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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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10 Settembre 2012 16:30 | Islamic Faculty Hall (Fakultet islamskih nauka)

La santità dell'istituzione familiare. Senza di essa non c'è futuro.



Chrysostomos II


Arcivescovo ortodosso di Nuova Giustiniana e di Tutta Cipro

Confesso che il tema indicato e di grande attualità della vostra conferenza mi ha commosso. Con un colpo di ala la mia memoria mi ha portato a contemplare con gratitudine tutto il calore familiare, la dolcezza e la creatività che l'amore di Dio mi ha dato l’opportunità di vivere.
Lo spirito combattivo del  padre e l’ affetto esuberante della madre, in vista di una vita più elevata e più felice, ha fatto sì che li identificassimo con tutto ciò che di speranzoso e ideale potessimo sognare. In particolare la tenerezza della madre aveva qualcosa della dolcezza sublime e celeste della Vergine Madre di Dio, Platytera del Cielo. La loro vita virtuosa, e il loro esempio autentico era per noi una fonte di gioia ma anche di debito; erano una bussola e un faro che guida, in tutti gli aspetti della nostra vita.
Indubbiamente il dono di Dio che è l'istituzione familiare rappresenta la cellula fondamentale della società. Dentro di me sento la gratitudine nei confronti di Dio perché nel mio Paese, la sacra istituzione della famiglia è profondamente permeata dello spirito Ortodosso. Ciò è dovuto in gran parte all'influenza della Chiesa nella vita del suo gregge.
La Chiesa considera i propri membri come suoi figli, che nutre, così come è necessario, del cibo spirituale; questi, da parte loro, considerano la Chiesa come la madre che se ne prende cura. L’educazione che essa offre sui temi del matrimonio si basano principalmente sul fondamento dei consigli sempre validi di Paolo, come indicato nei versetti 20-33 del capitolo quinto della lettera agli Efesini. Si tratta del famoso passo che viene letto durante la celebrazione del santo sacramento del matrimonio.
Questo testo è la posizione cristallina di Paolo, e quindi del cristianesimo, a riguardo del grande mistero del matrimonio, della sacralità dell'istituzione della famiglia e della pietra angolare sulla quale si fondano le relazioni sante dei coniugi.  "Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! " (Ef 5, 32).
Certamente Paolo in questa lettera si presenta in modo innovativo, soprattutto per quanto riguarda il grande tema della pari dignità dell’uomo e della donna. Tutti sappiamo che ai tempi dell’antichità greco-romana  la donna era sostanzialmente sottomessa a suo marito. Era considerata quasi una “res”, una cosa senza vita da usare solo per la procreazione e il lavoro domestico.
Al contrario Paolo dà alla moglie un valore adeguato e la mette in parallelo con la Chiesa Sposa! Infatti, all'interno del matrimonio cristiano, l'uomo e la donna riflettono con la loro unione l’unità divina di Cristo Sposo con la Chiesa Sposa! L’uomo è posto sull’esempio e al posto di Cristo, che nel volto di sua moglie vede la Chiesa Sposa. Lo stesso anche la donna. Sul volto del marito vede lo Sposo Cristo, che la porterà alla salvezza e alla pienezza della Creazione Divina, della felicità e della salvezza attraverso la generazione dei figli!
E proprio come Cristo, in quanto capo della Chiesa, sacrifica in suo favore e mediante il sacrificio compie la sua salvezza, nello stesso modo anche l'uomo come " capo della donna" salva misteriosamente sua moglie, che è essenzialmente il proprio stesso corpo. Allo stesso tempo, anche l'uomo viene salvato per merito della moglie, perché la donna all'interno del matrimonio incarna la "nuova Eva", la Vergine Maria, che divenne la "scala celeste per la quale è sceso Dio e il ponte che unisce la terra al cielo. "
All'interno di questa divina e misteriosa relazione familiare, i genitori compiono con zelo divino i propri doveri verso i loro figli, nutrendoli "nell'educazione e nella disciplina del Signore", gettando così le basi per la salvezza di se stessi e dei loro figli. Così tutti insieme compiono il cammino che conduce al cielo e alla deificazione.
Perciò il matrimonio, e quindi la famiglia, esprime da un lato l’unificazione di entrambi i sessi, mentre dall’altro lo sforzo comune di ricongiungersi con Colui il quale ha fondato l'istituzione del matrimonio, cioè Dio.
Il grande teologo russo Nicolas Berdiaeff  illustra molto bene questa missione nel famoso libro "Il destino dell’uomo", dove afferma in particolare: "Il senso e lo scopo dell’unione tra l'uomo e la donna non deve essere ricercato esclusivamente nella perpetuazione della specie, né nel suo significato sociale, ma nella natura della persona umana, nello sforzo di raggiungere la sua pienezza, nel suo desiderio di eternità. "
Certamente quello che abbiamo scritto fino ad ora si muove in un ambito ideale. La routine della vita quotidiana, tuttavia, le difficoltà, le avversità, le questioni economiche e particolarmente le  potenti correnti del materialismo e del benessere diffuso spesso creano numerosi problemi alla famiglia che, a volte, appaiono insormontabili. Qual è la posizione di Paolo a tale proposito? È molto chiara. Tutti si trovano in uno spirito di “amore reciproco, che si fonda sul timore (rispetto) di Dio.” Per questo esorta i coniugi congiuntamente: "comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace." (Ef 4,1-3).
