Ieri sera c'era aria di festa nella tendopoli di Via Tiburtina, dove da qualche tempo sono ospitati circa 200 eritrei, etiopici, sudanesi, in transito verso altri paesi europei.
Attorno a grandi tavolate, sotto i tendoni, insieme ai profughi c'erano tanti amici della Comunità di Sant'Egidio: italiani e nuovi europei, studenti universitari e madri di famiglia, che hanno cucinato nella vicina parrocchia di San Romano l'ottima cena.
Anche il menù evoca il volto di una città integrata e solidale. Grazie alla presenza dei nuovi europei di Genti di Pace, si è cucinato di tutto, anche i piatti tipici della tradizione alimentare eritrea e etiope: c'è l'angera - un pane tipico di quelle terre- pollo con peperoni e patate, riso, e un altro piatto tradizionale, l'aliccia, un misto di verdure.
Quando questi piatti arrivano in tavola esplode una grande gioia. Perchè anche il cibo "fa famiglia", addolcendo un passaggio difficile della vita, e mostra rispetto e attenzione per l'identità di chi oggi è costretto a lasciare la propria terra.
Si prosegue con canti e balli, in un crescendo di allegria. E la Roma che crede nella gratuità e nella solidarietà che fa festa.
L'appuntamento è per la settimana prossima: i giovedì della solidarietà infatti continueranno tutta l'estate.
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