Incontro di diaologo interreligioso a Vercelli in occasione dei 30 anni dello Spirito di Assisi

Seminario Arcivescovile, piazza Sant’Eusebio 10, ore 20:45.

Lo Spirito di Assisi approda a Vercelli. Giovedì 27 ottobre alle 20:45, presso il Seminario Arcivescovile di Vercelli (piazza Sant’Eusebio 10), la Comunità di Sant’Egidio promuove un incontro di dialogo interreligioso, esattamente a trent’anni dal primo grande incontro di preghiera per la pace che Giovanni Paolo II promosse ad Assisi, invitando rappresentanti di  tutte le confessioni cristiane e delle grandi religioni mondiali.

Nel corso della serata saranno riproposte  le immagini di quello storico incontro del 1986, e quelle della  Preghiera per la pace organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio ad Assisi dal 18 al 20 settembre scorso, a cui hanno partecipato  papa  Francesco e circa 400 leader religiosi e uomini di cultura  di tutto il mondo. Interverranno i rappresentanti di alcune tradizioni religiose presenti a Vercelli : l’Arcivescovo, mons. Marco Arnolfo, il pastore Stanislao Calati della Chiesa Metodista, il parroco della Chiesa Ortodossa romena, padre Iulian Paun, e il sig. Hassan Mahdoul, Vice-presidente della comunità islamica vercellese. Saranno inoltre  ricordati a uno a uno, in un momento di preghiera silenziosa,  tutti i paesi che oggi sono in guerra  nel mondo, e le terre colpite dalla violenza diffusa e dal terrorismo. Verrà infine  proposto a tutti i presenti  l’Appello di pace che è stato firmato dai leader religiosi il 20 settembre ad Assisi.

Lo “spirito di Assisi”, tenuto vivo e alimentato  in questi trent’anni dalla Comunità di Sant’Egidio, è un movimento di uomini e donne di religioni diverse che,insieme a umanisti laici, si incammina nelle strade del mondo per cercare, con tenacia e pazienza, vie di dialogo e di riconciliazione. Ogni comunità religiosa che prega  può liberare grandi energie di pace: quando si parla di guerra di religione si fa la guerra alla religione perchè ogni credo ha nel suo dna un messaggio di pace e di fraternità. Occorre però metterlo  a frutto.

Viviamo in un tempo gravido di minacce e pericoli per l’intero pianeta, in un mondo segnato dal crescere delle guerre, dal terrorismo e dalla violenza diffusa. Il dialogo e l’amicizia fra i credenti possono costituire  una preziosissima risorsa di pace, un segno di speranza per tutti i popoli. Del resto, già in questi trent’anni  la collaborazione tra le religioni è stata all'origine di processi di pace che hanno fermato conflitti e interrotto situazioni locali di tensione, in varie aree del mondo.

Il dialogo è un'arte di vivere nel nostro mondo frammentato e dispersivo. E’ l‘antidoto alla guerra e alla violenza incontrollata: chi dialoga con tutti e cerca con tenacia la pace, diventa polo di attrazione per tutti coloro che sognano un mondo più giusto e più umano. E’ questo il ruolo decisivo che le religioni potranno avere, sempre di più, in futuro.