Questa mattina a Roma, davanti al binario 1 della stazione Termini, la Comunità di Sant’Egidio e le Ferrovie dello Stato Italiane hanno celebrato la memoria di Modesta Valenti. Davanti alla targa che ricorda la donna di 71 anni, senza fissa dimora, morta proprio lì, il 31 gennaio 1983 perché nessuno accettò di soccorrerla, sono accorsi in tanti, fra rappresentanti delle istituzioni, volontari e persone senza casa.
Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, la Comunità che ha tenuto vivo il ricordo di Modesta in tutti questi anni, ha parlato di una donna “caduta per l’inaccoglienza e l’indifferenza”. Ma ha spiegato anche come, dopo la sua morte, la sua memoria abbia suscitato “una mobilitazione di tante energie del bene”, cioè la moltiplicazione di chi si dedica a soccorrere e ad accogliere chi vive per strada. E ha sottolineato l’importanza della “collaborazione offerta dalle istituzioni”.
"Questa targa - ha aggiunto - è un monito per la nostra città. L’abbiamo voluta perché una persona che ha vissuto nella precarietà fosse da esempio per tanti, per mobilitare energie di bene, di solidarietà. La sua storia, dopo 32 anni, è anche il ricordo di tutti quelli che muoiono da soli per strada. L’anno della Misericordia che il Papa ha indetto, susciterà nuovi cuori che si muovono accanto alle persone che vivono in difficoltà".
Erano presenti anche i rappresentanti delle istituzioni coinvolte in diversi modi dal fenomeno dei senza fissa dimora. Come l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, Michele Mario Elia che, ribadendo l'importanza d i un impegno solidale delle Ferrovie, ha affermato: “Occorre ringraziare Modesta Valenti che si è sacrificata per tutti coloro che oggi nella stazione possono trovare un punto di riferimento e di accoglienza, di identità, di appartenenza. Vorremmo ripetere questa celebrazione ogni anno”.
La Coordinatrice della conferenza dei municipi di Roma Capitale, Cristina Maltese, ha insistito sull’importanza di una città “in cui anche gli ultimi si sentano cittadini a pieno titolo”. Anche il vescovo ausiliare di Roma, mons. Matteo Zuppi, ha sottolineato l’importanza di rispondere “con fretta” ai bisogni di chi è in difficoltà: "L'indifferenza ha tempo, chi è povero non ne ha!" e ha ricordato anche che l'amore apre gli occhi "Quando l'amore è poco, si vedono pochi poveri. Quando è tanto, se ne vedono tanti".
Era presente anche l’Elemosiniere del Papa, l'arcivescovo Konrad Krajewski. Alla fine tutti i presenti hanno deposto i fiori che avevano nelle loro mani e una corona, davanti alla targa che ricorda Modesta, la “santa dei senza dimora”.
E tanti giovani, a testimoniare che il futuro di Roma è anche nelle mani di una generazione solidale.