Nelle ultime settimane drammatiche notizie di naufragi ci sono giunte dal mediterraneo.
A Reggio Calabria è giunto un carico umano di 580 donne, uomini, bambini sono giunti seguiti, dopo appena due giorni da un altro sbarco di 670 persone;
Tra di loro c’erano anche 150 superstiti del barcone che rovesciato a poche miglia dalle acque territoriali della Libia, inabissando con se circa 400 persone.
A Reggio Calabria si è creato un coordinamento ecclesiale di accoglienza dei profughi a cui, tra gli altri, partecipa anche la comunità di sant’Egidio.
Momenti strazianti quelli del primo contatto con gli scampati al naufragio: una madre trascinava i suoi bimbi da sola, il padre è scomparso tra le onde; una giovane donna, forse poco più che adolescente, piange il padre e la sorella che ha visto scomparire sotto i propri occhi. Un’altra ragazza si è trovata improvvisamente senza le sue due sorelle. Un bambino di 7 anni, di nome Besart, che significa “persona felice” è arrivato da solo. I genitori sono morti in viaggio.
L’accoglienza è fatta di piccoli gesti e di semplici doni: vestiti asciutti, scarpe, latte caldo e cibo.
Molti partono subito per il Nord Italia.
Piccoli gesti, un sorriso, l’ accoglienza di una città che è solo un luogo di transito. Piccoli gesti che segnano la differenza. |