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Il 40° anniversario as Aachen


 
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Aachen (Germania): Liturgia eucaristica per i 40 anni della Comunità di Sant'Egidio, presieduta da Mons. Mussinghoff, vescovo di Aachen


Predicazione di Mons. Mussinghoff nella liturgia eucaristica per i 40 anni della Comunità di Sant’Egidio

Care sorelle, cari fratelli nel Signore!
Cari amici della Comunità di Sant’Egidio!
Nel Vangelo, Gesù racconta una storia che fa luce sulla nostra festa di oggi. Un re invita tante persone alle nozze di suo figlio, un evento straordinario: il banchetto di Dio con gli uomini. Ci viene in mente il pranzo di Natale nella bellissima chiesa di Santa Maria in Trastevere al quale la Comunità di Sant’Egidio invita i poveri del quartiere e della città di Roma: la grande festa di Dio per i suoi amici che sono anche i nostri amici: i poveri.

Tanti sono invitati. Ma tanti sono presi da se stessi, dai propri affari, dai propri campi e dai propri affari, dalle proprie transazioni bancarie, dai propri telefonini e computer. Alcuni addirittura si adirano, quando la loro vita viene disturbata. Respingono, e persino uccidono. Il re reagisce in modo forte, e manda i suoi alle siepi e ai recinti ordinando: “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali” (Mt 22,9s).

Allora inizia la festa di Dio con noi uomini, le sue grandi nozze con i poveri, i bambini e gli anziani, i deboli e gli oppressi. Durante i pranzi di Natale di Sant’Egidio, ed anche nella nostra liturgia di oggi si intravede qualcosa dello splendore del banchetto celeste, e noi oggi lo possiamo sperimentare e vivere. Siamo ospiti di Dio. Siamo le sue amiche e i suoi amici. Dio stesso ci ha invitato alle nozze di suo figlio Gesù Cristo. Per questo oggi facciamo festa: è il banchetto di Dio con noi uomini.
Qual è il motivo della festa di oggi? 40 anni della Comunità di Sant’Egidio. Era il 1968, quando iniziarono le rivolte studentesche e la fiamma rivoluzionaria si espandeva in tutto il mondo. Si trattava di nuovi valori. Si doveva accantonare il vecchio. Si usava la violenza contro le cose. Vetri infranti, macchine in fiamme. Presto la violenza fu utilizzata anche contro le persone. Violenza poliziesca, omicidi mirati e terrorismo dilagarono. In Africa ci fu la tragedia umana del Biafra. Nella chiesa si creò un clima teso, quando Papa Paolo VI pubblicò la sua enciclica sul celibato presbiterale ed il cosiddetto “divieto della pillola”. La rivoluzione politica ha portato una maggiore libertà e un agire più sociale? La libertà sessuale ha donato il vero amore? Le nuove idee e i maneggi marxisti hanno portato una pace più grande?

Nel 1968 Andrea Riccardi raccoglieva dei giovani che cercavano una rivoluzione diversa. Avevano scoperto il Vangelo vivo e avevano accettato le sfide del Concilio Vaticano II. Facevano servizio sociale nelle periferie di Roma, e la sera si raccoglievano per la preghiera a Sant’Egidio. Vivevano l’amicizia con i poveri, i bambini, gli anziani secondo l’esempio di Gesù. Era la conversione dei cuori all’amore, all’amicizia, alla preghiera. La parola di Dio, il Vangelo della pace, diventava la guida della vita. Da quel nucleo crebbe una comunità diffusa in tanti paesi del mondo.

Come era da noi? A Würzburg nasceva una comunità tedesca, soprattutto nell’ambiente universitario. Negli anni Ottanta alcuni giovani di Mönchengladbach hanno conosciuto la Comunità a Roma. Dopo la preghiera per la pace del 2003 iniziò il movimento anche ad Aachen. Oggi in tante città tedesche ci sono piccole cellule di preghiera comune, di lavoro sociale, di amicizia umana.

La Comunità ascolta l’invito del Signore nella parola di Dio, nella celebrazione eucaristica, nella preghiera incessante. A Santa Maria in Trastevere, a San Foilan ad Aachen e a Mönchengladbach, in tanti paesi del mondo, dal Mozambico all’Indonesia, dalla Costa d’Avorio a Cuba, in chiese belle come questo duomo, o in capanne e garage, in semplici camere di un’istituto per anziani, dove gli amici della Comunità vanno per portare l’amicizia e la vicinanza umana. Insieme si ascolta il Vangelo che rende il cuore umano, e si celebra la misericordia di Dio.

La Comunità si sente inviata a portare l’invito a quelli che si trovano ai margini della strada e che non ricevono mai l’invito per una festa di nozze. A Mönchengladbach, i primi amici che la Comunità ha incontrato sono stati i bambini e le loro famiglie. La scuola popolare diventò la scuola della pace. Il “paese dell’arcobaleno” è un luogo dove i bambini incontrano l’amore del Vangelo e imparano a costruire un mondo in pace, senza odio e divisioni, a vincere i pregiudizi e la marginalità per comprendere che ognuno può contribuire a rendere il nostro mondo vivibile e che può amare gli altri.

