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Dankgottesdienst zum 50. Jahrestag der Gemeinschaft Sant’Egidio

10. Februar um 17.30 Uhr in der Lateranbasilika des Hl. Johannes

Die ersten Personen sind 2018 durch die humanitären Korridore in Italien angekommen. Die neue Phase des Projektes, das zum Modell der Gastfreundschaft und Integration für Europa geworden ist


 
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11 September 2012 09:30 | Muslim Madresa (Gazi Husrev-begova medresa)

La vita come un dono di Dio



Ioan


Orthodoxer Metropolit, Patriarchat von Rumänien


      Analizzando il concetto di „vita” nelle grandi religioni del mondo, possiamo trarre la conclusione quasi unanime che la vita è un dono del Creatore.
Siamo abituati che nel momento in cui riceviamo un dono aspettiamo di vederlo, lo teniamo nelle nostre mani, lo poniamo nel posto d’onore delle nostre case e si rallegra di esso tutta la famiglia.    
Riconosciamo tutti noi che abbiamo ricevuto ciascuno questo dono della vita, che per il fatto che esso è posto in noi, questo dono è personale anche se parliamo di vita comunitaria?!
L’uomo, nella ricerca della verità e nella scoperta del mondo che lo circonda, ha scoperto prima di tutto gli astri del cielo e successivamente ha iniziato a scoprire se stesso. E oggi, per l’uomo è più semplice scoprire altri corpi celesti nella nostra galassia, piuttosto che scoprire se stesso, essendo l’uomo una grande biblioteca cosmica.
Per l’uomo che crede in Dio, la sua ricerca deve essere condotta per due vettori principali: un vettore è la ricerca razionale – perché il mondo è stato creato secondo la mente divina – e poi dopo un secondo vettore che è il vettore della ricerca spirituale.   
    Siamo convinti che per l’uomo è stato più semplice scoprire il mondo che scoprire se stesso.
Credo che il primo organo interno che egli ha scoperto è stato il cuore e molto più tardi il cervello.    
Il cuore batte nel petto dell’uomo, ma il cervello „batte” nel mondo della conoscenza.    
Nella lingua ebraica il concetto di „vita” è espresso con la parola „hayyim”, mentre in lingua greca „zoe”.
  La nozione di „vita” non implica solo una situazione fisica statica, ma senza dubbio più la capacità di un’azione, di muoversi, fatto che distingue in modo fondamentale l’uomo da ogni altra creatura o elemento dell’universo.
La vita è concepita come un dono di Dio, di Dio il Vivente, il quale soffia la vita nell’uomo e poi gli dona l’anima.
Nel libro della Genesi si dice: „Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente (Gen. 2, 7).
     La durata della vita dell’uomo è limitata. Nel libro dei Salmi è scritto: „Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti,ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo.” ( Salmo 89, 10-11).
Queste parole si riferiscono alla vita dell’uomo sulla terra.
     Se la vita dell’uomo finisse dopo il passaggio sulla terra, potremmo dire che la vita dell’uomo non è altro che un capolavoro tragico.
     Ecco invece cosa ci dice il Profeta Daniele nel suo libro: „Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. ( Daniele 12, 2).
     Forse il dono di Dio è falso, è mortale?!
    La vita – come dono di Dio – è eterna e per questo a nessuno è concesso di offendere il dono della vita di nessun uomo.
     Anche se noi, cristiani, utilizziamo oggi il concetto di „morte”, preso dalla filosofia e dal pensiero dell’antichità – per noi, questo concetto non rappresenta la fine o l’estinzione del dono della vita, ma solo qui, sulla terra, il peccato divide in due la polvere dallo spirito per un tempo  „il tempo del nostro trapasso”- come dice il Profeta Daniele.
     L’uomo non è il frutto di una finzione che termina nella cenere, dato che la lacrima dell’amore di Dio non può essere bruciata; l’uomo continua la sua esistenza nell’eternità dell’amore del suo Creatore.
La cenere può essere la fine di una finzione,ma l’uomo in nessun caso, poiché egli è il frutto dell’amore e della mente divina e l’amore non può mai essere bruciato.
L’equazione amore uguale cenere non è compatibile nell’universo con l’amore di Dio.
     O Signore, io sono fango, ponimi nella ruota della vita e fa di me il vaso nel quale versi le lacrime del Tuo amore.
Quale è davvero tuttavia l’essenza di questo dono della vita?  
L’essenza di questo dono è l’amore di Dio, perché tutto quello che Dio dona viene dal suo amore perfetto e illimitato.     
Ecco, quindi quale è il sostegno della vita: l’amore di Dio.    
Il tempo e la vita dell’uomo ritornano verso il Creatore.    
    Il nostro Dio è il Dio dei vivi, cioè il Signore pieno di amore.
    La vita dell’uomo è unica e irripetibile e ha un senso positivo.
   L’uomo, attraverso la sua vita morale, è „insieme costruttore con Dio”e contribuisce alla diffusione dell’amore di Dio nell’universo; l’uomo diviene  così un seminatore dell’amore illimitato di Dio; quindi in questo l’uomo è stato creato come compagno  del dialogo dell’amore di Dio.
L’uomo è la gioia di Dio.     
    La somiglianza tra l’uomo e Dio è rappresentata dal fatto che anche l’uomo deve essere un seminatore dell’amore di Dio, dato che Dio è la fonte inesauribile dell’amore.
   I giorni dell’uomo sulla terra passano, ma la sua vita non passa dato che, ricevendo l’uomo una volta il dono della vita, egli già vive e cammina nell’eternità a fianco del suo Creatore. 
