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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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12 Settembre 2011 16:00 | Residenz, Herkulessaal

Il mondo arabo e la libertà di Basilios Georges CASMOUSSA


Basilios Georges Casmoussa


Vescovo siro cattolico, Libano

Ecco alcune riflessioni:
1.

-Come tutti I popoli, gli Arabi desiderano la libertà.
-L’uomo può realizzarsi solo grazie alla libertà.
-Il Mondo Arabo, come tutti gli altri popoli, aspira alla libertà. Ciò che sta avvenendo attualmente è solo l’eco di questa semplice verità. Non ci sono realizzazioni, non c’è sviluppo senza superamento, e non c’è superamento se non attraverso la libertà di movimento… movimento fisico e morale o psicologico.
-Ma restrizioni e barriere gli sbarrano il movimento:
Restrizioni politiche
Religiose
Sociali
-Le restrizioni politiche e sociali possono essere superate più facilmente, come in tutte le società. Ma per il Mondo Musulmano, è difficile aggirare le restrizioni religiose. La religione gestisce tutto nel mondo arabo-musulmano, la società e l’individuo.
-
Le restrizioni della religione sono numerose: sono presentate in nome di Dio come assolute: ciò rende la loro messa in discussione impossibile.
-Nell’Islam, le restrizioni religiose o morali sono imposte sia da politici che sfruttano la semplicità del popolino e la sua credulità per i propri scopi (impadronirsi del potere, egemonia); sia da produttori di "fatwa" (direttive religiose), spesso casuali, sia da predicatori di una religione, pura e dura, rigida, pietrificata: una religione che ha paura di tutto, che vive nel terrore di trasgredire "la Legge (Sharia) di Dio". Altrimenti, l’inferno e la peggiore delle sorti. Se una strada così non raggiunge i propri scopi, gli adepti estremisti ricorrono alla sovversione e all’imposizione violenta. Risultato: società chiuse, paurose, terrorizzate, ripiegate su di sé, takfirite (che tacciano gli altri di rinnegati), aggressive, sovversive, espansioniste ad oltranza.
-Tra Libertà e Democrazia, secondo la Legge islamica, c’è opposizione. La si trova nelle Costituzioni moderne degli Stati musulmani moderni. Le problematiche della Costituzione irachena attuale: l’espressione ricorrente “A condizione che…” a condizione che questo non si opponga alla "Sharia islamica"…
-La questione insolubile: si può imporre la legge di una determinata religione ad adepti di un’altra religione?.. La problematica dei Paesi Arabi oggi verso le minoranze… La nuova corrente salafita (i nostalgici del passato), la corrente del “religionismo”, dell’”assolutismo” nel pensiero religioso attuale.
-Oggi, i musulmani e l’Islam sono traumatizzati dalla paura dell’Occidente (il dominio dell’Occidente): che cosa fanno per resistere all’attrazione allettante dell’Occidente e alla sua tecnologia? Da una parte: approfittare della tecnologia dell’Occidente pur tacciandolo di "kufr" (infedeltà); poi armarsi dei principi della "Democrazia Occidentale" per rivendicare dei diritti "presso gli Occidentali", diritti che non hanno nemmeno a casa propria, e che non concedono nemmeno ai cittadini non-musulmani dei propri paesi.
-Che cos’è il "takfir"?
-E’ tacciare l’altro (o l’avversario) d’infedeltà religiosa (in altre parole, dichiararlo, all’antica, come peccatore pubblico) e per questo neutralizzarlo, legittimare la sua soppressione.
-Forse non possono realizzare ora questa “teoria” sull’Occidente, perché esso è forte e coerente. Ma essi non esitano a praticarla, pienamente o parzialmente, sulle minoranze religiose dei propri paesi: neutralizzarle quanto ai diritti e alla partecipazione alla gestione, emarginarle, e se occorre, dichiararle come "kuffar" (infedeli). La qual cosa attribuisce legittimità alla loro negazione, per non dire alla loro soppressione fisica: il fine giustifica i mezzi! E il fine qui è l’imposizione del potere dell’Islam Universale. Bisogna dunque assolutamente rimuovere le barriere e gli ostacoli… cominciando dagli anelli più deboli e senza risorse.

2.   