Quindi, se la famiglia vive, si muove e agisce nello spirito di reciproco amore e i suoi membri sentono di trovarsi in un abbraccio che li racchiude tutti, allora c'è anche la gioia e la pace. Certamente vi è anche la creatività e la felicità. E di sicuro il futuro della società appare luminoso. Perché da tali famiglie germoglieranno personalità luminose che si porranno a servizio dell’uomo, della società, del Paese e di tutti i valori eterni della vita.
Ma qual è la dura realtà che ci troviamo di fronte nei nostri tempi? Qualcuno ritiene che uno tsunami, con le sue terribili e tumultuose onde, vuole travolgere questa santa istituzione e distruggere questa ultima roccaforte dell'umana anima e felicità.
Purtroppo in questa guerra incessante per la distruzione dell'istituzione familiare partecipa, anche se non dovrebbe, la cultura, attraverso i suoi rappresentanti, i quali, per nascondere le loro proprie tendenze egoistiche, cercano a tutti i costi di desacralizzare il santo e sacramentale vincolo della famiglia e trasformarlo in un banale istituto sociale o, peggio ancora, in un rapporto contrattuale a rinnovo temporaneo, con tutte le sue conseguenze negative.
Per di più le correnti moderne di materialismo e di benessere colpiscono senza pietà la famiglia e cercano di rimuoverne l’essenza che è la spiritualità e la santità. La casa in cui vivono i membri della famiglia, che dovrebbe essere un luogo di comunicazione, di creatività e di felicità diviene sempre più uno spazio di semplice convivenza. Ciascuno si rinchiude nella propria stanza, ha la sua televisione, il suo Internet, e da persona con i suoi valori si trasforma in un individuo, il quale coltiva le proprie tendenze egoistiche e soddisfazioni. Non c’è più spazio per un dialogo creativo e una comune visione familiare.
Contemporaneamente crescono le sue esigenze, senza che i genitori siano in grado di rispondere ad esse. In questo modo la felicità desiderata, basata solo sui piaceri materiali, diventa un sogno illusorio. A casa ci sono litigi e recriminazioni e la destrutturazione della famiglia è ormai una dura e amara realtà.
In questo modo, la famiglia, piuttosto che un accogliente focolare, bastione dei comuni orientamenti ideali e fonte spirituale di approvvigionamento dei suoi soggetti, si riduce a semplice coesistenza di individui che vivono sotto lo stesso tetto.
In questa tragica situazione, indipendentemente da fattori esterni, la responsabilità più grande compete ai genitori, i quali non solo non si offrono come modelli per i loro figli, ma non hanno un proficuo dialogo fra di loro, né hanno per nulla a cuore di tenere vivo il loro amore. Il grande Padre della Chiesa Giovanni Crisostomo condanna questi genitori con le seguenti parole:
"Se aveste dialogo con i vostri fogli e consigliaste loro il giusto, molto velocemente vedreste i frutti belli del vostro sforzo. Ma, purtroppo, non fate nulla di ciò che dovreste, ritenendole cose marginali. E quando qualcuno vi da un consiglio in merito, voi lo prendete in giro. Per questo motivo, i valori più alti della vita sono spinti verso il basso e vengono disprezzati. Così, i figli che non vengono educati dai genitori, saranno in seguito puniti dalla legge. "
I giovani, che si accostano con leggerezza al matrimonio, senza un’adeguata educazione, senza conoscere i minimali elementi ideali e spirituali, che genere di famiglia ci possiamo aspettare che realizzino?
La risposta è certamente scoraggiante. Nella maggior parte dei casi tali matrimoni conducono al divorzio - un fenomeno allarmante per i nostri giorni - con tutte le sue tragiche conseguenze per i figli, i quali crescono senza modelli, o piuttosto con i loro genitori come tragici modelli, i quali non sono stati in grado di comunicare nemmeno l’amore ai loro figli, né di offrire loro una formazione morale.
In questo modo siamo portati ad un circolo vizioso, al decadimento e al degrado dell'istituzione sacra e divina della famiglia. E poiché la famiglia costituisce la cellula sana della società, quando questa cellula non funziona correttamente, allora - purtroppo – si verifica quanto afferma il titolo della nostra conferenza: Senza l'istituzione della famiglia non esiste futuro.
Ma il cristianesimo, che ci rallegriamo di rappresentare, possiede le sue soluzioni che non temono il passare del tempo. E queste sono rappresentate dai valori celesti e donatori di vita, come li abbiamo ricevuti dal Signore stesso, e come così meravigliosamente ce li ha sviluppati l’apostolo Paolo nel capitolo 5° della sua lettera agli Efesini: "mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, … Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo … Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! "(Ef.25-32).
Ringrazio caldamente tutti per l'ascolto e prego il Signore che benedica il vostro lavoro e gli obiettivi altamente ideali in favore dell’istituzione santa e donata da Dio che è la famiglia.

Messaggio del papa per l'Incontro di Sarajevo
Benedetto XVI

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