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12 Settembre 2017 09:00 | Petrikirche

Intervento di Chris Ferguson



Chris Ferguson


Comunione Mondiale delle Chiese Riformate, Canada
Introduzione
Illustre Presidente, mons. Hegge, illustri stimatissimi correlatori, membri della Comunità di Sant’Egidio, partner del dialogo sul Cammino della Pace, sorelle e fratelli tutti,
Prima di tutto rendo grazie al Dio della Vita per questo incontro estremamente importante sotto la leadership profetica della Comunità di Sant’Egidio e per tutti coloro che hanno attraversato confini e frontiere che causano separazione, per riunirsi nello Spirito di Assisi. Questo è uno dei rari e importanti spazi per colloqui interreligiosi e interculturali per fare e costruire la pace in questi tempi tormentati. Particolari ringraziamenti alle diocesi cattoliche romane di Münster ed Osnabrück per averci ospitato in questo luogo così impregnato storicamente e simbolicamente della ricerca di una pace autenticamente duratura.
La Comunione Mondiale delle Chiese Riformate è grata di aver ricevuto questa opportunità di ascoltare, imparare ed unirsi nella preghiera, nella riflessione e nell’azione comune a cui ci chiama il Dio della Vita nella potenza dello Spirito, seguendo Gesù di Galilea.
 
1.
La Comunione Mondiale delle Chiese Riformate (WCRC) è una famiglia di Cristiani Protestanti che secondo le ultime stime comprende 233 chiese membro in oltre 110 paesi, rappresentando oltre 100 milioni di persone.
La nostra comunione è una famiglia di chiese della Riforma, ma è importante sottolineare che siamo costituiti da chiese Presbiteriane, Riformate, Congregazionaliste, Riunite, Valdesi, dei Fratelli Boemi e da altre chiese della Prima Riforma. Nella nostra arricchente diversità, la vivente tradizione Riformata abbraccia diversi movimenti e tradizioni di riforma compresi quelli antecedenti al XVI secolo e denominazioni non confessionali ed ecumeniche che hanno arricchito la nostra identità al punto che i Metodisti, gli Anglicani, i Luterani ed altri hanno modellato la WCRC. Certamente immedesimata in Calvino, Zwingli e Knox, e ferma nel testimoniare che essere Riformati significa essere Ecumenici. Nel nostro contesto globalizzato, l’agenda teologica, ecclesiologica e missiologica della Riforma rimane incompiuta. Sia entro la nostra stessa comunione che tra le chiese della Riforma e tra le chiese tutte. Noi parliamo di “una Chiesa Riformata sempre in via di Riforma secondo la Parola di Dio”. Comprendiamo attraverso la parola profetica del Vangelo che la Riforma e il rinnovamento della Chiesa si attuano per la Trasformazione del mondo. Ci intendiamo come una famiglia di chiese chiamata alla comunione e impegnata per la giustizia.
La nostra tradizione, nella sua complessità, ha contribuito molto alle fondamentali e trasformatrici realtà dei movimenti di Riforma e a ricentrare la vita della fede sulla Parola di Dio, il Vangelo vivificante di Gesù Cristo. Le nostre tradizioni si sono focalizzate sul convincimento che la Riforma deve abbracciare la riforma di tutta la società. Sottolineiamo che tutta la creazione è scenario della grazia di Dio e che pertanto tutte le realtà sociali, politiche, economiche, ecologiche e culturali sono chiamate al cambiamento in modo che la volontà di Dio sia fatta in terra così come lo è in cielo.
Al tempo stesso la tradizione riformata ha svolto un preciso ruolo formativo nella nascita del denominazionalismo, nella divisione del corpo di Cristo, nell’antisemitismo, nell’insegnamento anti-islamico e nell’aggressione degli Anabattisti. La teologia e l’interpretazione biblica riformate erano solite giustificare e sostenere spiritualità e strutture socio-politiche razziste, sessiste, colonialiste e individualistiche, socialmente dualistiche.
Quindi più di 500 anni dopo i movimenti di Riforma ci volgiamo nuovamente al pentimento ed alla riconciliazione. Calvino era scandalizzato dalla divisione e faceva riferimento al corpo di Cristo smembrato e sanguinante. Diceva che l’unità era così cruciale che egli avrebbe “attraversato dieci mari” per la causa dell’unità. Il Vangelo ci ha sfidato a combattere contro la nostra complicità nell’ingiustizia e nell’oppressione, in obbedienza al Dio della Vita. Il Dio della Giustizia.
In un colloquio con Papa Francesco nel 2016, io iniziai dicendo che venivo con gioia e urgenza. Gioia a causa dei grandi passi che sono stati fatti nel superamento delle divisioni e nell’approfondimento del dialogo, della comprensione e della cooperazione. Urgenza data dalla perigliosa e scandalosa situazione dell’umanità e dell’intera creazione di Dio si confrontano con pesanti minacce per la vita e per la sostenibilità globale, in un mondo caduto in mano ai ladri.
 
