazione, dovrebbe chiaramente apportare dei contributi positivi. 
Nel complesso, la Tafsir Tematik consiste di quattro parti. La prima parte discute i principi nelle relazioni entro l’universo religioso. In questa parte, si presenta un'interpretazione di un certo numero di versetti che si possono comprendere come riconoscimento da parte dell'Islam del fatto della diversità religiosa. C'è anche un impegno a realizzare una coesistenza pacifica nelle relazioni all'interno della comunità dei credenti. La seconda parte parla di come mantenere buone relazioni e cooperazione nell’universo religioso. La terza parte è la discussione del Santo Corano sulla Bibbia. L'ultima parte discute dei matrimoni tra sposi di diversa religione secondo il Santo Corano. Alcune delle questioni sviluppate nella Tafsir Tematik  sono apprezzabili, poiché riguardano il problema del pluralismo nell'epoca contemporanea, specialmente in Indonesia.
La spiegazione del pluralismo religioso e della risposta ad esso viene affrontata nella prima parte del libro. Vi si dice che il pluralismo nello studio della teologia ha tre interpretazioni. Innanzitutto il pluralismo significa il fatto che la comunità religiosa è plurale. Nel contesto, pluralismo significa autentica pluralità, in particolare il governo indonesiano riconosce molte religioni e fedi. 
In secondo luogo, il pluralismo ha una connotazione politica il cui significato è sinonimo di secolarismo. In questo caso, il secolarismo può avere due significati; (1) separare la religione dagli affari pubblici ed anche riflettere un fenomeno anti-religioso, (2) lo Stato che non si identifica con una certa religione, ma che rispetta e dà opportunità a tutte le religioni di svilupparsi. La politica del governo indonesiano per quel che riguarda l'esistenza delle religioni riflette lo sviluppo del secolarismo in quest'ultimo significato. In terzo luogo, il termine pluralità fa riferimento a una visione che afferma che tutte le religioni alla fine guidano verso un'unica verità (M. Amin Abdullah, et.al, 2000: 19). 
In quanto pilastro della società civile, la Muhammadiyah è impegnata a presentare le caratteristiche della moderna pluralità. Il volto dell'Islam indonesiano dovrebbe essere guidato verso una forma moderata. Si può osservare questa consapevolezza nelle azioni che la Muhammadiyah ha compiuto negli anni recenti. Nell'incontro di Tanwir tenutosi a Yogyakarta, dal 26 al 29 aprile 2007, sono stati discussi alcuni problemi riguardanti la funzione civica della Muhammadiyah, incluso il suo contributo allo sviluppo delle culture democratiche, dei diritti umani, dell'ambiente, e della pluralità culturale. Nel suo 47° congresso tenutosi a Makassar, dal 3 al 7 agosto 2015, è stato anche formulato un concetto di Stato della Pancasila come convergenza consensuale di tutti gli elementi della nazione. La forma di stato indonesiana viene considerata definitiva. Secondo la Muhammadiyah, è giunto il tempo per noi di colmare questa nazione di risultati prestigiosi. 
  Secondo uno dei suoi esponenti, Abdul Malik Fadjar (n. 1939), la Muhammadiyah offre vere e proprie indicazioni normative per guidare i suoi membri nel condurre la lora vita in un ambiente geografico e sociale pluralista (Abdul Malik Fadjar, 2007: 87-90). Gli elementi base di ciò che Malik Fajar ha detto sono in un brillante libro utile come guida per la vita quotidiana. Il libro si intitola Pedoman Hidup Islami Warga Muhammadiyah (Una guida islamica alla vita per i membri della Muhammadiyah). Questo libro ha affrontato la vita della famiglia, della società e dello stato, la preservazione dell'ambiente e la vita artistica e culturale. 
