change language
sei in: home - news newslettercontattilink

Sostieni la Comunità

  
26 Giugno 2015

Comunicato Stampa

Vertice di Bruxelles sui migranti condizionato da egoismi e paure ingiustificate. Si rispettino i trattati europei

L'Europa è nata su ideali di difesa dei diritti e di accoglienza, sanciti da diversi trattati internazionali. Sant'Egidio chiede che si punti sull'integrazione

 
versione stampabile

ROMA - Il vertice europeo della notte scorsa ha rivelato il volto di un’Europa condizionata da egoismi e paure ingiustificate. Il risultato è un compromesso al ribasso per la redistribuzione di un numero limitatissimo di richiedenti asilo: 40 mila persone, tra le migliaia già arrivate sulle coste italiane e greche - e appena 20 mila da far partire dai campi rifugiati di Paesi come il Libano che ne ospita un milione e mezzo (su 4 milioni e mezzo di abitanti) o la Giordania che ne ha 800 mila (su 7 milioni) – rappresentano una cifra estremamente ridotta per l’Unione, anche perché sono da dividere tra 28 nazioni.

L’Europa è nata su ideali ben diversi, che parlano di difesa dei diritti e di accoglienza. Non si possono rimettere in discussione questi princìpi sanciti da tutti i trattati che sono alla base dell’Unione. Basta ricordare che il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, sulla base del Trattato di Lisbona, parla, all’articolo 67, dell’Europa come “spazio di libertà, sicurezza e giustizia nel rispetto dei diritti fondamentali” e prevede, all’articolo 78, che l’Unione Europea debba sviluppare “una politica comune in materia di asilo, di protezione sussidiaria e di protezione temporanea, volta ad offrire uno status appropriato a qualsiasi cittadino di un Paese terzo che necessita di protezione internazionale e a garantire il rispetto del principio di non respingimento”.

Sono trattati da rispettare. Invece altri testi, come gli accordi di Dublino, che obbligano il migrante a chiedere asilo solo nei Paesi di arrivo, possono e devono essere modificati.

Di fronte ad un compromesso che, in sostanza, si basa sulla volontarietà e lascia gli Stati liberi di stabilire le loro quote di accoglienza, la Comunità di Sant’Egidio lancia un appello a tutti i Paesi dell’Unione: puntare sull’integrazione è molto più redditizio che alimentare paure per motivi di politica interna e di pura propaganda.

L’Italia, che anche per motivi demografici ha bisogno di essere aiutata dall’immigrazione, continui a salvare vite umane e trasformi l’“emergenza” in opportunità offrendo un modello per lo sviluppo.

Ricordiamo a tutti che i profughi in arrivo sulle nostre coste fuggono in larga parte dalle guerre in corso. Vanno prima di tutto salvati perché è un loro diritto, sancito dai trattati internazionali. Ma si può anche gestire il fenomeno senza creare allarme sociale. Lo testimonia anche la generosa gara di solidarietà registrata a Roma, Milano e in altre città, dove un numero crescente di italiani sta offrendo spontaneamente il suo aiuto ai profughi transitanti nei centri di accoglienza.

Rilanciamo le nostre proposte e le rivolgiamo all’Unione europea:

-       Sponsorship da aprire o riattivare – ad opera di associazioni, Chiese, privati, parenti per i richiedenti asilo: si chiama direttamente dai Paesi di partenza o di transito (si può cominciare con Siria, Iraq, Libano attraversati dalla guerra) evitando i rischiosissimi viaggi della speranza. Lo sponsorship garantirebbe accoglienza e assistenza per il rifugiato, per un periodo determinato.

-       Humanitarian desk: accoglienza da parte di alcuni Paesi europei (o da parte dell’Unione) dei richiedenti asilo già arrivati in alcuni Paesi, come Marocco o Libano. Si tratta di persone che sono già uscite dal loro Stato, hanno già fatto una parte del viaggio, ma eviterebbero comunque l’ultimo tragitto, quello in mare.

-       Modificare gli accordi di Dublino allargando le maglie che obbligano a chiedere asilo solo ai Paesi di arrivo. Occorre ricordare che molti casi potrebbero essere risolti con i ricongiungimenti familiari.

-       Visti per motivi umanitari per chi non è ancora entrato in Europa: è previsto dall’articolo 25 del regolamento europeo dei visti. Ogni Paese può concederli autonomamente.

-       Permessi per motivi umanitari, ai sensi dell’art. 20 della legge italiana sull’immigrazione, per coloro che sono già in Italia. E’ una decisione che può prendere il presidente del Consiglio con un decreto. Dà la possibilità di lavorare. E’ successo già per alcune nazionalità, come per esempio gli albanesi che oggi sono largamente integrati in Italia (ma anche per ex jugoslavi, tunisini ecc.)

-       Incrementare i fondi per la cooperazione in modo da intervenire nei Paesi di origine dei flussi migratori

 


 LEGGI ANCHE
• NEWS
5 Febbraio 2018

Mediatori interculturali, fattore di integrazione in una società plurale: oggi consegna dei diplomi

IT | ID
30 Gennaio 2018
PARIGI, FRANCIA

Bienvenue! L'arrivo a Parigi di 40 profughi siriani grazie ai corridoi umanitari

IT | ES | DE | FR | CA | ID
15 Gennaio 2018

Papa Francesco traccia la differenza tra immigrazione e invasione: il commento di Andrea Riccardi sul Corriere della Sera

13 Gennaio 2018

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati: il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018

18 Dicembre 2017

Giornata Internazionale dei diritti dei migranti: per una cultura del dialogo, dell'accoglienza, dell'inclusione

IT | ES | DE | FR | CA
29 Novembre 2017

In partenza una nuova missione di Sant'Egidio nei campi dei rohingya in Bangladesh

IT | ES | DE | FR | PT | CA | NL | ID | PL
tutte le news
• STAMPA
13 Marzo 2018
RP ONLINE

Flucht, Abi, Studium

21 Febbraio 2018
OnuItalia

Rohingya: la crisi nei colloqui di Sant’Egidio con la premier del Bangladesh

15 Febbraio 2018
Famiglia Cristiana

L'Europa e i Balcani, corsa ad ostascoli

14 Febbraio 2018

Der Weg bleibt beschwerlich

8 Febbraio 2018
SIR

Migrazioni: Pompei (Comunità Sant’Egidio), “nuove modalità di ingresso in Italia più flessibili ed efficienti”

5 Febbraio 2018
SIR

Immigrazione: Comunità Sant’Egidio, oggi anche la ministra Fedeli alla consegna dei diplomi per mediatori interculturali

tutta la rassegna stampa
• DOCUMENTI

L'omelia di Mons. Marco Gnavi alla preghiera Morire di Speranza, in memoria dei profughi morti nei viaggi verso l'Europa

Comunità di Sant'Egidio

Cinque proposte sull’immigrazione

Appello al Parlamento ungherese sui profughi e i minori richiedenti asilo

SCHEDA: Cosa sono i corridoi umanitari

Corso di Alta Formazione professionale per Mediatori europei per l’intercultura e la coesione sociale

tutti i documenti
• LIBRI

Dopo la paura, la speranza





San Paolo
tutti i libri

FOTO

1381 visite

1351 visite

1400 visite

1436 visite

1422 visite
tutta i media correlati