Nel centro di questo servizio al prossimo in Germania ci sono gli anziani, che grazie ai progressi della medicina hanno una vita più lunga, ma che vivono ai margini e senza amore, soprattutto quando diventano fragili, malati o confusi. Spesso vengono considerati un “peso inutile”. Qualora invece siano circondati di amicizia rifioriscono, e la loro vita riaquista senso. Imparano la saggezza della vecchiaia e iniziano di nuovo a vivere il Vangelo. Ci insegnano a comprendere il valore della pace, dell’amicizia e della vicinanza.

I poveri delle nostre città ci hanno aperto gli occhi alla povertà nel mondo, ai poveri della terra. L’amicizia con loro è un valore che le opere episcopali di Aachen: Missio, Misereor, Missionswerk der Kinder, e il nostro gemellaggio con la Colombia dovrebbero diffondere. Quest’amicizia ci rende pacifici. Nel 1992 la Comunità di Sant’Egidio è riuscita a portate la pace in Mozambico, una pace che dura fino ad oggi. E oggi molti si rivolgono alla “ONU di Trastevere” chiedendole di promuovere la mediazione per la pace in tutto il mondo. Vi ringrazio che ogni 1o gennaio venite a Aachen per la marcia per la pace, per dare appoggio al messaggio di pace del Santo Padre e per pregare per la pace.

Quest’impegno per la riconciliazione diventa evidente anche negli incontri annuali di preghiera per la pace delle grandi religioni di cui Papa Giovanni Paolo II ha incaricato la Comunità dopo la preghiera per la pace ad Assisi. Sono grato che nel 2003 abbiamo potuto realizzare questo incontro per la pace e la preghiera per la pace per la prima volta in Germania, ad Aachen. Ricordo la commovente ceremonia finale quando tre rappresentanti irakeni, un sunnita, uno sciita ed il vescovo ausiliare Warduni si sono scambiati il saluto della pace e mano nella mano hanno acceso il candelabro.

Un altro nostro impegno tedesco in Africa è il programma DREAM per la cura e la prevenzione dell’AIDS. Il problema più grande dell’Africa è questa malattia che causa millioni di vittime. Sant’Egidio ha sviluppato un programma per la cura dei malati di AIDS e lo realizza in dieci paesi dell’Africa. Il programma si rivolge soprattutto a donne incinte sieropositive, perché i loro figli nascano sani. Negli anni passati diverse centinaia di bambini sono nati sani da madri sieropositive. Vale la pena lottare contro l’AIDS! L’ho sperimentato io stesso a Maputo. La Chiesa cattolica fornisce un quarto dell’aiuto contro AIDS in Africa. Si realizza il sogno di un nuovo futuro per l’Africa che si costruisce in una solidarietà attiva dell’Europa. Ringrazio le nostre amiche ed i nostri amici tedeschi che hanno sostenuto il programma con il loro impegno in Africa e che sono diventati amici con tanti in questo continente dimenticato.

Un altro sogno della Comunità degli ultimi anni è l’abolizione della pena di morte. Sono stati raccolti più di cinque millioni di firme, e ogni anno il 30 novembre si svolge la giornata internazionale “città per la vita – città contro la pena di morte”. Ringrazio i sindaci di Aachen e di Mönchengladbach, che con altri sostengono questa campagna e danno un segnale di umanità.

Nel dicembre dell’anno scorso l’assemblea generale dell’ONU a grande maggioranza ha approvato una risoluzione che chiede a tutti i paese della terra di cessare le esecuzioni e di abolire questa pena crudele e inutile. Alcuni paesi hanno accolto questo invito. Ringrazio suor Helen Prejean per il suo impegno coraggioso. Si potrebbero raccontare tante altre storie dell’impegno personale delle nostre amiche e dei nostri amici, per esempio del loro lavoro nei campi profughi durante la guerra nei Balcani. Lì hanno organizzato per i bambini tanti giochi e anche la scuola.

Credo di poter dire che la Comunità di Sant’Egidio in tutto il mondo ha preso sul serio l’invito del Vangelo ed è andata sulla strada delle città e dei paesi per invitare gli uomini alla festa della pace e dell’amicizia che Gesù promuove. Il Vangelo racconta anche che bisogna portare l’abito nuziale. Se no, si finisce nelle tenebre più profonde. Senza l’abito nuziale non si può partecipare alla festa. Quest’abito è la disponibilità ad aprire il proprio cuore agli altri e a non vivere solo per sé. La Comunità si sforza di vivere questo, perché la gioia di questa festa raggiunga tanti uomini del nostro mondo.

Care amiche, cari amici di Sant’Egidio! Care sorelle, cari fratelli! Dio ci ha invitato alle nozze del suo figlio Gesù Cristo. Possiamo partecipare al banchetto di Dio come suoi ospiti e amici. Con gratitudine per quello che Dio ci ha donato attraverso la Comunità di Sant’Egidio, con gratitudine per la nostra amicizia con i poveri, con i bambini e con gli anziani, con gli opressi e con gli affaticati celebriamo l’eucaristia ringraziando per mezzo di Gesù Dio, nostro padre, nello Spirito Santo. Amen.

Il 40° anniversario della Comunità di Sant'Egidio


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