Un'altra personalità, Sudibyo Markus (2007: 91), afferma che in realtà si può osservare la funzione civica della Muhammadiyah a partire dalla fondazione di questa organizzazione. Molte delle sue attività sono state indirizzate nei settori dell’impegno missionario, dell’educazione, della salute e del benessere sociale, che hanno a che fare direttamente con la vita della società, della nazione e dello stato. Sebbene Alwi Shihab (n. 1946) nella sua ricerca affermi che uno dei fattori della nascita della Muhammadiyah sia il costruire una diga al fluire della cristianizzazione, ciò non significa che la Muhammadiyah non rispetti la pluralità religiosa e culturale. Diversi dialoghi intrattenuti dal padre fondatore della Muhammadiyah, Kyai Haji Ahmad Dahlan (1868-1923), con diversi missionari cristiani mostrano l'intenzione del padre fondatore di costruire relazioni interreligiose più dialoganti.  
Fin dall'inizio, non solo la Muhammadiyah ha stabilito collegamenti interreligiosi, ma si è anche dimostrata un'organizzazione molto aperta. Le relazioni tra la Muhammadiyah e la Budi Utomo, un'organizzazione che ha dato inizio al Risveglio Nazionale con l'ideologia del nazionalismo giavanese, mostra il suo carattere aperto. Buone relazioni con la Budi Utomo si sono anche mostrate attraverso la volontà di quest’ultima organizzazione di invitare Ahmad Dahlan a rivolgere un discorso ai partecipanti del Congresso del 1917. I partecipanti sono stati così interessati al discorso che alcuni di essi gli hanno chiesto di fare delle conferenze sulla religione ed anche di aprire delle filiali della Muhammadiyah nella loro regione. Come risultato, non sorprende che nel 1920, la Muhammadiyah sia riuscita a raggiungere tutta l'isola di Giava (M. T. Arifin, 1990: 23).
Oltre a mantenere buone relazioni con organizzazioni religiose come l'ordine sufi (tarekat) all'interno dell'Islam, la Muhammadiyah si è anche aperta ad organizzazioni non religiose. Persino, con una organizzazione filo-comunista come l'ISDV (Indische Social Demochratische Vereeniging, Associazione Social-Democratica delle Indie), la Muhammadiyah ha pure costruito una buona relazione. Ciò è stato provato dal fatto che Ahmad Dahlan ha anche invitato personalità dell'ISDV come il presidente del partito comunista indonesiano Semaun (1899-1971) o Darsono (n. 1897) a tenere dei discorsi all'incontro aperto della Muhammadiyah tenutosi a Kauman, Yogyakarta. I fatti mostrano che la Muhammadiyah desidera sviluppare una cultura di dialogo interetnico e religioso. Questo mostra il carattere di base della Muhammadiyah, aperto al pluralismo. 
Al momento, la Muhammadiyah sta anche cercando di sviluppare una cultura di apertura. Lo spirito di apertura certamente sarà significativo per i suoi membri, specialmente per quelli che vivono in aree di minoranza. Sudibyo ha detto che ci sono alcune scuole della Muhammadiyah nelle aree a maggioranza cristiana come Nusa Tenggara orientale, Papua Occidentale e Papua. Ci sono molti studenti cristiani nelle scuole della Muhammadiyah in quelle province. Quindi, si dice scherzando che “ci sono molti pastori che sono ex-allievi delle scuole della Muhammadiyah”. Questo perché il 75-90% degli studenti delle scuole e delle università della Muhammadiyah sono cristiani. Cosa interessante, la Muhammadiyah invita sempre insegnanti di religione cristiana ad insegnare [religione] agli studenti cristiani. Il fenomeno mostra il carattere di base della Muhammadiyah, che ha atteggiamenti aperti e rispetta la diversità culturale e religiosa.
Sforzi per costruire relazioni interreligiose, etniche e culturali sono sempre stati fatti dalla Muhammadiyah fino ad oggi. Lo spirito pionieristico della Muhammadiyah in diversi forum internazionali multiculturali come il Forum Mondiale per la Pace (WPF), il Comitato Asiatico su Religioni e Pace (ACRP), e il Comitato Mondiale su Religioni e Pace (WCRP), mostra il forte desiderio della Muhammadiyah di radicare i valori del pluralismo religioso. Din Syamsuddin (Capo dell'Ufficio Centrale della Muhammadiyah dal 2005 al 2015) ha già assunto la presidenza del WPF, dell'ACRP, e del WCRP. Din afferma che le istituzioni che guida hanno membri tra i leader, i pensatori, le élites religiose, e gli studiosi di ogni parte del mondo (Rizal Sukma, 2006: 1). 
