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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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4 Ottobre 2010 16:30 | Ajuntament. Saló de Cròniques

Barcellona 2010 - Intervento di GREGORIOS III LAHAM



Gregorios III Laham


Patriarca Greco-cattolicodi Antiochia, Alessandria e Gerusalemme
“TUTTA LA MIA GIOIA E’ IN TE, GERUSALEMME” 
 
“Rallegrati, Gerusalemme, santa, madre di tutte le chiese,
la dimora di Dio! Perché tu hai ricevuto per prima
il perdono dei peccati, attraverso la Resurrezione”
(S. Giovanni Damasceno, 8° secolo, scritto a S. Saba, Gerusalemme, 8° tono della Resurrezione)
E’ la ragione della grandezza di Gerusalemme
Il salmo 87 dice tutta la grandezza di Gerusalemme,
Dio la ama
Dio l’ha fondata
Essa è tutta gloria,
Filistea, Tiro ed Etiopia: tutti sono nati in essa
Ogni uomo dice a Gerusalemme: madre, Maryam
Felici tutti coloro che abitano in essa.
Numerose persone lodano Gerusalemme, cantano la salita a Gerusalemme, chiedono la pace per essa.
Il profeta Isaia dialoga con Gerusalemme con degli attributi, degli accenti ineffabili in alcuni interi capitoli che fanno parte dell’innografia cristiana.
Questi salmi, queste profezie danno la sostanza dell’amore appassionato degli ebrei per Gerusalemme!
Gesù ha avuto un bellissimo dialogo con Gerusalemme (Mt 23, 37-38)
 
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 
 
E’ a partire da Gerusalemme che chiede ai suoi discepoli di andare a predicare la gioiosa notizia del vangelo nel mondo intero.
Il primo concilio cristiano si è tenuto a Gerusalemme
San Paolo parla in modo accorato di Gerusalemme
Essa è libera, essa è celeste, essa è nostra madre per tutti noi.
San Giovanni nell’apocalisse canta Gerusalemme con un delirio profetico (Apocalisse 21, 1-4)
  vidi anche la città santa (è il titolo del Patriarca di Gerusalemme, il mio titolo), la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
 
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro 
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
4E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
  perché le cose di prima sono passate».
 