-La corrente fondamentalista islamista è generale?
-Fortunatamente no! A prima vista, oggi, sembra sia generale, vittoriosa e assoluta.
-Elementi circostanziali in Occidente giocano a vantaggio di questa corrente:
•Calo dei valori morali e dei criteri sociali: Quindi noi siamo meglio di loro!
•Indebolimento in Occidente della Religione come Valore, negazionismo di Dio, della Società e dei Diritti civili: Quindi noi siamo meglio di loro!
•Bisogno dell’Occidente dell’energia, e l’energia si trova nel mondo arabo-musulmano (il petrolio): ciò spinge l’Occidente a manipolare l'Islam, per guadagnare la sua simpatia e i suoi investimenti.  
•Il mondo arabo-musulmano: il più grande consumatore della tecnologia occidentale: quindi un mercato che l’Occidente non può né ignorare, né minimizzare.
•Lo smembramento della famiglia in Occidente e il calo delle nascite, a fronte di una solidarietà familiare e della poligamia e dell’abbondanza di nascite nel mondo arabo-musulmano.
•Bisogno dell’Occidente della manodopera del mondo arabo-musulmano, in combinazione col bisogno del mondo arabo-musulmano dei diritti offerti dalla democrazia occidentale, non solo per le rivendicazioni dirette dei cittadini musulmani che vivono in Occidente, ma anche per consolidare la presenza dell’Islam e della Legge islamica in Occidente.
•L’apertura attuale del Cristianesimo, e soprattutto del Cattolicesimo occidentale al rispetto delle religioni, della libertà di coscienza e la solidarietà con il Terzo Mondo: in un clima psicologico che ignora praticamente la mentalità e i codici morali dell’Islam puro (Universalismo conquistatore e totalitario).
-Riprendo la domanda iniziale: questa corrente è generale?
-Risposta: No. C’è oggi, su Internet, nei media liberi e negli ambienti degli intellettuali, una corrente moderata e pragmatica, che vede nell’estremismo religioso una devianza religiosa, e considera la corrente attuale come una deformazione, ovvero un tradimento, e perfino una distruzione dell’Islam. O almeno una deformazione e qualcosa che lo mina.
-Accanto a tutto ciò, c’è un ceto popolare che non ha niente a che vedere con le discussioni e le teorizzazioni. Per essa è la vita a prevalere: quest’ultima si trova in campagna con la sua semplicità. Ma molti fattori e agenti cominciano a contaminare questo ceto, e gli inculcano un modo di vedere l’altro altezzoso, ovvero lo corrompono col denaro e col fanatismo.

3.Noi dobbiamo quindi incoraggiare la corrente moderata. Incoraggiare la corrente laica che riconosce l’altro nella sua personalità e nei suoi diritti: diritto di vivere e diritto di esprimersi. Separare la religione dallo Stato: Leggi religiose per coloro che appartengono a questa religione, senza imporle agli altri.
-La corrente o il regime laico, ecco cosa ci conviene. D’altra parte conviene tanto ai cristiani quanto ai musulmani, per marciare di pari passo con il mondo moderno e globalizzato.
-Incoraggiare la corrente che riconosce l’altro come partner nella cittadinanza uguale, senza distinzione di religione, di sesso o di etnia. Sul piano individuale e collettivo. Tutti uguali davanti alla Legge e alla Costituzione: nel principio e nella pratica.
-Invece dello scontro delle religioni o delle civiltà, incoraggiare il dialogo delle civiltà, il dialogo della vita: porre l’accento su ciò che è comune tra i seguaci delle diverse religioni in materia di dogma, di regole di condotta, di valori e d’appartenenza alla stessa patria.

