"Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".
(Luca 14,12-14)
Pranzo di Natale nella
Basilica di Santa Maria in Trastevere
Roma
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Il pranzo di Natale con i poveri è una tradizione della Comunità di Sant'Egidio da quando, nel 1982, un piccolo gruppo di persone povere fu accolto attorno alla tavola della festa nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma. Erano circa 20 invitati: c'erano alcuni anziani del quartiere, di cui eravamo amici da tempo, che in quel giorno sarebbero rimasti soli, e alcune persone senza fissa dimora conosciute nelle strade di Roma.
Da quel primo pranzo del 1982 la tavola si è allargata di anno in anno e da Roma, a Trastevere, ha raggiunto tante parti del mondo, dovunque la Comunità è presente.
Un Natale straordinario che lo scorso anno ha coinvolto circa 100.000 persone nei cinque continenti: gente che vive per strada, negli istituti, nelle carceri. Tante persone amici di Sant’Egidio durante l'anno e molti altri che si aggiungono per la festa.
La festa si fa nelle chiese, nelle case, ma anche negli istituti per anziani, per bambini, per handicappati, nelle carceri, negli ospedali, perfino nelle strade. Perché il senso è proprio portare la festa anche negli angoli più bui, più freddi, più sperduti e dimenticati.
La festa inizia il 24 dicembre sera con le tante cene nella strada la notte di Natale con chi non ha casa. Nelle città fredde del Nord, da Mosca a Barcellona, dove tra le luci e le insegne luminose, tanti poveri restano soli, o nelle città povere del Sud del mondo.
Anche lì il cibo, un regalo semplice, un piccolo presepe, l’alberello di Natale, la musica, ma soprattutto l’amicizia, la gioia, l’attenzione ad ognuno, sono gli “ingredienti” di una festa bella perché piena di amore per chi soffre. Feste belle, in molti casi organizzate con pochissimi mezzi e con un grande impegno da parte di giovani che vivono per lo più in situazioni di povertà e di conflitto.
Lo scorso anno in America oltre 4000 persone hanno fatto festa in Salvador, Messico, Argentina, Guatemala e anche a Cuba, dove gli adolescenti del Paese dell’Arcobaleno hanno organizzato e animato un pranzo per gli anziani.
In molte città dell’Indonesia, che è il più popoloso paese musulmano del mondo, l’invito della Comunità rappresenta un momento di festa e di amicizia tra le diverse comunità religiose.
Ma anche in tanti luoghi dell’Africa arriverà la gioia della festa: nel solo Mozambico il Natale sarà festeggiato in oltre 20 città, coinvolgendo bambini di strada, mendicanti, lebbrosi, ciechi, famiglie povere e tanti carcerati.
In Africa la povertà emerge con particolare durezza nelle carceri. Nella maggior parte dei casi non ci sono letti, non ci sono bagni e le celle sono affollatissime. Le condizioni igieniche sono pessime: ci si ammala facilmente e a volte si muore. Il vitto fornito dall'istituzione carceraria è insufficiente. Chi non ha parenti che portano il cibo, soffre per la fame. Per questo molte comunità africane, in Mozambico, Guinea Conakry, Burkina Faso, non solo visitano regolarmente i carcerati, ma nel giorno di Natale preparano un pasto che è per tanti l’unico vero pranzo di tutto l’anno.
In Costa d’Avorio, in Cameroun, in Madagascar, in Tanzania, in Uganda si fa festa con i mendicanti ciechi e i bambini di strada.
E’ significativo che, nonostante i pochi mezzi di cui dispongono, le comunità africane raggiungeranno con i pranzi di Natale decine di migliaia di persone, quante nella sola Europa.
Il Pranzo di Natale
a Santa Maria in Trastevere, Roma
25 dicembre 2008
Il menu
Lasagne al forno
Polpettine di carne
Gateau di patate
Lenticchie
Dolci di Natale, frutti di stagione,spumante
Poi...
Babbo Natale!
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