change language
usted está en: home - ecumenis...diálogo - encuentr...r la paz - 11 de se...r la paz newslettercómo contactarnoslink

Ayuda a la Comunidad

  

Liturgia de Acción de Gracias por el 50 aniversario de la Comunidad de Sant'Egidio

10 de febrero, a las 17.30 h Basílica de San Juan de Letrán

Más dificultades para los más pobres para encontrar, conservar o quedarse en una casa

Presentación de la guía DÓNDE 2018

Llegan a Italia los primeros corredores humanitarios de 2018. La nueva fase del proyecto que se ha convertido en un modelo de acogida e integración para Europa


 
versión para imprimir
13 Septiembre 2011 09:00 | Künstlerhaus am Lenbachplatz, Clubräume

Essere credenti in terra straniera - Zeinab Acmed Dolal


Zeinab Ahmed Dolal


Comunidad de Sant’Egidio, Somalia

Sono lieta di prendere parte a questo incontro e di poter intervenire sul tema di che cosa significhi essere credenti in terra straniera.
Mi trovo ormai da oltre 20 anni in Italia e quando sono giunta in Europa avevo poco più di 18 anni. Sono di origine somala oggi pienamente cittadina italiana ed europea, musulmana, e  ovviamente anche pienamente africana. Provengo da una famiglia somala credente nell’islam e  sono arrivata in Italia  da sola per una scelta di libertà. I miei genitori non sapevano che sarei partita. L’inizio del mio percorso in Italia non è stato semplice, nonostante non abbia mai avuto problemi di accoglienza, ho trovato subito un lavoro e ho cominciato a muovermi nella città per cercare una scuola di lingua italiana. Ho trovato l’unica e la più completa che potevo trovare cioè la scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant’Egidio e da quel momento è  iniziato il mio confronto con l’esistenza di altre religioni. Il mio timore era ,  comune a quello di tanti musulmani immigrati,  quello di essere convertiti solo per il fatto di frequentare persone  non  musulmane. Spesso,infatti,  si pensa tra di noi migranti musulmani che entrare in una chiesa o in  qualsiasi altro luogo di culto diverso dalla moschea possa farci commettere un peccato. Questa è la paura di partenza, quella che abbiamo imparato fin da piccoli. La paura del diverso di religione. Ciò che mi ha aiutato,   e che  condivido con molti altri immigrati è stato il desiderio di libertà e di conoscenza che ci ha spinto ad emigrare e ci ha fatto anche superare  la paura. Oggi posso  dire  con coscienza che ci ha  rafforzato nella fede, perché nell’incontro con l’altro diverso da te ci si rafforza e non ci si indebolisce . Per vari anni nel mio confronto con gli altri, ad esempio,  nella vita di ogni giorno  ho sostenuto di essere vegetariana per evitare il problema di mangiare la carne macellata o trattata in modo non conforme alle regole religiose. La prima volta che i miei amici di Sant’Egidio mi hanno invitato ad una preghiera per la pace che si svolgeva in una chiesa  cattolica ho avuto timore, non avevo mai visto una funzione religiosa diversa dalla mia. L’amicizia e la conoscenza aiutano a far superare ogni timore.  
In Europa ho appreso ad esempio che quelli che ritenevo essere i tratti   fondamentali della fede  sono simili anche per le tre religioni monoteiste, li enuncio in maniera molto sintetica: 1.Avere sempre  con sé il libro/ la sacra Scrittura ( la Torah, la Bibbia e il Corano) ; 2. Pregare e di conseguenza l’importanza di avere un luogo di culto ( sinagoga, chiesa e moschea) 3. Ricevere  una degna sepoltura e quindi stabilire dei luoghi destinati a questo per ogni religione 4. Per i musulmani e gli ebrei ci  sono inoltre  delle regole alimentari da rispettare. Il contatto fisico e la conoscenza anche dei riti e del senso religioso delle tre grandi religioni monoteiste mi ha fatto scoprire che siamo molto più simili di quanto io non pensavo. Non posso non ricordare la  mia prima visita alla sinagoga dopo la commemorazione della deportazione degli ebrei  il 16 ottobre 1943 fatta a Roma con la comunità di Sant’Egidio. Un rabbino ci spiegava il senso delle funzioni religiose ed io pensavo, “ma è come lo facciamo noi” mi ha colpito  la sedia della circoncisione, ho ritrovato molte cose famigliari alla mia religione. Da sempre compro la carne Kasher  la più simile per noi musulmani se non possiamo trovare una macelleria islamica.  
La Somalia come è noto a tutti voi è essenzialmente un paese mono religioso, i cristiani erano solo i missionari, gli ebrei non esistevano proprio. Oggi per quel poco che esiste del mio paese non c’è più niente di altre religioni.