Giovanni Paolo II ha detto: “La Palestina è la patria di ogni cristiano, perché è la patria di Gesù e Maria” (Redemptoris Mater)
Nell’Islam Israia et Mi’raje (o l’ascensione del profeta Mohammed dalla roccia di Gerusalemme) è un avvenimento nella tradizione musulmana che vuole mostrare allo stesso tempo tutta la grandezza di Gerusalemme, la sua santità, il suo carattere unico, e la grandezza di Mohammed. Ogni profeta deve essere legato a Gerusalemme!
Nell’Islam Gerusalemme è stata la prima direzione della preghiera. Un pellegrinaggio è completo solo quando si conclude a Gerusalemme. 
Uno dei più bei contratti tra musulmani e cristiani, tra il califfo Omar e il patriarca Sofronio, è stato scritto a Gerusalemme.
I Franchi che vengono chiamati “crociati” avevano come prima preoccupazione Gerusalemme e i luoghi santi (vi è là uno sviamento)
Tutto questo è stato bello
Tutto questo mostra che Gerusalemme è la capitale della nostra fede.
ebrei
cristiani
musulmani
A partire da tutto questo, e con tutto il rispetto dei diversi punti di vista politici su Gerusalemme, (dove ho vissuto 26 anni come vescovo, vicario patriarcale 1974-2000) con tutto il rispetto per i miei fratelli palestinesi che ho servito per 26 anni, e per i nostri fratelli ebrei che ho conosciuto e con i quali ho sempre avuto un’amicizia franca e sincera,
io oso dire quel che ho proclamato in uno scritto del 1990.
Io oso dire:
Gerusalemme è per noi tutti la capitale della nostra fede!
La mia capitale, la tua capitale, la nostra capitale, la loro capitale
Perché vuoi farne la capitale politica? La capitale della politica?
Io so che dicendo questo io sono fuori da tutte le opinioni
Io sono, come si dice in arabo, un uccello che canta una melodia differente dalla melodia di tutti gli altri uccelli.
Tuttavia ho osato dirlo molte volte e lo dico oggi, e lo ripeterò domani!
Io sono un arabo cristiano sono in piena solidarietà con i miei fratelli palestinesi. Ho sempre affermato con i capi cristiani di Gerusalemme, in diversi documenti, come nel documento Kairos, inviato da qualche mese a tutti i cristiani di Gerusalemme e della Terra Santa… 
Io ho affermato il diritto dei due popoli, palestinesi e israeliani alla vita, a una patria, a una nazione, alla libertà e alla dignità.
E’ a partire da tutto questo, dalla spiritualità giudaica, cristiana e musulmana e malgrado tutte le aspirazioni legittime di ebrei, cristiani, musulmani….
Io lo dico:
Gerusalemme è la capitale della nostra fede. PUNTO.
Io vi prego: ebrei, palestinesi, arabi, americani, europei… non ne fate una capitale politica! Non ne fate una municipalità, della quale voi sarete gli amministratori, i sindaci.
Non usurpate il diritto di Dio su questa città, in maniera che essa sia sottomessa a te, a voi, invece di essere voi stessi sottomessi a lei, a Dio che l’ha fondata affinché essa sia la tecla di Dio e la città di tutti i figli di Dio, come il salmo 87 ci ha ricordato.
Nessun popolo ha potere su Gerusalemme, essa è l’HARAM, il sacro.
E’ così che bisogna capire tutti gli oracoli dei profeti (così numerosi) riguardo a Gerusalemme.
Bisogna capire quello che è stato detto riguardo a Gerusalemme dai profeti secondo il senso, il pensiero, la visione profetica su Gerusalemme. E’ al tempo stesso parola di Dio e parola dei profeti in nome di Dio. Questa parola, frutto di un’ispirazione divina, non bisogna degradarla, farne la caricatura, svalutarla, svuotarla del suo contenuto interpretandola con una decisione politica, etnica.
La Parola di Dio deve restare Parola di Dio, parola sublime, piena di simboli, una Parola di Dio, che ci conduce a Dio. Essa non può essere tradotta da una parola umana.
Con il conflitto israelo-palestinese questa parola di Dio su Gerusalemme è stata politicizzata, manipolata. Ha perduto la sua bellezza, il suo carattere sublime e anche divino.
Dio ha parlato con gli uomini e le donne a Gerusalemme e in Terra Santa. 
Questa parola di Dio non può essere e non deve essere interpretata. Bisogna conservare alla parola di Dio tutta la sua purezza, tutta la sua “divinità”.
Dio ha fondato Gerusalemme, Dio ha fatto la sua storia, il suo passato, il suo presente e farà il suo futuro!
Togliete le mani da Gerusalemme! Soprattutto voi politici. Rispettate il piano, l’economia di Dio su di essa. Essa non è il vostro feudo, il vostro dominio, la vostra proprietà.
E’ lei che vi possiede, voi siete tutti e tutte, senza preferenze, senza orgoglio, senza merito, voi siete suoi figli!
Non dividete Gerusalemme secondo le vostre misure, e le vostre barriere. Conservatela unita. Gerusalemme non è grande, se è ridotta ad una capitale politica (Parigi, Madrid o Berlino) come le capitali di questo mondo. Essa è stata, essa è ed essa resterà la capitale della nostra fede. Tutti, ebrei, cristiani e musulmani.
S. Gregorio teologo diceva: «La santità della Terrà santa non è un monopolio, ma un punto di partenza di santità nel mondo e per il mondo».
La Bibbia non smette di parlare della nuova creatura, della nuova Gerusalemme, della terra nuova.
La Gerusalemme terrena è divisa e causa di divisioni.
Gerusalemme celeste, la madre di tutti noi è libera, fortificata, unita.
Lavoriamo tutti insieme, ebrei, cristiani, musulmani, credenti del mondo intero, orientali europei, americani, lavoriamo per la salvezza di Gerusalemme, per la sanitità di Gerusalemme, per l’HARAM di Gerusalemme.
Che Gerusalemme sia e resti la capitale della nostra fede, la capitale della fede.
La capitale dell’uomo, di ogni uomo.
La capitale della speranza, dell’amore di Dio per gli uomini e dell’amore tra gli uomini.
 
 
+ Gregorio III
Patriarca Greco melchita cattolico di Antiochia e di tutto l’Oriente, d’Alessandria e di Gerusalemme.
 

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Barcellona 2010

Messaggio
di Papa
Benedetto XVI


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