4Questo è possibile nel Mondo arabo di oggi?
-    Si, se:
1)    C’è riconoscimento dell’altro come uguale e dei suoi diritti sullo stesso piano: Diritti civili e civici.
2)    Riconoscimento e conferma del principio di partenariato nella patria, la gestione e l’autorità.
3)    Far cadere il principio dell’assoluto di una certa religione su un’altra: nel caso specifico dell’Islam.
4)    Diritti di tutti (tutte le religioni) a trasmettere il loro messaggio, ma pacificamente, e non con la forza o la sovversione.
5)    Accettare il principio che ogni religione possa “mettersi in discussione”. Ogni religione che rifiuta di interrogarsi su di sé pone le basi della sua caduta: mettere in discussione i propri metodi intellettuali, rituali, o i modi di spiegare e di applicare: Niente di assoluto, assolutamente, nell’espressione verbale, concettuale o simbolica del contenuto. 
6)    Grande pericolo per l'Islam attuale: Per il fatto che considera le apparenze e l’accessorio (burka, modi di digiunare, barba, modo di vestirsi, carne così o cosà, bevande …) come essenziali, e lascia in ombra l’essenziale (La fede in Dio, la preghiera, la misericordia, l’apertura, la solidarietà, la salvezza, il bene, il rispetto reciproco …). Quello che appare oggi nell’Islam contemporaneo: Lotta tra la vita e la morte, tra il movimento e la stagnazione, tra oggi e ieri. I salafiti (nostalgici del passato) hanno paura. Gli estremisti hanno paura. I terroristi nel nome della religione hanno paura. I predicatori hanno paura …
-    Paura di cosa? Paura della modernità. Paura della logica, Paura della libertà, Paura d’avanzare,Paura della civiltà mondiale attuale
7)    Molto spesso, assenza di prospettiva, di pianificazione, di un progetto chiaro, per presentare un volto luminoso dell’Islam, un Islam che serve l’uomo e non lo assoggetta.
Quindi, a causa dell’assenza di prospettiva e di coraggio per avventurarsi nella modernità e costruire un progetto nuovo e chiaro per il futuro dell’uomo musulmano… i predicatori della religione e della politica vedono nell’Occidente un “nemico comune”, e nel Cristianesimo “una religione concorrente”. Spiegazione: si scrolla la responsabilità dalle proprie spalle e ci si aggrappa alle accuse, al biasimo e alla filosofia di complotto per giustificarsi.
Allora, ciò di cui ha bisogno il Mondo Arabo è proprio l’azione e non la reazione, la creatività non la tensione o la passività.
8) Il Cristianesimo ha dovuto passare per quest’ultima tappa. Ma la differenza è che, nel Cristianesimo, per ovviare a questi insani pericoli, ci sono:
• Sia movimenti di base di rinnovamento strutturale, intellettuale, con il coraggio di tratteggiare, gradatamente, un nuovo volto, o nuovi modi di comprendere e di agire.
• Sia, come reazione, correnti conservatrici e fondamentaliste, che suscitano proprio per questo, approfondimenti e nuovi adattamenti. 
• L’assenza di Autorità centrale nell’Islam non facilita i progetti di equilibrio e di maturità, o ciò che possiamo chiamare “la dialettica esistenziale creatrice”. Mentre l’esistenza dell’Autorità, di scuole di pensiero, di libertà di ricerca e di discussione nel Cristianesimo, aiuta a costruire alternative moderate, e spinge i vertici a favorire linee d’equilibrio.
• Ciò che mette in svantaggio la posizione dell’Islam, a questo proposito, è l’esistenza (e lo sfruttamento) di testi coranici o legislativi islamici che sostengono la linea estremista e il miscuglio tra il temporale e lo spirituale (Religione e Stato..) e il ruolo preponderante degli Hadith (Parole attribuite al Profeta). Mentre gli "Hadith" dovrebbero essere un sostegno didattico e empirico della pratica dell’Islam, essi diventano una calamità, visto il loro numero e il loro contenuto talvolta incongruo. Come minimo, avrebbero bisogno di essere epurati scientificamente e storicamente. La 2° calamità sono le "fatwa", che diventano abbastanza spesso degli orientamenti giuridici fortuiti manipolati dal Governante, o dal Predicatore, o perfino dal Terrorista, o da qualunque autorità responsabile.
• L'ignoranza è un altro elemento di stagnazione e di sfruttamento. Abbastanza spesso i leaders (religiosi e politici) sfruttano l’ignoranza della massa, addirittura la favoriscono, come fattore di stabilità, per conservare la loro leadership sulle masse o sulla "Umma" ("Nazione", sottointeso islamica). 


                       



Messaggio
di Papa  Benedetto XVI


Incontro di dialogo tra le religioni, Monaco di Baviera 2011


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