L’emigrazione ha in qualche modo mischiato i popoli, le culture e di conseguenza anche ha raffinato e  rafforzato le religioni. In Europa alcuni paesi che storicamente erano mono-religiosi, cioè con una altissima percentuale di persone di una sola religione, come ad esempio l’Italia, in pochi anni si sono confrontati con il fatto che l’islam è divenuta la seconda religione del paese. Così non posso non ricordare  l’esempio del Quatar paese   quasi totalmente islamico che  grazie al notevole numero di immigrati cattolici, particolarmente filippini, ha modificato il suo approccio verso questi lavoratori, tanto che l’anno scorso è stata inaugurata una chiesa cattolica in Quatar. Questo non significa che i musulmani del Quatar o i cattolici italiani siano meno credenti, essere o meno un uomo o una donna di fede  non dipende dal confronto con altre religioni ma dipende da come ognuno vive la propria fede.  I problemi ci sono: spesso sentiamo parlare  di un rischio di islamizzazione dell’Europa, oppure molti immigrati musulmani si sentono dire da alcuni   predicatori che gli occidentali o i cristiani sono tutti contro   i musulmani e che tutte le difficoltà della vita quotidiana  sono riconducibili al fatto di essere musulmani. Nella non conoscenza e nell’ignoranza i problemi si ingigantiscono. Allora che cosa fare ? Non ho una ricetta ma quello che vivo insieme ai miei amici di Genti di pace è sicuramente una prima e importante risposta. Genti di Pace promosso  dalla Comunità di Sant’Egidio raccoglie  donne e uomini  di tutto il mondo, prevalentemente immigrati ,  che appartengono  a popoli, nazioni ,etnie, culture e religioni  diverse. A Genti di Pace  ho imparato che la diversità  è un valore sia tra gli  stranieri che tra gli europei.
Spesso ci  soffermiamo a riflettere  sul fatto che nelle grandi città mancano dei momenti di confronto tra persone di religione  cultura diversa  pur abitando nella stessa città e quartiere. Nascono dei conflitti  dovuti a futili motivi, tipo l’educazione dei figli. Qualche anno fa le comunità del Bangladesh ci chiesero aiuto per poter  aprire una scuola solo per i Bangladesh. Abbiamo scelto di ascoltarli e di parlare con loro per capire meglio il loro problema, allora abbiamo compreso che la difficoltà era nell’educazione dei figli avevano paura di perderli. Ci dicevano continuamente “ma in Inghilterra abbiamo le nostre scuole”. Insieme abbiamo convenuto che invece è più importante che i bambini stiano insieme anche se differenti, andare in una scuola con soli bambini di una stessa nazionalità non preserva nessuno dal fatto che sorgano problemi .  L’importanza di parlare, di comunicare, di discutere  e di spiegarsi, è stato utile per tutti.  Non bisogna aver paura di parlare anche di situazioni serie. 
Il rischio dell’isolamento coinvolge tutti europei e non europei,  spesso le varie comunità  di immigrati  sono completamente chiuse e non dialogano tra di loro o si ignorano. E’ raro vedere i somali insieme ai romeni o insieme ai marocchini che pure sono musulmani. Vivere insieme, ho imparato in questi anni , si costruisce attraverso l’incontro costante e continuo,  provando  a riflettere, discutendo. Tra le cose più belle che ho appreso nel mio percorso in Europa e l’ ho scoperto a Genti di Pace, è stato il servizio ai poveri. Non chiedere niente e non farsi pagare. Il servizio gratuito mi ha sempre molto colpito.Il servizio verso chi è povero senza guardare se è italiano o straniero, se è cristiano o musulmano è bello.  Aiutare semplicemente  mi rende felice, ma questo  lo posso testimoniare  anche per tanti altri che lo vivono con me. Le feste più belle che ho fatto per la fine del ramadan di questo anno  le ho vissute nelle carceri romane dove con Genti di Pace e la Comunità di Sant’Egidio abbiamo organizzato le feste dell’Id –al Fitr con tanti musulmani detenuti. Alcuni mi hanno detto è “difficile trovare altri che organizzano la festa per noi”, particolarmente quello che li ha colpiti è  vedere  cristiani e musulmani insieme. Le immagini delle volte parlano molto di più dei discorsi. Per questo dico sempre che sono una musulmana di Sant’Egidio. Sono  convinta che essere insieme tra diversi non ha leso la mia fede ma l’ha rafforzata e raffinata. Sono una credente che vive con grande apertura al mondo. La convivenza pacifica nel rispetto di tutti credo sia   l’unica strada possibile per l’Europa e per ogni paese, anche per la  mia Somalia. Mi ritengo una cittadina dell’Europa e non solo italiana o somala e addirittura mi sento pienamente una cittadina del mondo perché il mondo mi interessa.