2.
La nostra famiglia del WCRC ha celebrato la riunione del suo Consiglio Generale a luglio di quest’anno. Il tema era “Dio vivente, rinnovaci e trasformaci”. Abbiamo invocato a gran voce il Dio della vita dalle estreme profondità dell’oppressione, della violenza, della guerra, della persecuzione delle minoranze, della povertà, della disperazione e della disuguaglianza che affliggono la gente e il pianeta. Ci siamo rivolti a Dio con speranza e nella gioia del Vangelo. La radice della sofferenza della gente e di quella della terra è la stessa. Soffriamo sotto la dominazione di un complesso sistema globale di ingiustizia economica, sociale, politica, militare, culturale, religiosa ed ecologica, che serve gli interessi di pochissimi a spese della grande maggioranza e della creazione stessa. Il nome biblico di questa realtà è Babilonia. Abbiamo avuto il coraggio di chiamarla Impero. Quando gridiamo “Trasformaci…” includiamo le persone, la Chiesa e l’intera comunità dei viventi.
Comprendiamo che l’imperativo della nostra fede è di portare la Riforma a volgersi al Dio vivente in una trasformazione radicale in ognuna delle nostre famiglie globali in tre contesti distintivi. A) I 500 anni delle Riforme; B) il nostro specifico contesto in quanto comunione mondiale in cui la nostra unità e testimonianza è ancora intimidita ed incompleta. Siamo ancora divisi da relazioni di potere inique e ingiuste tra nord e sud, tra uomini e donne, tra giovani e anziani, e da divisioni razziali e di classe entro la nostra comunione e la koinonia della chiesa; C) il nostro contesto di testimonianza alla vita per tutti in questo mondo scandalosamente ingiusto e violento, caduto in mano ai ladri.
In quest’anno 2017 abbiamo adottato la preghiera per il rinnovamento, seguendo la strada di riconciliazione e di unità apertaci dall’audace e coraggioso dialogo della Chiesa Cattolica Romana e della Federazione Luterana Mondiale, che ha portato nel 1999 alla Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione. La Conferenza Metodista Mondiale si è associata a sua volta alla Dichiarazione alcuni anni dopo ed oggi, con considerevole gioia e in spirito di ringraziamento, posso dire che la WCRC si è unita a questo storico allargamento del cerchio di riconciliazione e di unità. Come nel caso dei Metodisti, siamo riusciti di tutto cuore e, nel nostro caso, con significative riflessioni e dibattiti, ad abbracciare la Dichiarazione grazie al significativo metodo utilizzato sulla strada per la riconciliazione: quello del consenso differenziato. Nell’identificare chiaramente le nostre differenze e i nostri distinguo sull’importante dottrina della giustificazione, abbiamo affermato il nostro accordo essenziale sulla dottrina stessa e abbiamo dichiarato che seppure esistano ancora delle differenze, queste ci arricchiscono e sono private del potere di dividerci. Private per sempre del potere di minare l’unità necessaria a superare il peccato ed il male strutturali che affliggono la creazione di Dio. Il metodo è in via di trasformazione, dato che siamo stati anche in grado di aggiungere la nostra voce Riformata quando ci siamo associati, sottolineando l’intrinseca ed inseparabile relazione tra Giustificazione e Giustizia. Così unendoci ai Metodisti nel loro porre in rilievo l’integrazione di giustificazione e santificazione nell’opera salvifica di Dio.
Quando ci siamo riuniti nella Schloss Kirche di Wittenberg per unirci alla Dichiarazione insieme a Cattolici Romani, Luterani e Metodisti, sostenuti dalla presenza di Ortodossi e Mennoniti, confermati dalla preghiera degli Anglicani (che stanno per adottare la Dichiarazione nel loro cammino, in ottobre nell’abbazia di Westminster), siamo stati sopraffatti dal dono dell’unità. Coscienti del fatto che ancora molte cose ci dividono. Coscienti del fatto che l’unità cristiana deve esistere solo al servizio di tutti e contro nessuno. Coscienti e rispettosi del fatto che cinque comunioni mondiali cristiane hanno avuto il dono di entrare nei prossimi 500 anni testimoniando che la riconciliazione che onora le differenze e la diversità è la volontà di Dio su di noi… e ora lo è per tutti.
Condivido oggi la tavola rotonda col cardinale Kasper, che era tra coloro che hanno maggiormente sognato questo percorso. Col vescovo Younan, che ha promosso la Dichiarazione e ci ha chiamato ad associarci ad essa. Ringraziamo Dio per la loro coraggiosa guida.
Quello stesso giorno a Wittenberg, la Federazione Luterana Mondiale e la WCRC hanno firmato la Testimonianza di Wittenberg, impegnandosi, in quanto DUE PRINCIPALI CHIESE della Riforma, a far sfociare i nostri dialoghi nella pratica e nella garanzia che le nostre chiese e noi stessi in quanto comunioni avremmo lavorato insieme anche più strettamente e avremmo realizzato l’unità cui Dio ci chiama.
 
Dio vivente, rinnovaci e trasformaci… chiamati all’unità, impegnati per la giustizia… a portare la Riforma nel tempo presente, a trasformare le tensioni dell’epoca attuale, in modo che tutti possano avere la vita e averla in abbondanza.

 

#peaceispossible #stradedipace
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