I giorni dell’uomo non si dissolvono, ma entrano nell’eternità.
Perché vive l’uomo?! Questa è una delle grandi domande alla quale siamo chiamati a rispondere.
Viviamo per una vita limitata nel tempo, qui, sulla terra, o conserviamo questo dono della vita per l’eternità?    
La vita non l’ha solo l’uomo,ma l’intera creazione di Dio.    
   Attraverso la nostra vita, Dio riempie l’universo di amore. Dio non desidera che la sua meravigliosa creazione sia un deserto, ma un universo di vita nel quale fruttifichi il Suo amore.
      La vita è un dono universale.
Dio non ha creato un’entità che gli possa distruggere la Sua creazione, la morte è un incidente della vita dell’uomo, dalla quale, attraverso Cristo, l’uomo si è rialzato continuando la strada verso il Suo Creatore.   
Dio non desidera esiliarci aldilà dell’universo, ma desidera che noi ci esiliamo nel Suo amore.    
 Il senso della vita è da su verso su, cioè da Dio verso Dio, in una piena comunione con il nostro Creatore.   
    La vita è un grande fiume con il quale Dio riempie i cuori di un mondo intero.
    Nei tempi antichi l’uomo era considerato come un grande miracolo. In verità è grande il mistero della vita dell’uomo. Essa ci è stata mostrata in parte dopo la Sepoltura e la Resurrezione di Cristo. Quale era il senso della vita fino alla Resurrezione di Cristo?!    
     Tutto terminava con una tragedia. Ora, dopo la Resurrezione, la nostra vita, qui, sulla terra termina con - la grande gioia- del ritorno nelle braccia del misericordioso e del Cristo crocifisso, nelle braccia dell’amore e della consolazione.      
Se il mondo cristiano e le altre religioni hanno trovato il senso della vita e il suo valore,ci sono ancora molti tra noi che non sanno o non vogliono apprezzare questo dono della vita dato a noi dal nostro Creatore. Alcuni desiderano vivere in una vita senza vita.
Il dono della vita deve essere custodito da ognuno di noi; esso è personale, ma anche il nostro simile porta in se stesso il dono della vita, dell’amore di Dio.   
 Il dono della vita dell’uomo è dato nella stessa misura ad ognuno di noi; per questo non dobbiamo invidiare il dono del nostro simile e non abbiamo diritto di prendere questo dono al nostro simile.  Nonostante gli uomini si differenziano gli uni dagli altri per la lingua che parlano e per altri tratti, essi sono tuttavia fratelli attraverso la loro origine; tutti sono creati secondo il volto e la somiglianza con Dio. 
All’uomo è dato di dominare sulle creature dei mari, del cielo e della terra, ma in nessun modo gli è dato di schiavizzare e di opprimere i suoi simili di una lingua, cultura o tradizione diversa dalla sua.
  La storia della civilizzazione dell’umanità è piena di guerre, di omicidi e sono troppo poche le memorie di esistenze piene di amore e di aiuto reciproco. Nel nostro linguaggio quotidiano utilizziamo l’espressione „è iniziata una guerra tra due stati, tra due popoli”e troviamo le cause di tutto questo, ma non diciamo che di fatto è iniziata una guerra contro la vita. Se ci rendessimo conto di queste cose forse non ci sarebbero più tante guerre sulla terra.
    Contro le incomprensioni tra gli uomini e i popoli non si lotta con la spada, ma con le lacrime e l’amore. A causa di tante cattiverie sulla terra, oggi Dio e l’uomo piangono: uno in Cielo, l’altro sulla terra.     
    Ma, forse solo nei grandi conflitti mondiali si conduce una guerra contro la vita?! 
No! Sembra che oggi sia iniziata una nuova e più pericolosa guerra contro la vita che è la guerra in provetta, la guerra in laboratorio dove si pone in pericolo il dono e il senso della vita umana.
    C’è poi ancora una guerra contro la vita umana, questa è condotta sul piano della coscienza umana e delle idee.
     Non è il corpo dell’uomo l’obiettivo di alcuni pensatori, ma la coscienza umana. Questa fa parte della guerra invisibile che forse attacca nel modo più crudele la vita dell’uomo cercando di farlo allontanare dalla sua strada verso il Creatore e verso i suoi simili.
Non nelle arene romane sono state straziate la maggior parte di vite umane, ma  negli pseudo  laboratori di coscienze umane. 
Con l’esempio della propria vita, Cristo ha mostrato che il senso più profondo della vita è  fondere il sacrificio con l’amore.  
Sacrificandosi e amando, l’uomo non cade mai: „l’amore non cerca il suo interesse (.....) la carità non avrà mai fine.” (1 Cor.13, 5-8).    Il Santo Apostolo Paolo pone davanti ai cristiani questa triade: amore - servizio - sacrificio.
     Ci poniamo questa domanda: abbiamo oggi davanti a noi questa triade?
      Sembra che questi valori morali, universalmente validi siano allontanati piano, piano dalla vita sociale. Assistiamo alla loro sostituzione con non valori: odio, uccisioni e divisioni tra i fratelli e tra i popoli.
Dimentichiamo invece che cosa ci comanda Cristo: „Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.” ( Mt. 7, 12).
     San Massimo il Confessore ci dice in uno dei suoi testi che: „lo scopo dei comandamenti evangelici è di liberare la mente dall’odio e di orientarci verso l’amore di Dio e del prossimo
         Permettetemi di concludere con un frammento di una preghiera di San Clemente: „O Signore, dai a noi e a tutti coloro che abitano sulla terra la comprensione e la pace!”                           


 

Message of His Holiness Benedict XVI
Benedict XVI

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