NOTICIAS RELACIONADAS
18 Octubre 2017

Un mes después del Encuentro de las religiones en Münster, los Caminos de Paz han pasado por 4 continentes


En la foto, acto realizado en Blantyre (Malawi). Mira las fotos y los vídeos de los otros actos
IT | ES | DE | FR | RU
11 Octubre 2017
LA HABANA, CUBA

Las religiones se reúnen en La Habana para abrir Caminos de Paz en Cuba


El encuentro interreligioso de oración por la paz organizado por Sant'Egidio en el Estado caribeño
IT | EN | ES | DE | NL | ID
25 Septiembre 2017
JOS, NIGERIA

#PathsofPeace en Nigeria: en Jos, cristianos y musulmanes dialogan para abrir Caminos de Paz


Después de Münster se multiplican los encuentros de oración y diálogo entre las religiones organizados por Sant'Egidio
IT | EN | ES | DE | CA
23 Septiembre 2017

En VÍDEO, las intervenciones de la mesa redonda 'Migrantes: salvar, acoger, integrar'


#PathsofPeace
IT | ES | CA
22 Septiembre 2017
MÜNSTER, ALEMANIA

Caminos de Paz: textos. vídeos y noticias del encuentro internacional de oración por la paz de Münster

IT | EN | ES | FR | CA
22 Septiembre 2017
ESPAÑA
Comunicado de prensa

No dejemos pasar más tiempo. Solamente un diálogo verdadero y razonable, permitirá encontrar una salida a la crisis Cataluña-España

IT | ES | CA
todas las noticias relacionadas

Múnich 2011

Mensaje 
del Papa
Benedicto XVI


PRENSA RELACIONADA
23 Febrero 2018
Domradio.de
"Wir können Frieden organisieren wie andere den Krieg"
1 Febrero 2018
SIR
50° Comunità Sant’Egidio: Hilarion (Patriarcato di Mosca), “la nostra una collaborazione che ha dato tanti buoni frutti”
30 Enero 2018
Vaticannews
Corridoi umanitari: la collaborazione ecumenica via della speranza
26 Enero 2018
POW - Pressestelle des Ordinariates Würzburg
Angst und Lethargie überwinden
15 Enero 2018
Roma sette
Ecumenismo, in processione con anglicani, luterani e ortodossi
todo relacionado con la prensa