Periodicamente, la Muhammadiyah ed il WPF portano anche avanti programmi in collaborazione. Uno di essi è un'attività svolta nell'agosto 2006 sul tema: Una Umanità, Un Destino, Una Responsabilità. È stato scelto questo tema per reagire alla situazione mondiale piena di guerre, conflitti e violenze. Nel 2012, si è tenuto il quarto incontro del WPF sul tema Consolidare una Democrazia Multiculturale. Questo incontro mostra le azioni compiute dalla Muhammadiyah per consolidare una democrazia multiculturale, così da poter mantenere relazioni di dialogo interetniche, culturali e religiose. Si vedono anche azioni intraprese dai giovani della Muhammadiyah per radicare i valori del pluralismo religioso mediante delle ONG come l'Istituto per l'Umanità e la Cultura Maarif, la Rete dei Giovani Intellettuali della Muhammadiyah (Jaringan Intelektual Muda Muhammadiyah, JIMM), la Fondazione al-Maun, e il Centro per il Dialogo e la Cooperazione tra le Civiltà (CDCC). 
Si può dire che l'Istituto Maarif sia un embrione di quasi tutte le ONG con base nella gioventù della Muhammadiyah. L'Istituto Maarif è stato creato nel 2002, quando Ahmad Syafii Maarif divenne il Capo Generale dell'Ufficio Centrale della Muhammadiyah. Accanto a Syafii Maarif, ci sono figure popolari tra i fondatori dell'Istituto Maarif, come Haedar Nashir, Moeslim Abdurrahman, Jeffrie Geofannie (n. 1967), Rizal Sukma (n. 1964), e Suyoto (n. 1965). Nello statuto dell'organizzazione si stabilisce che l'Istituto Maarif si impegna nei movimenti culturali dell'Islam, dell'umanità, e nel contesto indonesiano. Alcune istanze contemporanee concernenti i problemi dell'umanità come i diritti umani, il pluralismo, il genere, e il dialogo tra le religioni e le civiltà sono di interesse dell'Istituto Maarif. Oggi, la Muhammadiyah è attiva nel dialogo interreligioso e per la pace con i leader religiosi in Indonesia, e nel mondo. La Muhammadiyah realizza anche programmi per contrastare il terrorismo (deradicalizzazione). Da ultimo, la Muhammadiyah è anche coinvolta attivamente in programmi di costruzione della pace nel mondo, per esempio nel sud della Thailandia e nelle Filippine meridionali.   
 
Conclusione
Varie attività che la Muhammadiyah ha svolto dimostrano il suo impegno nel presentare il volto moderato e amichevole dell'Islam in materia di pluralità religiosa e culturale. Si sono fatti sforzi per radicare i valori del pluralismo religioso attraverso l’educazione, accanto alle azioni intraprese dagli esponenti della Muhammadiyah. Le istituzioni educative della Muhammadiyah a partire dai livelli elementari e secondari fino ai livelli più alti hanno dato il massimo sviluppo al ruolo svolto in quanto servizi pubblici per educare i bambini provenienti da vari gruppi etnici, classi sociali e religioni. Le azioni che la Muhammadiyah ha intrapreso in questo campo si possono riscontrare in aree a minoranza musulmana. Significa, quindi, che la Muhammadiyah ha risposto positivamente alle sfide plurali e multiculturali. La Muhammadiyah chiede anche al governo e alle agenzie di finanziamento internazionali di radicare sempre i valori del pluralismo, e ha anche intensificato le sue attività per chiedere al maggior numero possibile di individui, di società, di istituzioni di presentare un Islam sviluppato e moderato. Tutto ciò mostra le attività che la Muhammadiyah ha intrapreso in quanto associazione civile impegnata a promuovere i valori del pluralismo religioso mediante l’educazione, la predicazione, lo sviluppo del benessere sociale, il dialogo interreligioso e la pace, e tramite programmi inter-culturali, inter-etnici e inter-religiosi. In particolare, la Muhammadiyah ha insegnato i valori del pluralismo religioso con l'esempio, non solo come una conoscenza o un discorso astratto.*

 

#peaceispossible #stradedipace
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